In Provincia alto rischio di frane e alluvioni per 27mila residenti di 56 comuni. La frana di Monte Marenzo nel 2013 tra gli eventi peggiori
65 kmq, 56 comuni, 26.952 abitanti, 11.373 famiglie, 13.789 abitazioni, 4.806 edifici residenziali. Queste le entità che, in Provincia di Lecco, sono interessate da una elevata criticità idrogeologica. Vale a dire che si trovano in zone in cui il rischio di dissesto del territorio (frane e alluvioni) è reale, così come la possibilità che cose e persone restino coinvolte in tali pericolosi eventi.
A questi dati relativi al settore residenziale si possono aggiungere 334 industrie, 32 scuole, 3 ospedali con un possibile coinvolgimento di 8.603 persone che lavorano in questi luoghi.
I numeri relativi alla situazione del nostro territorio si evincono dal Nuovo rapporto Ance Cresme "Focus Lombardia" sul rischio idrogeologico, presentato all'inizio di marzo con dati aggiornati all'inizio di febbraio 2014.
In Italia sono 6.631 i comuni che si trovano in aree ad elevata criticità idrogeologica - l'82% del totale - e rientra in questa categoria il 9,8% della superficie del Bel Paese (29.500 Kmq).
In Lombardia il dato riguarda 928 comuni - 60,1% del totale - e l'8,9% della superficie territoriale (2.114 Kmq). Nella "classifica" nazionale la Lombardia si pone ai primi posti per numero di comuni e superficie coinvolta, dopo Emilia Romagna, Piemonte, Campania e Toscana.
Oltre mezzo milione di persone nella nostra Regione vive nelle aree a rischio frane e alluvioni e il fenomeno coinvolge in maniera particolare i territori di Sondrio, Pavia e Brescia ma, per l'elevato numero di popolazione residente, non può essere trascurato anche nelle zone di Milano e Monza-Brianza a noi vicine.
Questo il dettaglio delle Province, tra cui quella di Lecco, relativamente al settore residenziale:
Qui risultano presenti 334 industrie, 32 scuole e 3 ospedali, come risulta dalla seguente tabella:
A Lecco risultano 17 eventi, di cui la maggior parte registrata nel 2010:
Tra i principali dissesti verificatisi tra il 2009 e il 2014 in Lombardia figurano nel rapporto alcuni eventi della nostra Provincia: l'alluvione di Civate del 2009 che ha coinvolto il torrente Toscio causando la morte di Mario Valsecchi, la frana di grossi massi lo scorso maggio a Monte Marenzo che provocò 120 sfollati, una alluvione a Premana lo scorso dicembre con 8 sfollati.
Uno dei principali elementi di rischio è legato all'orografia del territorio. In Italia il 35% della superficie è definibile collinare o montana e comprende una popolazione di quasi 7,5 milioni di abitanti. E sono proprio le aree montane e collinari maggiormente abitate a far registrare il maggior numero di eventi di dissesto idrogeologico con vittime, sfollati e feriti.
Lo stesso si può dire per il settore non residenziale:
È invece trascurabile, cioè molto basso, il rischio sismico in tutti i 90 comuni lecchesi, dove sono stati rilevati dal 2008 al 2013 solo 3 eventi.
Attualmente, al di là dell'impegno di molti volontari all'opera sul nostro territorio, le amministrazioni lecchesi si trovano con le mani legate di fronte ad un rischio reale che ad ogni pioggia particolarmente intensa può trasformarsi in tragedia.
I massi caduti a Monte Marenzo nel 2013
A questi dati relativi al settore residenziale si possono aggiungere 334 industrie, 32 scuole, 3 ospedali con un possibile coinvolgimento di 8.603 persone che lavorano in questi luoghi.
I numeri relativi alla situazione del nostro territorio si evincono dal Nuovo rapporto Ance Cresme "Focus Lombardia" sul rischio idrogeologico, presentato all'inizio di marzo con dati aggiornati all'inizio di febbraio 2014.
In Italia sono 6.631 i comuni che si trovano in aree ad elevata criticità idrogeologica - l'82% del totale - e rientra in questa categoria il 9,8% della superficie del Bel Paese (29.500 Kmq).
L'alluvione a Civate nel 2009
In Lombardia il dato riguarda 928 comuni - 60,1% del totale - e l'8,9% della superficie territoriale (2.114 Kmq). Nella "classifica" nazionale la Lombardia si pone ai primi posti per numero di comuni e superficie coinvolta, dopo Emilia Romagna, Piemonte, Campania e Toscana.
Oltre mezzo milione di persone nella nostra Regione vive nelle aree a rischio frane e alluvioni e il fenomeno coinvolge in maniera particolare i territori di Sondrio, Pavia e Brescia ma, per l'elevato numero di popolazione residente, non può essere trascurato anche nelle zone di Milano e Monza-Brianza a noi vicine.
Questo il dettaglio delle Province, tra cui quella di Lecco, relativamente al settore residenziale:
Qui risultano presenti 334 industrie, 32 scuole e 3 ospedali, come risulta dalla seguente tabella:
A Lecco risultano 17 eventi, di cui la maggior parte registrata nel 2010:
Tra i principali dissesti verificatisi tra il 2009 e il 2014 in Lombardia figurano nel rapporto alcuni eventi della nostra Provincia: l'alluvione di Civate del 2009 che ha coinvolto il torrente Toscio causando la morte di Mario Valsecchi, la frana di grossi massi lo scorso maggio a Monte Marenzo che provocò 120 sfollati, una alluvione a Premana lo scorso dicembre con 8 sfollati.
Uno dei principali elementi di rischio è legato all'orografia del territorio. In Italia il 35% della superficie è definibile collinare o montana e comprende una popolazione di quasi 7,5 milioni di abitanti. E sono proprio le aree montane e collinari maggiormente abitate a far registrare il maggior numero di eventi di dissesto idrogeologico con vittime, sfollati e feriti.
Lo stesso si può dire per il settore non residenziale:
È invece trascurabile, cioè molto basso, il rischio sismico in tutti i 90 comuni lecchesi, dove sono stati rilevati dal 2008 al 2013 solo 3 eventi.
Attualmente, al di là dell'impegno di molti volontari all'opera sul nostro territorio, le amministrazioni lecchesi si trovano con le mani legate di fronte ad un rischio reale che ad ogni pioggia particolarmente intensa può trasformarsi in tragedia.