Lecco: amicizia, competizione e strategia. E’ lo scherma, sport che è palestra di vita

Uno sport completo, di testa, che sviluppa agilità, equilibrio ma soprattutto disciplina. Stiamo parlando della scherma, troppo spesso declassata rispetto al più comune calcio o pallavolo, che in realtà coinvolge grandi e bambini, non richiede particolari capacità fisiche e aiuta a gestire sia emozioni, sia situazioni di particolare tensione. Una palestra di vita, insomma, che, lontano da chi pensa che sia solo uno sport 'di armi',  può aiutare molto i ragazzi a crescere con sani principi: educazione e rispetto. Quegli stessi valori che vuole trasmettere anche il Circolo della Scherma Lecco, nato nel 1991 e cresciuto con uno dei più grandi campioni italiani, Dario Mangiarotti.

La determinazione e la passione per questo sport ha portato il Circolo ad ampliarsi negli anni e a traslocare nelle diverse palestre della città per trovare uno spazio sempre più consono per far allenare i ragazzi, vedendo così i20 soci iniziali superare negli anni le 70 iscrizioni."Mi sono avvicinato a questo sport quando, pensando ai miei ragazzi, mi chiedevo come poterli aiutare a trascorrere il tempo libero facendo qualcosa di intelligente. La risposta è stata la scherma e da li è poi iniziato tutto" ha spiegato il presidente del Circolo Federico Bonomelli. Più che in un Circolo, quando si apre la porta di via Cantarelli, si ha subito l'impressione di entrare in una grande famiglia, dove grandi e piccini si allenano insieme, dove l'autocontrollo e il rispetto dell'avversario sono principi imprescindibili che, se non rispettati, possono portare alla punizione. Nemici in pedana, quindi, ma migliori amici una volta deposta l'arma.

"Sembra una disciplina violenta. In realtà è uno sport basato sulla strategia, concentrazione, calma, controllo del proprio io e intelligenza, considerando che prevede tempi di reazione e decisionali brevi - ha continuato Bonomelli - E' anche uno sport che si basa sul rispetto dell'avversario, che va salutato in un incontro insieme al maestro e al pubblico". Sequenza di gesti, questa, che può essere punita se non effettuata. Dai 5 ai 62 anni, al Circolo di Lecco sono presenti diverse generazioni che si confrontano, si aiutano e si allenano insieme.

La palestra è frequentata anche da due disabili, costretti sulla sedia a rotelle, per cui è stata costruita una pedana ad hoc. Nessuna differenza, nessuna discriminazione: gli altri ragazzi tirano con loro di scherma, a loro volta seduti, costruendo così anche un solido rapporto di amicizia. All'allenamento seguono poi le gare, un valido momento che permette al ragazzo di "crescere e diventare adulto divertendosi". "Si tratta di uno sport singolo, è vero - ha proseguito Bonomelli - ma nello stesso tempo il ragazzofacomunque parte di una grande squadra".Tirare da soli significa in primis essere responsabili delle vittorie, così come delle sconfitte; significa imparare a gestire ogni tipo di situazione, imparare a perdere e rispettare chi ha vinto. Nonostante gli allenamenti previsti siano circa 3 volte a settimana, non è raro trovare in palestra ogni giorno genitori e ragazzi che si incontrano per stare in compagnia, certi di trovare un ambiente gioviale e familiare. Uno spazio in cui si va ben oltre il singolo concetto di allenamento, dove la parola sport significa coesione, valori e principi.  Iniziare con la scherma è molto semplice: il Circolo organizza corsi di  sciabola,  spada e fioretto, in diversi giorni e orari, con diversi maestri,  a seconda delle esigenze e per gruppi di età.
Per chi fosse interessato, può visitare il sito www.schermalecco.it oppure telefonare al numero 0341.366422.
Clarissa Colasanti
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