Beverate: 20° di ordinazione per don Carlo. Nell'omelia celebrata l'educazione alla fede

Don Carlo in due momenti della Messa

Ha improntato l'omelia della santa messa per il suo 20esimo di ordinazione sacerdotale sull'educazione e la trasmissione della fede don Carlo Leo, giovane sacerdote originario di Beverate tornato nella frazione briviese per celebrare con i suoi compaesani la ricorrenza dedicata a San Simpliciano (compatrono con Santa Margherita) e "il più piccolo tra gli anniversari ricordati quest'anno" come egli stesso ha affermato citando i più consistenti traguardi, nella vita consacrata, tagliati nel corso del 2014 dal parroco don Nando Gatti, dal suo predecessore don Luigi Oggioni, da monsignor Silvano Motta e da don Mario Maggi, tutti sacerdoti legati alla comunità rivierasca.
Lo ha fatto partendo dal passato e rivolgendo poi la propria attenzione alle nuove generazioni, sempre sul filo della sua esperienza personale.
Ha così ricordato "il caro" don Giovanni di cui, il prossimo 13 gennaio cadrà il ventesimo della morte ed in particolare il pomeriggio del Natale del 1994 trascorso in sua compagnia: "ero prete da sei mesi mai avrei pensato che di li a poche settimane non ci sarebbe più stato. Con parole molto semplici ha verificato la mia preparazione". E ancora sull'onda della "fede dei pastori che sono passati da qui" ha rivolto un pensiero a don Carlo, primo prevosto di Beverate, di cui si ricorderà il centenario della nascita. "Sono diventato parroco del paese in cui lui è cresciuto: dietro a queste coincidenze c'è il disegno di Dio. Come diceva Madre Teresa di Calcutta fidatevi di Dio e vedrete cosa sa fare".
Nel giorno dunque del suo anniversario, don Leo ha voluto condividere con i parrocchiani beveratesi questi pensieri, legati a "consegne e passaggi" riflettendo poi sulle Scritture e sul legame tra il patrono San Simpliciano e Sant'Ambrogio e Sant'Agostino, due figure "uscite dalla sua direzione".  Del vescovo originario di Beverate è stato così elogiato dal sacerdote, nato sotto il suo stesso cielo, il metodo: "con Agostino il metodo usato da Simpliciano non è stato di giudizio e pressione ma di valorizzazione di ciò che è umanamente buono". Egli è stato dunque "incanalato alla Sorgente". Da qui l'invito a tutti i presenti a continuare a essere "esempi vivi e concreti" per i propri figli e per i ragazzi del paese, senza chiudersi nel silenzio dinnanzi allo smarrimento della fede che vivono, magari per una parentesi più o meno lunga della loro esistenza, i giovani d'oggi.
Don Carlo, elevando ad esempio i bambini del catechismo che, a 9 anni ancora devono essere guidati nel compiere il segno della croce perché nessuno ha insegnato loro come va fatto, ha quindi descritto la Fede come "un fenomeno carsico: ciò che è stato dato non si perde, diventa sotterraneo per un certo periodo, poi riaffiora".
Con le sue parole semplici ma decise è così riuscito per la durata della sua "predica" a catalizzare l'ascolto della sua platea che, al momento dell'offertorio, non ha mancato di riservagli un regalo quale segno dell'affetto che la comunità nutre nei confronti di uno dei suoi figli divenuto sacerdote.
A. M.
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