Il Comitato studia il bilancio di Silea: ''utili esagerati, usiamoli per una tariffa minore''

Il 'Comitato lecchese acqua pubblica' e la 'Rete dei consiglieri informati' questa volta sono stati alle prese con i bilanci delle 2 più importanti partecipate di tutta la provincia: Silea, che gestisce lo smaltimento dei rifiuti dei 350mila lecchesi, e Lario Reti Holding, che invece si occupa di acqua e gas.
Sotto la lente d'ingrandimento, o meglio sotto i 'raggi x', di Remo Valsecchi e del suo gruppo sono cosi finite voci di spesa, entrate, crediti, partecipate e chi più ne ha più ne metta.
Un lavoro lungo e certosino che è giunto alla stessa conclusione per entrambe le società, presentata ieri sera ad una riunione alla quale hanno partecipato circa una ventina di amministratori e consiglieri, tra cui anche Massimo Riva (candidato del Movimento 5 Stelle) e Alberto Anghileri (candidato del 'Con la Sinistra cambia Lecco).

Remo Valsecchi

"Sia Silea che Lario Reti fanno utili in modo assolutamente esagerato, pur di fatto effettuando investimenti molto ridotti" è questo il nodo della questione che Valsecchi ha voluto più volte sottolineare.  In questo momento continuano ad accumulare denaro che però rimane inutilizzato, quando potrebbe essere invece impiegato per ridurre le tariffe per i cittadini. Si tratta infatti di società che devono erogare servizi pubblici. Nel privato i servizi sono lo strumento per realizzare l'utile, nel pubblico i servizi sono l'oggetto da perseguire".
Sarebbe cosi ad esempio per Silea, che - secondo Valsecchi - starebbe accumulando ogni anno diversi milioni di euro sui propri fondi che sarebbe più utile distribuire ai comuni.
"Partiamo da alcuni dati. Nel 2014 Silea ha avuto 28 milioni di ricavi dalle vendite e dalle prestazioni e entrate per un totale di 33 milioni, 4 in più dello scorso anno" ha spiegato il noto commercialista, esperto di aziende pubbliche. "L'utile lordo, ovvero la differenza tra i ricavi e i costi di produzione è pari a 4 milioni di euro".
Ma per comprendere meglio il quadro economico occorre considerare non solo l'utile lordo, ma anche quello che gli addetti ai lavoro chiamano MOL (Margine Operativo Lordo): "Ai 4 milioni di utile lordo, vanno sommati ammortamenti per 6 milioni: ovvero nel 2014 Silea ha generato un flusso di cassa lordo pari a 10 milioni. Su 28 milioni totali versati dai Comuni e quindi dai cittadini, Silea ne ha fatti 10 di MOL. E' assolutamente esagerato, soprattutto per una società che deve erogare servizi, che non fa investimenti e che ha un impegno finanziario per mutui in essere di 1,6 milioni".

Attenzione è stata posta poi all'analisi del cosiddetto "circolante" che, nei documenti forniti dalla stessa Silea ai comuni, risulta pari a 20 milioni di euro "di cui 10 milioni di euro di liquidi, 5 milioni in più rispetto all'anno precedente. Una cosa assurda se rapportata ai 28 milioni di euro di ricavi annui".
Mentre il debito corrente è esattamente la metà del circolante, circa 10 milioni di euro.
"Ci troviamo di fronte cioè a un rapporto di 2 a 1, quando generalmente basterebbe avere il rapporto 1 a 1 visto che si tratta di un'azienda che non mira, o non dovrebbe mirare, al profitto. Tradotto significa che ci sono risorse prese dalle tasche dei cittadini che sono inutilizzate e infruttifere, che non fanno altro che finanziare le banche" ha continuato Valsecchi, che ha calcolato come "Silea ha 17 milioni di risorse utilizzabili per legge, e di queste potrebbe benissimo riuscire a distribuirne ben 10 milioni ai comuni soci senza alterare assolutamente gli equilibri di bilancio".
Per fare un esempio Lecco potrebbe ottenere, se lo deliberasse l'assemblea, ben 2 milioni di euro senza battere ciglio.
Oppure diminuire la quota di tassa rifiuti, inclusa nella Tari, del 20/25%, per i cittadini lecchesi, che sarebbe la cosa più ragionevole.
Perché, secondo il Comitato, è proprio intorno a questi che si lega questa partita: "Gli investimenti fatti in questi anni sono pochissimi. Secondo noi al momento Silea sta cercando di accumulare le risorse necessarie per la realizzazione del teleriscaldamento, che comporterà un impegno finanziario iniziale di 17 milioni di euro" ha continuano Remo Valsecchi. "Ma al di là del giudizio che possiamo dare sull'opera, crediamo che dovrebbe comunque finanziarsi con un preciso piano industriale e non con la Tari dei cittadini. Perché tutti i cittadini della Provincia di Lecco dovrebbero sborsare di tasca propria per un teleriscaldamento che ne servirà solo una piccola parte".
Il messaggio del Comitato è stato chiaro: "Diminuire la Tari si può, visto che diversi milioni versati dai contribuenti al momento non sono nemmeno utilizzati. Il dato significativo che emerge è che si stanno facendo utili eccessivi per una società che si occupa di fare servizi pubblici".
P.V.
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