Omicidio Caroppa, conferma dell’ergastolo per Pirrotta

Valerio Pirrotta
Il 13 novembre 2013 presso il Tribunale di Como Santo Valerio Pirrotta era stato condannato all’ergastolo in quanto ritenuto il mandante dell’omicidio di Antonio Caroppa, l’operaio di Paderno d’Adda ucciso nel box della sua abitazione il 10 maggio del 2012. Oggi la pena ai danni dell’uomo di Lurago d’Erba è stata confermata  dai giudici della Corte d’appello di Milano.
A seguito della sentenza dello scorso novembre il legale difensore dell’uomo, Stefano Didonna, aveva annunciato ricorso, ma l’incarico gli era stato revocato e conferito a un collega di Como.
Valerio Pirrotta era stato indicato, nel corso delle diverse testimonianze rese a Como, quale la “mente” alla base del piano che ha portato alla morte di Caroppa, la cui vita è stata violentemente interrotta all’età di 42 anni. Egli si trovava a casa con la sua compagna, Stefania Iannoli, quando i cugini Fabio Citterio - tecnico informatico pure lui di 46 anni e di Lurago - e Tiziana Molteni - operatrice sanitaria 53enne di Dolzago – hanno suonato alla sua porta facendolo scendere in garage con la scusa di verificare le conseguenze di un incidente d’auto. I due, condannati a 30 anni di reclusione, hanno raccontato di aver ricevuto da Pirrotta un compenso in denaro per spaventare l’uomo, e di non avere avuto l’intenzione di uccidere il padre di famiglia padernese. Pirrotta era presente all’esterno dell’abitazione dell’uomo, ma non sulla scena del crimine. Antonio Caroppa, come racconta l'esito dell'autopsia sul suo corpo e l'ustione sul collo provocata dal colpo di pistola, non avrebbe avuto il tempo di difendersi e sarebbe stato ucciso da uno sparo a bruciapelo alla gola, a distanza ravvicinata. Durante il processo è stato imputato più volte a Valerio Pirrotta di aver agito per vendicare un esponente della 'ndrangheta, ex compagno di Stefania Iannoli, che non avrebbe approvato la nuova relazione della donna. L’ergastolo nei suoi confronti è stato confermato.

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