Merate: era domiciliato in città il senegalese arrestato dalla polizia per violenza su una 22enne

Modou Niang Ndir
Modou Niang Ndir, 32 anni, senegalese clandestino con una sfilza di alias e con precedenti per violenza sessuale e per reati contro il patrimonio, era domiciliato a Merate presso un parente. E' lui l'uomo che gli agenti della polizia di Bergamo hanno arrestato mercoledì sera in stazione a Bergamo, con in tasca un coltello da cucina mentre si accingeva a prendere il treno. Ed è lui che la vittima, una ragazza di 22 di Bergamo, ha riconosciuto come l'aggressore che il 12 dicembre, mentre si trovava sul convoglio partito da porta Garibaldi e che l'avrebbe riportata a casa, le ha usato violenza. Non appena infatti il soggetto le si era seduto accanto, la ragazza aveva tentato di allontanarsi ma lui, forte della sua corporatura fisica imponente, l'aveva spaventata mostrandole lo zaino contenente diversi coltelli. A quel punto per la poveretta era iniziato l'incubo con continui palpeggiamenti e la costrizione a baciarlo, mentre lei cercava di dimenarsi e lo supplicava di lasciarla andare. Dopo quasi una mezz'ora il delinquente si era fatto consegnare il telefono cellulare e se ne era andato. Il mattino successivo la 22enne si era recata alla polizia per fare denuncia ed erano così iniziate le indagini. La perizia sul tabulato telefonico aveva registrato una telefonata poco dopo la rapina. Ndir aveva infatti venduto il cellulare (che la vittima non aveva bloccato, ndr) a un marocchino, subito intercettato dagli investigatori L'uomo, regolare in Italia, di professione muratore aveva dichiarato di non conoscerlo ma di avere delle utenze telefoniche dalle quali in precedenza il senegalese lo aveva contattato. Le indagini portavano così a Merate dove il soggetto aveva domicilio. Il cerchio si stringeva attorno all'uomo fino a mercoledì sera quando gli agenti lo individuano a Bergamo, nei pressi della stazione prossimo a salire su un convoglio. In tasca Ndir aveva un coltello a lama liscia e lo spray al peperoncino mentre altri coltelli venivano rinvenuti nell'abitazione di Merate. L'uomo, riconosciuto sia dalla vittima che dal soggetto che aveva acquistato il telefono, non ha avuto scampo e ora si trova ora in carcere.
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