Vienna, maggio 1865 :la "rivoluzione borghese " della Ringstrasse
Cinquanta anni prima dell'entrata in guerra contro l'Italia, nel maggio del 1865, a Vienna veniva inaugurata la Ringstrasse: un succedersi di ampi viali che, sostituendo le mura medioevali, abbracciavano a cerchio l'Innere Stadt, il centro antico della capitale Asburgica, aprendolo di fatto ai circostanti e più recenti quartieri borghesi.
La realizzazione di questo anello viario fu un vero e proprio capolavoro urbanistico, simbolo della rivoluzione culturale borghese che avrebbe portato a breve alla nascita del Modernismo.
L'opera era stata voluta (o era stata imposta ? ) dallo ( allo) stesso imperatore Franz Josef sulla spinta delle nuove leggi costituzionali promulgate dopo i moti del 1848 e 1859-60 che trasformavano il regime imperiale assoluto in uno stato moderno.
Alcuni edifici, per esempio i musei, cambiarono la loro collocazione nel progetto varie volte, prima di essere definitivamente realizzati ove ora possiamo ancora vederli.
"Der Ring", come era popolarmente chiamato, divenne il percorso reale ed ideale tra i nuovi edifici pubblici, quali il Parlamento, la Rathaus , il Palazzo di Giustizia, ed i musei, l' Università, la Biblioteca ed i luoghi ricreativi come l'Opera di Stato, il nuovo Burgtheater e non ultimi i Caffè.
I Caffè Viennesi, se ne contavano 27 solo sul Ring, erano il luogo dove veniva consumato il rito della Jause, uno spuntino-merenda a base di caffè e dolci spesso accompagnato dalla musica ; in Austria non c'erano i clubs o i circoli di Londra, tipica espressione della cultura massonica e maschilista anglosassone e la vita di relazione delle classi emergenti si svolgeva in questa cornice ideale.
I decenni a seguire rappresentarono un "periodo d'oro " per la città; il clima che si respirava traspare magicamente da una breve ma significativa pagina della biografia di Berta Zuckerkandl.
La Zuckerkandl era il paradigma della donna viennese dell'epoca e ne incarnava perfettamente lo " Zeitgeist " o " spirito del tempo"; di origine ebraica, figlia di un noto editore, colta ed erudita giornalista e critica d'arte, era sposata con un eminente patologo dell' Università ( Emil Zuckerkandl ) ed era animatrice di uno dei più prestigiosi salotti cittadini dove si incontravano artisti, letterati, musicisti ed uomini di scienza del calibro di G.Klimt, S.Freud, G.Mahler, T.Billroth, A.Schnitzler, O.Wagner, S. Zweig per citarne solo alcuni.
Ecco come ci descrive un episodio esemplare della vita a Vienna nel 1902 durante una Jause in un Caffè, con un ospite particolare:
Klimt e Rodin si erano seduti accanto a due giovani donne di notevole bellezza; Rodin le guardava affascinato (....) Alfred Grunfeld ( ex pianista di corte preso l'imperatore Guglielmo I di Germania , ora trasferitosi a Vienna ) sedeva al piano nella grande sala da ricevimento, con le doppie porte spalancate. Klimt gli si avvicino' e gli chiese : Per favore ci suoni qualcosa di Schubert".
Rodin si chino' verso Klimt e disse: " Non mi sono mai trovato in un'atmosfera simile; il vostro tragico e magnifico affresco di Beethoven; la vostra indimenticabile, sacra esposizione; e ora questo giardino, queste donne, questa musica...e intorno tutta questa gaia, infantile felicità...come spiega tutto ciò? ". E Klimt mosse la sua magnifica testa annuendo e rispose con una sola parola : " Austria " .
Alla fine dell' Ottocento, grazie alla sua forza attrattiva, la città contava circa due milioni di abitanti ma senza che questo determinasse una particolare sofferenza nella vita sociale, grazie anche alla riuscita pianificazione urbana, con la presenza di molti spazi verdi in pieno centro sul Ring, dell' immenso Prater ( 6 milioni di metri quadri) poco distante e della facile connessione con i ridenti sobborghi cittadini, ricchi di vigneti e sede di produzioni agricole e vinicole.
Stefan Zweig scrive a proposito del Ring, ne Il mondo di ieri (1942) : " Si percepiva a stento dove finisse la natura e cominciasse la città, perché l'una si fondeva nell'altra...anziché' da antichi bastioni, il nucleo più prezioso ed interno era cinto dalla Ringstrasse con le sue case adorne. Li', gli antichi palazzi della corte e della nobiltà rievocavano la storia della città con la loro stessa presenza".
Ancora oggi Vienna, se visitata con attenzione, rivela la sua profonda qualità culturale nella sequenza degli edifici storici del Ring ora percorso da numerose linee di tram e da un traffico veicolare veloce. I caffè storici superstiti sono appena due o tre ma sufficienti a far immaginare quei momenti magici.
La città, in questi mesi, ricorda i 150 anni del Ring con una mostra presso la Biblioteca Nazionale in Josef Platz nella quale le preziose testimonianze fotografiche dell' epoca permettono di rivivere quei momenti e di apprezzarne l'enorme sforzo realizzativo.
A conclusione di questa nota, fa riflettere che cento anni fa il senso comune ci facesse sentire gli austriaci come feroci e spietati nemici, persecutori degli irredentisti ed ostacolo della agognata unità' ed integrità nazionale,
E' evidente che ci infliggemmo reciprocamente sofferenze inaudite, ed in ogni famiglia italiana o austriaca di oggi si serba ancora il doloroso ricordo di quegli anni.
Se l'Italia e' stata ammirata ed e' ancora apprezzata per la classicità ed il Rinascimento o per la Lirica ed il Design, altrettanto lo possono essere altre culture per propri periodi aurei; e quello della Ringstrasse, con le dovute proporzioni, per Vienna e per gli austriaci lo fu sicuramente.
Per chi volesse approfondire l'argomento si consiglia la lettura tra gli altri di :
L'età dell'inconscio di E.R. Kandel e la biografia di Berta Zuckerkandl appena pubblicata in Italia con il titolo La mia Austria.
La realizzazione di questo anello viario fu un vero e proprio capolavoro urbanistico, simbolo della rivoluzione culturale borghese che avrebbe portato a breve alla nascita del Modernismo.
L'opera era stata voluta (o era stata imposta ? ) dallo ( allo) stesso imperatore Franz Josef sulla spinta delle nuove leggi costituzionali promulgate dopo i moti del 1848 e 1859-60 che trasformavano il regime imperiale assoluto in uno stato moderno.
Alcuni edifici, per esempio i musei, cambiarono la loro collocazione nel progetto varie volte, prima di essere definitivamente realizzati ove ora possiamo ancora vederli.
"Der Ring", come era popolarmente chiamato, divenne il percorso reale ed ideale tra i nuovi edifici pubblici, quali il Parlamento, la Rathaus , il Palazzo di Giustizia, ed i musei, l' Università, la Biblioteca ed i luoghi ricreativi come l'Opera di Stato, il nuovo Burgtheater e non ultimi i Caffè.
I Caffè Viennesi, se ne contavano 27 solo sul Ring, erano il luogo dove veniva consumato il rito della Jause, uno spuntino-merenda a base di caffè e dolci spesso accompagnato dalla musica ; in Austria non c'erano i clubs o i circoli di Londra, tipica espressione della cultura massonica e maschilista anglosassone e la vita di relazione delle classi emergenti si svolgeva in questa cornice ideale.
I decenni a seguire rappresentarono un "periodo d'oro " per la città; il clima che si respirava traspare magicamente da una breve ma significativa pagina della biografia di Berta Zuckerkandl.
La Zuckerkandl era il paradigma della donna viennese dell'epoca e ne incarnava perfettamente lo " Zeitgeist " o " spirito del tempo"; di origine ebraica, figlia di un noto editore, colta ed erudita giornalista e critica d'arte, era sposata con un eminente patologo dell' Università ( Emil Zuckerkandl ) ed era animatrice di uno dei più prestigiosi salotti cittadini dove si incontravano artisti, letterati, musicisti ed uomini di scienza del calibro di G.Klimt, S.Freud, G.Mahler, T.Billroth, A.Schnitzler, O.Wagner, S. Zweig per citarne solo alcuni.
Ecco come ci descrive un episodio esemplare della vita a Vienna nel 1902 durante una Jause in un Caffè, con un ospite particolare:
Klimt e Rodin si erano seduti accanto a due giovani donne di notevole bellezza; Rodin le guardava affascinato (....) Alfred Grunfeld ( ex pianista di corte preso l'imperatore Guglielmo I di Germania , ora trasferitosi a Vienna ) sedeva al piano nella grande sala da ricevimento, con le doppie porte spalancate. Klimt gli si avvicino' e gli chiese : Per favore ci suoni qualcosa di Schubert".
Rodin si chino' verso Klimt e disse: " Non mi sono mai trovato in un'atmosfera simile; il vostro tragico e magnifico affresco di Beethoven; la vostra indimenticabile, sacra esposizione; e ora questo giardino, queste donne, questa musica...e intorno tutta questa gaia, infantile felicità...come spiega tutto ciò? ". E Klimt mosse la sua magnifica testa annuendo e rispose con una sola parola : " Austria " .
Alla fine dell' Ottocento, grazie alla sua forza attrattiva, la città contava circa due milioni di abitanti ma senza che questo determinasse una particolare sofferenza nella vita sociale, grazie anche alla riuscita pianificazione urbana, con la presenza di molti spazi verdi in pieno centro sul Ring, dell' immenso Prater ( 6 milioni di metri quadri) poco distante e della facile connessione con i ridenti sobborghi cittadini, ricchi di vigneti e sede di produzioni agricole e vinicole.
Stefan Zweig scrive a proposito del Ring, ne Il mondo di ieri (1942) : " Si percepiva a stento dove finisse la natura e cominciasse la città, perché l'una si fondeva nell'altra...anziché' da antichi bastioni, il nucleo più prezioso ed interno era cinto dalla Ringstrasse con le sue case adorne. Li', gli antichi palazzi della corte e della nobiltà rievocavano la storia della città con la loro stessa presenza".
Ancora oggi Vienna, se visitata con attenzione, rivela la sua profonda qualità culturale nella sequenza degli edifici storici del Ring ora percorso da numerose linee di tram e da un traffico veicolare veloce. I caffè storici superstiti sono appena due o tre ma sufficienti a far immaginare quei momenti magici.
La città, in questi mesi, ricorda i 150 anni del Ring con una mostra presso la Biblioteca Nazionale in Josef Platz nella quale le preziose testimonianze fotografiche dell' epoca permettono di rivivere quei momenti e di apprezzarne l'enorme sforzo realizzativo.
A conclusione di questa nota, fa riflettere che cento anni fa il senso comune ci facesse sentire gli austriaci come feroci e spietati nemici, persecutori degli irredentisti ed ostacolo della agognata unità' ed integrità nazionale,
E' evidente che ci infliggemmo reciprocamente sofferenze inaudite, ed in ogni famiglia italiana o austriaca di oggi si serba ancora il doloroso ricordo di quegli anni.
Se l'Italia e' stata ammirata ed e' ancora apprezzata per la classicità ed il Rinascimento o per la Lirica ed il Design, altrettanto lo possono essere altre culture per propri periodi aurei; e quello della Ringstrasse, con le dovute proporzioni, per Vienna e per gli austriaci lo fu sicuramente.
Per chi volesse approfondire l'argomento si consiglia la lettura tra gli altri di :
L'età dell'inconscio di E.R. Kandel e la biografia di Berta Zuckerkandl appena pubblicata in Italia con il titolo La mia Austria.
P.C.