Verderio: ultimi testimoni al processo contro il rag. Crippa

Sarà sottoposto il prossimo 3 marzo a esame davanti al giudice Salvatore Catalano, il ragionier Carlo Crippa, a processo a seguito dell'indagine ''Quinto Potere'' condotta dalla Squadra mobile della Questura di Lecco, che aveva consentito di smantellare nel 2010, un'organizzazione specializzata soprattutto nell'aiutare immigrati clandestini a regolarizzare la propria posizione, fornendo falsa documentazione.
Un sistema al quale, secondo l'impianto accusatorio sostenuto stamani dal pubblico ministero Mattia Mascaro, anche l'imputato avrebbe preso parte attivamente, aiutando nella compilazione telematica dei moduli per la regolarizzazione degli stranieri e ritoccando all'occorrenza le dichiarazioni dei redditi degli stessi. Il tutto ottenendo un compenso economico per lo svolgimento di queste prestazioni.
Accuse respinte dal professionista, che difeso dal proprio legale di fiducia, Enzo Brienza del foro di Milano, ha scelto di andare a dibattimento (la maggior parte dei coinvolti nell'operazione a firma della Polizia di Stato, ha invece optato per riti alternativi).
Stamani davanti al giudice Catalano sono stati escussi due testimoni, tra i quali un dipendente dello studio Crippa, che dal professionista aveva lavorato quasi dieci anni. A precisa domanda del legale difensore dell'imputato, il teste ha spiegato la procedura di inserimento dati per le richieste da avanzare al Ministero, aggiungendo che erano state circa trenta le pratiche tese alla regolarizzazione degli extracomunitari gestite dallo studio.
L'avvocato Brienza, nell'interrogare il teste si è soffermato in particolare sui rapporti del dipendente con Pietro Quinto, anche lui coinvolto nell'indagine (ha definito la propria posizione giudiziaria patteggiando la pena). Imprenditore edile residente a Verderio,  Quinto sarebbe stato il tramite tra gli stranieri da regolarizzare e i presunti imprenditori che presentavano le relative richieste all'ufficio immigrazione. Un giro particolarmente vasto secondo quanto emerso dall'indagine della Questura, fatto da una trentina circa di extracomunitari da ''sistemare'' e da almeno 10-15 finti imprenditori che in molti casi fungevano da semplici prestanome, asserendo di dover regolarizzare colf o badanti.
Quinto era infatti cliente dello studio Crippa ma, come ha sostenuto il dipendente escusso stamani, nel 2009 sarebbe stato allontanato per problemi sorti a seguito di una pratica. Nonostante i rapporti professionali con lo studio di Cornate fossero formalmente conclusi, Quinto avrebbe continuato a recarsi dai professionisti. ''Spesso veniva per chiedere un consulto, cercava di carpire informazioni sulle procedure da effettuare o chiedeva la possibilità di fare delle fotocopie'' ha spiegato l'ex dipendente di Crippa, confermando di aver visto Quinto anche fuori dal lavoro, prestando addirittura dei soldi al verderiese, che non gli sarebbero mai stati restituiti.
Terminata l'escussione del teste, l'udienza è stata aggiornata al 3 marzo per l'esame dell'imputato. La discussione finale è invece in programma il giorno 17 dello stesso mese.



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