I luoghi della memoria nel meratese: per non dimenticare le vittime della brutalità, una mappa dei cippi e dei monumenti

In occasione del 69° anniversario della Liberazione il Sindaco e l'Amministrazione Comunale di Imbersago hanno proposto ai cittadini un incontro sui luoghi della Resistenza nel Meratese.

Giovanni Ghislandi e Anselmo Brambilla

Anselmo Luigi Brambilla, nella presentazione, ha illustrato una grande pagina di storia del nostro Paese. Prima di iniziare il "viaggio" all'interno dei luoghi della resistenza del meratese ha puntualizzato l'importanza del 25 Aprile, dicendo che dovrebbe essere ricordato non solo come semplice commemorazione ma anche come cambiò volto dell'Italia; l'inizio della democrazia, l'inizio della diversità dopo venti anni di fascismo.  Una data che rappresenta l'inizio della voglia di libertà, della lotta contro l'oppressione.
Nello specifico, nelle nostre zone c'era un movimento partigiano che era di supporto fondamentale per quelli che combattevano in montagna. Infatti la zona del meratese serviva da cerniera per recuperare viveri e armi, facendo sabotaggi.
Anselmo Luigi Brambilla nella sua ricerca, raccolta in due libri "Partigiani tra Adda e Brianza" e "Comandante Lazzarini", ha percorso tramite i ricordi alcune tappe fondamentali della Resistenza.

Osnago


Per primo il monumento dedicato ad Osnago a Gaetano Casiraghi, detto  ul Galet, classe 1884 che fu impiccato dai nazisti il 28 ottobre del 1943 perché sorpreso a tagliare  e prelevare alcuni metri di filo di rame delle linee telefoniche poste dai tedeschi. 

La baita Pessina

Un altro evento per far comprendere la brutalità dei tedeschi nel periodo fascista da lui raccontato è quello della baita Pessina. L'11 ottobre del 1943, alle 4 del mattino, il piccolo paese, Giovenzana, venne circondato da truppe e autoblindo delle S.S. tedesche e della Guardia Nazionale Repubblicana alla ricerca di prigionieri fuggiti dai campi di concentramento  e di militari sbandati.  Catturarono cinque prigionieri alleati che erano fuggiti dal campo di concentramento di Ponte San Pietro e uccisero alla baita di Pessina due spagnoli, ex militari nascosti. Il paese corse il rischio di essere raso al suolo per aver prestato aiuto ai militari fuggiti dai campi di prigionia.

Verderio

Anche il monumento a Rovagnate è memoria di ciò che la resistenza ha fatto nel nostro territorio. Circa centoventi partigiani della Brigata Peucher nel pomeriggio del 26 Aprile accorsero a dare manforte ai colleghi di Merate nel tentativo di convincere alla resa il presidio tedesco.  All'altezza di Rovagnate i fascisti della Brigata Nera tesero loro un'imboscata attaccandoli a colpi di mitra.  Sopraffatti il gruppo lasciò sul terreno 19 morti, 4 feriti e 11 prigionieri. 
Questa è una valida testimonianza per rendersi conto della durezza della guerra, della violenza e della mancanza di libertà che c'era ai tempi. 

Lomagna-Valaperta

Infatti anche Valaperta ha subito la violenza inaudita delle Brigate Nere guidate dall'ingegner Emilio Formigoni. La mattina del 3 Gennaio 1945 quattro partigiani vennero fucilati. L'esecuzione fu eseguita da militi della G.N.R. di Missaglia e Merate. 
Oltre al movimento della resistenza non bisogna dimenticare che nel meratese e in Brianza c'erano gli ebrei sfollati dal milanese.  Le Brigate Nere ricordavano alla popolazione di non avere pietà per soggetti di non razza pura.  Cinque sfollati abitanti a Verderio Superiore il 6 Dicembre vennero arrestati e trasportati ad Auschwitz, da dove non fecero più ritorno.

Brivio - Beverate


Un'altra azione storica che segna quello che siamo oggi è la cattura e fucilazione del gerarca Roberto Farinacci a Beverate di Brivio.  I partigiani della 104° riuscirono a catturarlo, il 28 Aprile a Vimercate fu condannato a morte da un tribunale speciale.
Dopo questa ricostruzione storica il pubblico, molto coinvolto, è intervenuto raccontando i ricordi di guerra dei nonni e dei genitori.  Tra il pubblico presente  Francesco Casazza, Circolo Arci, partigiano che ha mostrato con  coraggio, orgoglio e commozione un suo documento personale del gruppo della Resistenza.

Francesco Casazza

Anche il primo cittadino, Giovanni Ghislandi, tramite i documenti recuperati ha spiegato ai cittadini presenti all'incontro come grazie ai partigiani sia nata la democrazia; ricordando l'importante presenza di Castelbarco nella battaglia di Ponte San Paolo a Roma.
L'incontro per la popolazione presente è risultato molto interessante e utile per ricordare il vero significato del 25 Aprile; per non dimenticare tutto quello che è stato e prendere la storia come vera e propria fonte di insegnamento anche per le generazioni future.
Eleonora Lico
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