Merate: un pavimento in marmo rosso di Verona, un pozzo funzionante profondo 7 metri e un'ara romana sotto la canonica


Come un po' tutti gli edifici sacri, anche la chiesa e la canonica di Merate risulterebbero essere sorte sopra un vecchio cimitero o comunque su un'area che in un'epoca lontana venne adibita a sepolcro per i morti. Gli ultimi ritrovamenti effettuati a seguito degli ingenti lavori di ristrutturazione della canonica (con la messa a norma degli impianti, il superamento delle barriere architettoniche, la creazione di due appartamenti e la sistemazione al piano terra dei locali adibiti a segreteria, archivio e stamperia) hanno confermato la presenza di ossa umane sparse unitamente ai resti di una "tomba ad inumazione in terra nuda", con parte delle vertebre e del bacino.
Ciò farebbe pensare alla presenza, lungo l'asse meridionale della chiesa, di "un'area cimiteriale, successivamente abbandonata a seguito dell'edificazione della casa parrocchiale".


Tra i ritrovamenti giudicati "interessanti" e da preservare da parte della Soprintendenza per i
Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano c'è anche una pavimentazione in marmo rosso di Verona, in quello che è comunemente indicato come il "salone di rappresentanza" che si affaccia sul giardino.

Ci sono poi un pozzo, sul lato est, individuato con una struttura di sassi a forma circolare, attualmente sigillato da una lapide, che risulta ancora funzionante e con una profondità di oltre 7 metri e un piano pavimentale in ciottoli.


Infine in corrispondenza delle fondazioni del muro, gli addetti ai lavori hanno rinvenuto due blocchi di granito, parti di un'ara di età romana.

Insomma si tratta di ritrovamenti che, seppure attesi viste le caratteristiche della chiesa, le sue origini e le tradizioni, hanno conferito ancora più suggestione a questi lavori che non sono più solo di ristrutturazione ma ora assumono anche una valenza storico artistica.
S.V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.