Lecco, rapina al King bar: in aula il racconto della giovane spintonata e del titolare

E' proseguito questa mattina presso il Tribunale di Lecco il secondo procedimento penale originato dalla rapina messa a segno domenica 5 settembre 2010 all'interno del King Bar, locale di via Fratelli Torri Tarelli di Lecco.  Dinnanzi al collegio, presieduto dal dottor Salvatore Catalano con a latere i colleghi Gian Marco De Vincenzi e Maria Chiara Arrighi, si sta infatti procedendo nei confronti di A.S. cittadino albanese accusato di essere il complice di A.B., suo connazionale, già processato per il medesimo episodio, quest'oggi non comparso in Aula seppur citato come teste (ovviamente assistito) della pubblica accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Silvia Zannini subentrata alla collega Rosa Valotta, titolare, in origine, del fascicolo.

Hanno invece ricordato quel giorno la barista in servizio al momento della rapina e l'allora proprietario del locale. La prima ha spiegato che già il giorno precedente al fattaccio indicato al capo d'imputazione, erano misteriosamente stati asportati dal cambiamonete posizionato nell'area dedicata alle slot all'interno del bar circa 750 euro, elemento questo che l'aveva spinta a prestare maggiore attenzione nei confronti dei giocatori ed in modo particolare ai due albanesi, uno un po' più giovane dell'altro, che, da quindici giorni, frequentavano il locale, passando il loro tempo attaccati alle mangiasoldi. Si trattava appunto di A.S. e A.B., con i quali la ragazza aveva già avuto modo di scherzare sul fatto che entrambi avessero il medesimo nome di battesimo, dettaglio questo fatto presente in fase di testimonianza ai giudici.

"Ero impegnata a preparare i panini quando improvvisamente ho sentito un rumore, come se fossero cadute delle monete" ha spiegato la signorina, raccontando poi di aver raggiunto la zona in cui erano state piazzate le slot e di aver notato il più giovane dei due balcanici a terra intento a raccogliere i pezzi da 1 euro rovinati al suolo e seguito dalla forzatura del cassetto di una delle macchinette. L'altro avrebbe cercato di impedirle di avvicinarsi, riuscendo però a fuggire per primo con il sacchetto contenente i soldi rubati. Nel tentativo di bloccare il complice, la barista non ha esitato a pararsi davanti allo stesso, venendo così afferrata per le spalle e poi spintonata.

"Ho visto una vecchia Mercedes marroncino-grigio partire, mi sono messo al volante della mia macchina e ho provato a inseguirla" ha raccontato invece l'allora titolare del King Bar, avvisato telefonicamente dalla sua dipendente e giunto in pochi istanti sul posto, vivendo in un appartamento poco distante. "Ho intravisto il personaggio a bordo dell'auto ma ha fatto una manovra rapida, passando con il rosso e facendomi così perdere le sue tracce. Ho così chiamato la pattuglia spiegandogli l'accaduto". La Polizia, come ricordato dall'ispettore superiore Verbicaro, escusso in una precedente udienza, risalì così al proprietario della vettura che a sua volta indicò in A.B. come l'uomo a cui aveva prestato il mezzo senza che gli venisse poi restituito. Rintracciato il primo albanese, gli operanti "scovarono" poi anche il secondo, ovvero l'odierno imputato nei confronti del quale sarà emessa sentenza il prossimo 22 maggio, dopo le requisitorie della pubblica accusa e della difesa sostenuta dall'avvocato Elena Barra.



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