Brivio: tra chiodi e moschettoni una mostra imperdibile per gli amanti della montagna
Per tutti gli appassionati di montagna la mostra "Arrampicare ieri e oggi. Gesti, materiali, storie di alpinisti lecchesi" è un evento che davvero non si può perdere. Allestita nella Sala Civica di via XXV Aprile a Beverate (Brivio), l'esposizione presenta molto bene - attraverso un'ampia raccolta di oggetti antichi e moderni, di testi, fotografie e filmati - come si siano sviluppati negli anni l'alpinismo e la scalata sulle montagne che circondano il capoluogo lariano, a partire dall'epoca d'oro dei padri fondatori, fino all'avvento della moderna arrampicata sportiva.
L'iniziativa, inaugurata sabato 28 marzo, arriva a Brivio dopo aver già riscosso nei mesi scorsi un notevole successo, tanto che il Museo Etnografico dell'Alta Brianza di Galbiate, che la stava ospitando, aveva dovuto posticiparne la chiusura. Il buon riscontro di pubblico, in effetti, è più che giustificato; merito soprattutto dei curatori (Alberto Benini, Pietro Corti e Ruggero Meles), tutti grandi amanti delle nostre montagne e a loro volta alpinisti e arrampicatori, seppur a livelli diversi. "Quando per la prima volta abbiamo pensato di dare vita a questo progetto - ha esordito Benini, introducendo brevemente la mostra - il nostro intento era soprattutto quello di trovare una risposta a questa domanda: come mai, ci chiedevamo, proprio la città di Lecco ha avuto un ruolo così importante nella storia dell'alpinismo italiano? Abbiamo pensato che non ci fosse modo migliore per spiegare questo fenomeno, che riunire insieme i protagonisti vecchi e nuovi, le loro storie e i loro attrezzi del mestiere". "Volevamo fare in modo di accompagnare il visitatore tra le varie epoche, permettendogli di constatare in modo diretto, anno per anno, tutti i cambiamenti", ha aggiunto Pietro Corti. Lo sforzo organizzativo per permettere il "trasloco" da Galbiate a Brivio non è stato da poco; per questo, l'Amministrazione Comunale ha voluto ringraziare sentitamente tutti coloro che si sono impegnati per renderlo possibile.
Un vero cimelio sono poi le prime scarpette d'arrampicata moderne comparse in Italia nei primi anni Ottanta, le mitiche EB Gratton, nient'altro che tenaglie puzzolenti - a detta di chi le ha provate - se confrontate con i modelli attuali. Insomma, si tratta di un viaggio tra i materiali nel quale gli appassionati si potranno facilmente e piacevolmente perdere, mentre potrebbe risultare più difficile, per chi non frequenta la montagna, districarsi in questo complicato mondo fatto di chiodi, moschettoni, cunei di legno, fettucce, dadi, friends, spit, discensori e chi più ne ha più ne metta. C'è una cosa, però, che potrà risultare chiara anche ai meno esperti: è il senso di profonda gratitudine e di fiducia fraterna con cui gli alpinisti guardano a questi piccoli pezzi di metallo, di legno o di nylon, ai quali tante volte affidano ciecamente tutta la propria vita.
Ricordiamo che la mostra sarà visitabile liberamente nei seguenti giorni:
4 Aprile, 11 Aprile dalle ore 15,00 alle ore 19,00
6 Aprile, 12 Aprile dalle ore 09,30 alle ore 12,30 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00
L'iniziativa, inaugurata sabato 28 marzo, arriva a Brivio dopo aver già riscosso nei mesi scorsi un notevole successo, tanto che il Museo Etnografico dell'Alta Brianza di Galbiate, che la stava ospitando, aveva dovuto posticiparne la chiusura. Il buon riscontro di pubblico, in effetti, è più che giustificato; merito soprattutto dei curatori (Alberto Benini, Pietro Corti e Ruggero Meles), tutti grandi amanti delle nostre montagne e a loro volta alpinisti e arrampicatori, seppur a livelli diversi. "Quando per la prima volta abbiamo pensato di dare vita a questo progetto - ha esordito Benini, introducendo brevemente la mostra - il nostro intento era soprattutto quello di trovare una risposta a questa domanda: come mai, ci chiedevamo, proprio la città di Lecco ha avuto un ruolo così importante nella storia dell'alpinismo italiano? Abbiamo pensato che non ci fosse modo migliore per spiegare questo fenomeno, che riunire insieme i protagonisti vecchi e nuovi, le loro storie e i loro attrezzi del mestiere". "Volevamo fare in modo di accompagnare il visitatore tra le varie epoche, permettendogli di constatare in modo diretto, anno per anno, tutti i cambiamenti", ha aggiunto Pietro Corti. Lo sforzo organizzativo per permettere il "trasloco" da Galbiate a Brivio non è stato da poco; per questo, l'Amministrazione Comunale ha voluto ringraziare sentitamente tutti coloro che si sono impegnati per renderlo possibile.
A destra Pietro Corti e Alberto Benini
A chi vorrà dare un'occhiata all'esposizione consigliamo di prendersi tutto il tempo necessario per seguire a passo lento il lungo sentiero che i materiali hanno tracciato nel corso degli anni, gettando di tanto in tanto uno sguardo ai grandi pannelli laterali, dai quali, come tanti compagni di cordata, fanno capolino i nomi illustri dell'alpinismo lecchese: Mario Dell'Oro, Riccardo Cassin , Gigi Vitali, Luigi Castagna, Marco Ballerini. I più giovani potranno così rabbrividire davanti ai primi, rudimentali strumenti usati dai pionieri, chiedendosi come abbiano fatto quegli autentici avventurieri a portare così spesso a casa la pelle - per quanto, a dire la verità, le nostre montagne siano ovunque costellate di lapidi.Pietro Corti (curatore della mostra), Claudio Monzani (Consigliere con delega alla cultura e alle
politiche giovanili del comune di Brivio), Massimo Pirovano (Presidente del Museo Etnografico
dell'Alta Brianza), il Sindaco di Brivio Ugo Panzeri, Albero Benini (l'altro curatore della mostra)
politiche giovanili del comune di Brivio), Massimo Pirovano (Presidente del Museo Etnografico
dell'Alta Brianza), il Sindaco di Brivio Ugo Panzeri, Albero Benini (l'altro curatore della mostra)
Un vero cimelio sono poi le prime scarpette d'arrampicata moderne comparse in Italia nei primi anni Ottanta, le mitiche EB Gratton, nient'altro che tenaglie puzzolenti - a detta di chi le ha provate - se confrontate con i modelli attuali. Insomma, si tratta di un viaggio tra i materiali nel quale gli appassionati si potranno facilmente e piacevolmente perdere, mentre potrebbe risultare più difficile, per chi non frequenta la montagna, districarsi in questo complicato mondo fatto di chiodi, moschettoni, cunei di legno, fettucce, dadi, friends, spit, discensori e chi più ne ha più ne metta. C'è una cosa, però, che potrà risultare chiara anche ai meno esperti: è il senso di profonda gratitudine e di fiducia fraterna con cui gli alpinisti guardano a questi piccoli pezzi di metallo, di legno o di nylon, ai quali tante volte affidano ciecamente tutta la propria vita.
Ricordiamo che la mostra sarà visitabile liberamente nei seguenti giorni:
4 Aprile, 11 Aprile dalle ore 15,00 alle ore 19,00
6 Aprile, 12 Aprile dalle ore 09,30 alle ore 12,30 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00
Riccardo Gilardi