Mandic: dopo due operazioni non muove più una gamba. E ora ha denunciato due medici

Il pubblico ministero Paolo Del Grosso ha chiesto l'archiviazione del caso, ma il legale di parte civile, Ermanno Gorpia del foro di Milano, si è opposto. E ora toccherà al giudice delle udienze preliminari Massimo Mercaldo, decidere il da farsi. Intanto si è riservato del tempo per esaminare in maniera ancor più approfondita, i delicati fatti in oggetto.
La vicenda giudiziaria approdata stamani nell'aula del Gup del tribunale di Lecco, risale a due anni fa, quando un cittadino di origine marocchina, classe 1976, residente a Casatenovo, si è sottoposto ad una doppia operazione a distanza ravvicinata presso l'ospedale Mandic di Merate.
Un'ernia del disco, curata presso il reparto di ortopedia del nosocomio meratese dopo che l'uomo, secondo quanto riferitoci dal suo legale, si era sottoposto ad alcune visite, poiché affetto da una sospetta lombosciatalgia. A seguito dell'operazione però il paziente avrebbe accusato problemi ancora più seri, non riuscendo più a muovere la gamba destra.
Al centro del procedimento è quindi finito l'operato dei due medici del Mandic che sottoposero alle due operazioni ravvicinate, (a fine marzo e inizio aprile 2012) il 38enne di Casatenovo.
Il legale che assiste il paziente sta cercando di porre all'attenzione del giudice, eventuali negligenze commesse in sala operatoria, che avrebbero potuto addirittura peggiorare le condizioni fisiche del proprio assistito.
Il processo celebrato a porte chiuse nell'aula del Gup, si è avvalso della relazione fornita dai consulenti nominati dal pubblico ministero: Motta e Facchinetti, che hanno prodotto una propria analisi dettagliata sull'operazione eseguita sul 38enne di Casatenovo. E proprio sulla base della risultanze della consulenza, il pm Del Grosso avrebbe optato per la richiesta di archiviazione, ritenendo che le conclusioni non attribuissero alcuna responsabilità ai due medici.
Stamane in aula è comparsa la presunta parte lesa: l'uomo, costretto su una carrozzina, ha spiegato al giudice di essere arrivato in ospedale con la propria auto, a testimonianza del fatto che prima dell'operazione poteva guidare. Condizione che ad oggi gli sarebbe invece preclusa.
Nettamente diversa la posizione dell'avvocato Diego Munafò, legale difensore dei due medici del Mandic che al momento e sino alla decisione definitiva del Gup Mercaldo, risultano soltanto indagati per lesioni colpose (590 CP).
Secondo quanto ci ha riferito, il danno lamentato dal paziente non sarebbe diretta conseguenza di errori medici, bensì di una degenerazione della patologia di cui soffre il casatese. Per questo motivo il legale ha insistito per la richiesta di archiviazione, associandosi alla posizione del pubblico ministero Del Grosso. ''Siamo assolutamente sereni e rimaniamo in attesa della decisione del giudice'' ha commentato l'avvocato Munafò.
La parola fine alla vicenda la potrà mettere solo il Gup Mercaldo, già nei i prossimi giorni. Non è escluso però, che il giudice possa richiedere un'indagine suppletiva al fine di effettuare ulteriori accertamenti. È quanto si augura il legale di parte civile, l'avvocato Gorpia: ''crediamo sia necessario fugare ogni dubbio in merito a quanto accaduto in fase operatoria. Non ci bastano delle supposizioni, vogliamo certezze''.
Il nodo cruciale del procedimento è capire se il peggioramento delle condizioni del 38enne possa essere diretta conseguenza delle operazioni cui è stato sottoposto al Mandic o al contrario se si tratti dell'evoluzione della patologia di cui è affetto. Questione sulla quale difesa e parte civile presentano posizioni diametralmente opposte.
G. C.
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