Merate: la luce laser negli esperimenti di Francesca Calegari, ex liceale dell'Agnesi
Forse quando uno Stato non sostiene la ricerca scientifica, non si può pretendere che l’opinione pubblica colga gli stimoli che le vengono offerti, partecipando a conferenze annesse; forse, per sdrammatizzare, il potenziale uditorio ha pensato che avrebbe avuto di fronte il terrificante e grottesco dottor Caligari, protagonista di una pellicola del cinema espressionista tedesco degli anni ’20, al posto della pacata e serena dottoressa Francesca Calegari, ricercatrice presso l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie e docente al Politecnico di Milano.
Un forfait inspiegabile sia dei professori, rappresentati da una singola collega, sia dei ragazzi, completamente assenti, che ha lasciato quantomeno delusi gli organizzatori dell’associazione “La Semina”. Tuttavia va notato che il pubblico in sala si è dimostrato altamente competente, stando almeno a giudicare il tenore della raffica di domande tecniche a cui la giovane ricercatrice ha dato puntualmente risposta durante la fase finale dell’incontro.
Il suo intervento di venerdì è stato volto a spiegare principalmente il nuovo progetto che la vede coinvolta. Infatti, dopo una carrellata di nozioni di base di biologia, fisica e chimica, si è concentrata sul ruolo della luce laser durante i suoi esperimenti. Si contano sulle punta di una mano i laboratori che al mondo utilizzano una tecnologia laser ad attosecondi di alta energia per cogliere delle istantanee sui movimenti degli elettroni. Uno di questi è quello situato in Città Studi a Milano. Così, sfruttando le potenzialità enormi di una tecnologia che consente di generare impulsi laser di start e di stop a brevissima distanza temporale tra loro, è possibile cogliere le dinamiche degli elettroni a livello molecolare che si muovono ad una velocità dell’ordine di grandezza di un miliardesimo di miliardesimo di secondo, ovvero un attosecondo. I risultati di questo progetto potrebbero trovare applicazioni a lungo termine nei più svariati ambiti di interesse. Infatti sarebbe uno step in più per conoscere meglio il moto degli elettroni che ad oggi è considerato “casuale”.
E il percorso di Francesca, seppur arduo e lungo, ha già di sicuro un'ottima base di partenza.
Un forfait inspiegabile sia dei professori, rappresentati da una singola collega, sia dei ragazzi, completamente assenti, che ha lasciato quantomeno delusi gli organizzatori dell’associazione “La Semina”. Tuttavia va notato che il pubblico in sala si è dimostrato altamente competente, stando almeno a giudicare il tenore della raffica di domande tecniche a cui la giovane ricercatrice ha dato puntualmente risposta durante la fase finale dell’incontro.
Francesca Calegari
Un ritorno un po’ amaro dunque per l’ex studentessa del liceo Agnesi Francesca Calegari la quale, dopo la maturità, non ha mai smesso di studiare. Orgogliosamente racconta che non ha scelto come tanti di specializzare i propri studi all’estero. Con qualche sacrificio in più e qualche gratificazione in meno ha conseguito un master in Statale a Milano e un dottorato al Politecnico, sempre della città meneghina. Nonostante abbia avuto delle porte sbarrate, oggi svolge principalmente attività di ricerca. Grazie alla caparbietà sua e del suo team, costituito da altrettanto giovani ingegneri, chimici e fisici, ha recentemente ottenuto dal Consiglio europeo della ricerca un finanziamento di 1 milione e mezzo per i prossimi 5 anni.Il suo intervento di venerdì è stato volto a spiegare principalmente il nuovo progetto che la vede coinvolta. Infatti, dopo una carrellata di nozioni di base di biologia, fisica e chimica, si è concentrata sul ruolo della luce laser durante i suoi esperimenti. Si contano sulle punta di una mano i laboratori che al mondo utilizzano una tecnologia laser ad attosecondi di alta energia per cogliere delle istantanee sui movimenti degli elettroni. Uno di questi è quello situato in Città Studi a Milano. Così, sfruttando le potenzialità enormi di una tecnologia che consente di generare impulsi laser di start e di stop a brevissima distanza temporale tra loro, è possibile cogliere le dinamiche degli elettroni a livello molecolare che si muovono ad una velocità dell’ordine di grandezza di un miliardesimo di miliardesimo di secondo, ovvero un attosecondo. I risultati di questo progetto potrebbero trovare applicazioni a lungo termine nei più svariati ambiti di interesse. Infatti sarebbe uno step in più per conoscere meglio il moto degli elettroni che ad oggi è considerato “casuale”.
E il percorso di Francesca, seppur arduo e lungo, ha già di sicuro un'ottima base di partenza.
M.P.