Merate: ''La verità rende liberi''. Il viaggio nei lager raccontato da 7 studenti dell'ITC

«Lo scopo della mostra è far vivere un'esperienza in prima persona ai partecipanti, affinché con la conoscenza sia la verità a rendere liberi» è la sintesi del professor Carlini Fabio per riassumere "Wahrheit macht frei (la verità rende liberi)" percorso guidato realizzato degli studenti dell'ITC Viganò di Merate, dopo un viaggio a marzo al campo di sterminio Auschwitz-Birkenau in Polonia.


Soddisfatto il docente del risultato che racconta così la sua esperienza: «Desideriamo trasmettere la verità, cioè la ricerca delle risposte attraverso le domande che dobbiamo porci senza soffermarci su quello che gli altri ci dicono che dobbiamo sapere. La verità rende liberi è proprio il titolo di questa mostra ed è stato appositamente cambiato dalla scritta presente ad Auschwitz (il lavoro rende liberi) per far sì che il percorso non sia solo ricordare la sofferenza ma sia soprattutto il trovare una verità che accresce il bisogno di continuare a vivere. Ci piacerebbe condividere il nostro sforzo e saremmo felici di poter esportarlo nei vari comuni e condividere con ancora più gente la nostra esperienza.»

Alessandro Cogliati e il prof. Fabio Carlini

Tra gli studenti che hanno collaborato alla realizzazione c'è anche chi, come Alessandro, non ha potuto vivere le emozioni del viaggio che ha ripercorso una delle pagine più crudeli della storia: «Purtroppo non ho partecipato alla visita del campo di Auschwitz-Birkenau, ma questa realizzazione va al di là di una semplice esperienza. Ancora oggi esistono vari casi di discriminazione, come per esempio in America, ed è un fenomeno che va bloccato». Riguardo invece il lavoro svolto Alessandro, che ha collaborato nel montaggio di musiche e video, si esprime con gran soddisfazione: «Ora, dopo tutto questo lavoro, porto con me una conoscenza maggiore, inoltre sono entusiasta di vedere quanto i partecipanti si immedesimano nell'esperienza proposta.»


Soddisfatta anche Joanna Beccaria, venuta dall'Argentina con uno scambio culturale e una dei sette partecipanti al viaggio con il "Treno della Memoria": «Ho sempre e solo visto questi tragici campi nei film e poter vedere dal vivo Auschwitz ha creato in me emozioni mai provate. Potrò raccontare in Argentina l'esperienza che mi ha trasmesso questo viaggio, ed è una cosa eccezionale.»


A questa soddisfazione si unisce in coro quella degli altri partecipanti: Silvia Colombo, Elena Boschini, Giacomo Corti e Claudio Colleoni che definiscono questo viaggio un'opportunità per raccontare un'esperienza unica e per tenere vivo il ricordo di un tragico avvenimento come quello dell'olocausto così da evitare "piaghe" simili in futuro.

Christian De Giovanni
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