Paderno: sarà sepolto nella tomba di famiglia del cimitero locale Enzo Bearzot, ct del trionfo italiano dell’82, soprannominato il Vecio


Enzo Bearzot (foto tratta da www.fifa.com)

Troverà riposo eterno nella tomba di famiglia presso il cimitero di Paderno d'Adda Enzo Bearzot, allenatore della Nazionale azzurra che vinse il Campionato del Mondo del 1982, scomparso all'età di 83 anni. I funerali si svolgeranno in forma privata e la salma sarà deposta nel camposanto dove giacciono alcuni dei parenti stretti del ct, nato ad Aiello nel Friuli il 27 settembre 1927, sposato con Luisa Crippa nativa proprio di Paderno. Prima di diventare allenatore della nazionale è stato giocatore vestendo le maglie di Pro Gorizia, Inter, Catania e Torino, disputando 251 partite nella massima serie. Al termine della sua carriera da giocatore, nel 1964, iniziò l'apprendistato tecnico sulla panchina del Torino prima come preparatore dei portieri e poi da assistente di Nereo Rocco, poi di Fabbri e, successivamente, nella stagione 1968-1969, divenne allenatore del Prato (in serie C). Entrò ben presto nei quadri federali, inizialmente come allenatore delle giovanili (under 23 all'epoca) ma ben presto venne promosso ad assistente di Valcareggi nella Nazionale maggiore e quindi a vice del suo successore, Fulvio Bernardini. Nel 1975 è stato nominato commissario tecnico (condivise la panchina con Fulvio Bernardini fino al 1977). I primi importanti frutti del suo lavoro
iniziarono a vedersi ai mondiali del 1978, terminato al quarto come l'Europeo casalingo del 1980. Il miracolo avviene in Spagna nel 1982: nonostante una critica feroce da parte dei giornalisti (che lo portò a introdurre la novità del silenzio stampa), riuscì a portare la Nazionale sul tetto del mondo, grazie anche a una preparazione morale, basata sulla forza del gruppo, oltre che tecnica e grazie a giocatori come Cabrini, Zoff, Conti, Collovati, Scirea, Gentile, Bergomi, Oriali, Tardelli, Graziani, Rossi, Altobelli, Antognoni.
Dopo il Mondiale vinto, non riuscì a qualificarsi all'Europeo successivo, dimettendosi dopo il deludente Mondiale 1986. Il 'Vecio', soprannome con il quale era ormai famoso, non si riconosceva più in quel calcio in cui il denaro stava diventando l'elemento più importante. Detiene il record di panchine azzurre: 104, davanti alle 97 di Vittorio Pozzo.
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