Valmadrera: gli incendi dolosi e l'affido del lido poi revocato dal comune, nell'indagine che ha portato all'arresto di Rusconi

L'incendio al Pareo beach nel 2009
Verte intorno al lido di Parè, l'area di proprietà del comune di Valmadrera che si affaccia sul lago, gran parte della vicenda giudiziaria che ha portato all'alba di stamani all'arresto del sindaco Marco Rusconi e del consigliere comunale di Lecco, Ernesto Palermo.
L'inchiesta giudiziaria coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Milano, che ha visto l'esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere, prende proprio le mosse dai due incendi dolosi che avevano distrutto il locale estivo Pareo Beach, allestito nell'area di Parè a Valmadrera. Due atti incendiari di natura volontaria, che si erano registrati a distanza di nemmeno dodici mesi l'uno dall'altro: l'ultimo avvenuto tra il 7 e l'8 luglio 2009, mentre risale al il 28 luglio 2008 il primo episodio ai danni della struttura turistica di Valmadrera.
Gli inquirenti avevano iniziato a indagare a tutto campo sui fatti poichè, poco tempo dopo il secondo evento doloso, una società denominata ''Lido di Parè srl'' si era fatta avanti per rilevare l'area messa a disposizione dal comune che ne è il proprietario.
Una richiesta di affido avanzata a seguito del bando di gara a evidenza pubblica, promosso dall'amministrazione comunale di Valmadrera, per assegnare la gestione dell'area turistica.
Era il 2 maggio 2011 quando il settore Commercio del Comune di Valmadrera aveva pubblicato la ''graduatoria a seguito della gara per l'affidamento in concessione della gestione dell'area verde in località Paré'', svoltasi il 29 aprile: l'esito, secondo quanto riferivano le cronache di allora, attribuiva 86,67 punti alla ''Lido di Paré Srl'' e 83 alla società ''Bd Group Srl''. Un gruppo quest'ultimo che già gestiva il ''Pareo beach'' in precedenza, proprio quando era stato dato per ben due volte alle fiamme.
Il bando, della durata di un solo anno, riferito al periodo compreso tra il 1° maggio e il 1° ottobre, mirava a premiare il soggetto che sarebbe riuscito a soddisfare in maniera migliore le richieste di una clientela fatta di genitori e bambini, cercando di tutelare la tranquillità dei residenti, rispetto al periodo del ''Pareo beach'', frequentato anche nelle ore serali da tanti giovani dall'intero territorio a cavallo tra il lecchese e la provincia comasca.
''L'area di Parè verrà attrezzata con una casetta di m 6x11 ad uso chiosco e magazzino - si legge in un articolo pubblicato dalla nostra testata nella primavera 2011 - verranno posizionati 5 servizi igienici, di cui uno destinato ad handicappati e saranno predisposte diverse aree destinate alle differenti fasce di età. Per i bambini sarà introdotta una piscina all'aperto, di dimensioni ridotte, m 7x4, e diversi giochi, mentre per gli anziani verrà creato un campo di bocce e posizionati tavoli da gioco. Per i giovani e le famiglie verrà invece attrezzata un'area con campo da beach volley e sdraio. Non mancherà naturalmente la zona di prato libera per il posizionamento di singoli lettini da sole. Le attività previste nell'offerta prevedono un servizio Bar e ristoro, che servirà anche piatti preconfezionati e pizza da asporto, diversi spettacoli diurni per bambini e anziani e l'apertura del servizio bar anche durante le ore serali, garantendo in questa fascia oraria il rispetto per la zona residenziale''.
Tre mesi dopo, inaspettato, era giunto il dietro front da parte dell'amministrazione di Valmadrera, a seguito di una ''comunicazione atipica'' pervenuta dalla Prefettura, la quale segnalava probabili contatti tra i membri della compagine societaria ed esponenti della malavita organizzata. ''Dopo analisi approfondite e adeguati riscontri giuridici svolti dai tecnici comunali, si è evidenziata l'inopportunità di procedere all'assegnazione definitiva dell'area a tale società: scelta determinata principalmente dalle osservazioni e dai rilievi presenti in comunicazioni riservate pervenute dagli organismi competenti'' così spiegava l'epilogo della vicenda l'amministrazione Rusconi, in una nota diffusa nell'estate di tre anni fa.
Insomma, un'assegnazione stoppata dallo stesso comune, messo in allerta dagli enti superiori. E a questo proposito, non si era fatta attendere la reazione della società, che rivendicando gli investimenti già effettuati su quell'area, aveva promosso un ricorso al Tar, chiedendo danni per circa 200mila euro. Vicenda che si pensava potesse essersi chiusa qualche giorno fa, con la sentenza del tribunale amministrativo che dava ragione al comune. Proprio in considerazione di questi fatti, stupiscono i fatti odierni, con l'arresto del primo cittadino Marco Rusconi. I valmadredesi ricordano bene quel ''dietro front'' da parte della giunta.
Eppure, secondo quanto è emerso quest'oggi, prima che l'amministrazione comunale interrompesse la procedura di affidamento dell'area del lido di Parè, il sindaco Marco Rusconi sarebbe sceso a patti con la società assegnataria. Perlomeno questo è quanto emerge dall'impianto accusatorio, ancora tutto da dimostrare, nei confronti del primo cittadino.
E proprio a questo proposito, secondo quanto si legge nell'ordinanza del Gip di Milano, il sindaco di Valmadrera è indagato per "corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio".
Dopo infatti una prima promessa di 10mila euro, sempre secondo quanto hanno riferito quest'oggi gli inquirenti, successivamente ne riceveva 5mila da Trovato, Palermo, Redaelli e Lilliu affinché, in virtù della sua carica, riservasse alla ''Lido di Paré Srl'' un "trattamento preferenziale in violazione dei diritti di imparzialità" e compiesse atti di turbativa nella procedura di gara per il "rilascio della concessione comunale sull'area del lido".
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