Lecco, loc. Chiuso: le ha accoltellate e deposte l’una accanto all’altra sul letto matrimoniale. Poche le parole della madre. ''Le ho uccise io e poi ho tentato di suicidarmi''.

Non si sa cosa abbia guidato la sua mano. All'alba di questa mattina, un'assolata domenica quasi primaverile, però, ha ucciso. Lo ha confessato lei stessa. Probabilmente servendosi non di uno, bensì di due coltelli da cucina, ha posto fine all'esistenza delle sue tre bambine, sangue del suo sangue, cercando poi, invano, di togliersi la vita. Edlira Dobrushi, 38enne di origine albanese, per ragioni ancora tutte da appurare, prima delle 6.30 di quest'oggi ha colpito ripetutamente, a morte, le sue piccine Sydni di appena 3 anni, Keisi di 10 e Simona di 13 con quest'ultima che, probabilmente, ha perfino tentato di scampare alla mattanza, morendo poi, come le sorelline, sotto i colpi inferti dalla mamma, unica presenza adulta in famiglia dopo la separazione dal marito Baskim, partito proprio ieri per l'Albania.

Al centro il ten. col. Rocco Italiano

Proprio Edlira, casalinga senza un'occupazione, avrebbe dato l'allarme, suonando il campanello di un'altra famiglia residente nel piccolo condominio rosa salmone di Corso Bergamo, nel rione di Chiuso, "affacciato" sul cantiere per l'imbocco della nuova Lc-Bg. Uscita dal suo appartamento al secondo piano, chiudendo a chiave la porta alle sue spalle, la donna, visibilmente sotto shock e con gli abiti sporchi di sangue, ha chiesto aiuto, senza però fornire indicazioni sulle bambine. "Non ci sono" avrebbe farfugliato al dirimpettaio che, poco prima, prima che tornasse a calare il silenzio, aveva però avvertito delle urla, ricondotte inizialmente a un classico diverbio madre-figlia. Ed invece...

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"Alle 6.27 siamo stati contattati dall'equipaggio del 118 che si stava recando in Corso Bergamo presso un appartamento, allertato da un vicino di casa che informava che c'era questa signora in stato confusionale, sporca di sangue.  Siamo giunti sul posto, abbiamo trovato li la donna" ha spiegato il Comandante Provinciale dei Carabinieri Rocco Italiano, recatosi poi personalmente, così come il questore Alberto Francini, a Chiuso. "Mai vista una cosa del genere" ha proseguito il tenente colonnello, nel cui curriculum, di tutto rispetto, figura una lunga esperienza nell'Aspromonte, nonché esperienze di comando non solo in Calabria ma anche a Lanciano, Pozzuoli e Foggia.

Il sostituto procuratore Silvia Zannini e il ten. col. Alessandro Giuliani

L'arrivo dell'anatomopatologo Paolo Tricomi


Vistose tracce ematiche, erano infatti presenti in tutte e tre le stanze di cui si compone il piccolo alloggio, 60 metri quadri in tutto, teatro del triplice infanticidio.
"Quello che possiamo dire certamente è che noi abbiamo trovato le bambine sistemate sul letto della camera matrimoniale: è verosimile, dalla scena del crimine, che l'omicidio non sia avvenuto in quella camera ma nelle altre stanze della casa e che poi le abbia ricomposte li".

Saranno i rilievi, condotti dal nucleo investigativo e dalla scientifica, nonché l'esito dell'ispezione esterna condotta sui corpicini delle tre vittime dall'anatomopatologo Paolo Tricomi, giunto a metà mattina a Chiuso, a confermare o meno se Simona, la maggiore delle tre bambine, abbia effettivamente cercato di difendersi come sembrerebbe "testimoniare" il sangue sparso ovunque, nel salotto con cucina così come nella cameretta con letto a castello condivisa da due delle piccine e nella stanza matrimoniale.
"Tutte e tre hanno ferite lace-contuse, da arma da taglio" ha comunque già potuto affermare il Comandante Italiano. "Due alla gola ma stiamo aspettando l'esito del medico legale. L'autopsia poi ovviamente ci darà tutte le indicazioni".

Ferita, come dicevamo, anche Edlira: "la signora tra le altre cose ha detto di aver tentato di suicidarsi e  presentava quindi lesioni alle braccia, alle mani e all'addome (quest'ultima è la più grave)".  Ella avrebbe poi ammesso le proprie responsabilità: "alle 11.30 abbiamo tratto in arresto la mamma delle tre piccole trovate cadavere questa mattina a Lecco. La donna è responsabile dell'uccisione delle tre figlie: si è assunta la paternità dell'omicidio e al termine dell'interrogatorio che abbiamo effettuato unitamente al magistrato e all'avvocato, l'abbiamo dichiarata in stato di arresto. La signora non ha dato indicazioni sulle motivazioni del gesto, anche perché non era nelle condizioni psico-fisiche per poter ricostruire la vicenda. Era in totale stato confusionale e aveva delle ferite per cui l'abbiamo poi lasciata nelle mani dei medici perché doveva essere operata" ha spiegato il Tenente Colonnello, incontrando la stampa, nel primo pomeriggio odierno al termine di una mattinata convulsa, con l'arrivo a Lecco, per documentare una tragedia ancora senza un perché, delle principali emittenti televisive e degli inviati dei maggiori giornali del Paese.

Simona

Keisi e  Sydni

"Chiaramente la signora sarà risentita quando sarà nelle condizioni di poterci dare ulteriori indicazioni". La 38enne è stata infatti sottoposta a un intervento chirurgico per suturare le ferite che si sarebbe auto-inferta. Il fascicolo, relativo alla vicenda, è nelle mani della dottoressa Silvia Zannini, sostituto procuratore giunta solo il mese scorso in città. Accompagnata, come dicevamo, dal Comandante Italiano, dal Questore, dal capo della squadra mobile Marco Cadeddu, dal tenente colonnello Alessandro Giuliani  e dal sottotenente Simone Scafuri, il magistrato ha raggiunto prima delle 9 di questa mattina l'abitazione teatro del triplice omicidio recandosi poi all'ospedale Manzoni per l'interrogatorio della madre, fin da subito principale indiziata.

Il vicino di casa che ha dato l'allarme

Dinnanzi a un nugolo di cittadini incuriositi dal massiccio dispiego di forze dell'ordine, con una vasta area intorno al palazzo teatro dell'accaduto cinturata dai Carabinieri e gli agenti della Polizia Locale impegnati nella gestione del traffico, e sotto l'occhio delle telecamere pronte a immortalare il tutto, sono poi sfilati gli zii delle piccole vittime in cerca di conferme e spiegazioni.  Uno di loro sarebbe stato sottoposto, di prima mattina, a interrogatorio da parte dei militari, per chiarire la posizione del fratello Baskim, padre delle bimbe, il quale fresco di separazione dalla moglie e per questo alloggiato presso parenti residenti in un altro appartamento di Corso Bergamo, si troverebbe però, già da ieri, in Albania. A lui il compito di rintracciarlo e di comunicagli l'agghiacciante notizia delle sue tre creature strappate alla vita dalla loro mamma.

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