5 marzo: parliamo di donne

PARLIAMO DI DONNE

5 MARZO 2014

Ogni anno mi ripeto che "per quest'anno non voglio niente", invece le amiche/sorelle di ogni parte d'Italia mi pensano e mi mandano il loro ricordo in quanto donne.

Sono una conservatrice e accantono tutto, in attesa di tempi migliori e di poter utilizzare per gli altri quello che ha fatto bene a me.

Ecco dunque che in questi giorni metterò a frutto il mio progetto e faccio ripartire nel web quei pensieri, aforismi, racconti che non ho il diritto di trattenere, perché come hanno fatto felice me, faranno felici altre donne.

Questo testo è stato letto durante un programma radiofonico, credo sia salutare leggerlo.

 

 

LA  RINASCITA  DELLA  DONNA

 

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita.

No, non è mai finita per una donna.

Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa l'amore o la malattia.
Parlo di te, che affronti questo periodo che non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa, che, da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all'altezza o se ti vedi condannare.

Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai. E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.

Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.

Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.

Eppure te la racconti, e lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".

E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo che ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natale e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.

Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto. Dio quanto piangete!

Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.

Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?

E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze! Lacrime e parole.

Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia senso al tuo dolore.

"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"

Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile.

Ecco è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?

E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova formula per la tua nuova te.

Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.

Non ne puoi più essere quella di prima.

Prima della ruspa.

Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.

Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.

Parte piano, bisogna  insistere.

Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.

Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende e dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori e con un fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa. E' la primavera a novembre.  

Quando meno l'aspetti.

                                               (Citato durante il programma radiofonico di Jack Folla)


Cioccolata calda per l'anima, oppure brodo caldo per l'anima, come alcuni libri del passato che servivano proprio a farci uscire dal tunnel della depressione o della delusione... Alcune hanno imparato il meccanismo, altre meno, ma è vero che la forza è dentro di noi. Anch'io mi sono vaccinata contro la depressione e alcuni anni fa ne scaturì una poesia che vi propongo

 

E quando sento il vuoto intorno a me,

mi chiudo,

piccola ostrica sul fondo marino,

nascosta.
 

Il meraviglioso dipinto che segue è di Franco Farina, pittore in Olgiate Molgora (LC), olio su tela, il titolo è "Estasi e Passione" e mi pare che ci possa stare alla grande come dedica alle donne che ci seguono!

 





 

 

I dipinti di Franco Farina sembrano uscire dall'anima. Figure eteree, perse nell'infinito. Qui si possono vedere due "sé", sopra il punto vita, dove sta il cuore; si possono scorgere  ben due entità, una che si dispera e una che vola, ma un unico corpo le sostiene. Una donna che ama è spesso lacerata dai dubbi, dalla passione e dalla razionalità, un conflitto continuo, anche se spesso, sappiamo bene che noi donne ci muoviamo con l'istinto e la passione.

 

Concludo con una mia poesia di qualche tempo fa, che ritengo una mia sintesi del femminismo.

 

 

 

LE RAGAZZE DEGLI ANNI '70

 

Noi, donne,

trattenute

come farfalle

impazzite,

poi liberate,

senza contegno,

poi arrabbiate,

senza ritegno;

illuse, nel tempo,

di essere capite.

Svilite,

nei ruoli forzati,

perdute,

tra i sensi di colpa,

smarrite

da tanti abbandoni.

Consapevoli, ora,

di occasioni perdute;

porzioni, poi,

di famiglie fallite,

smembrate...

tradite...


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Franca Oberti
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