Lecco: dalle Caviate alla Malpensata. Per il porto turistico c’è un’apertura della giunta
Con un emendamento al Pgt presentato dallo stesso Sindaco Brivio è stata approvata dopo una lunga discussione in consiglio la possibilità di costruire a Lecco un porto turistico.
Un'opera della quale si discute da decenni, tra chi la ritiene indispensabile per lo sviluppo turistico cittadino e quanti lo giudicano un inutile spreco ambientale.
Già nel 2007, sotto l'allora amministrazione Faggi, si era ipotizzata la costruzione un importante porto in zona Caviate, con annessi alberghi e condomini. Un'idea che aveva scatenato le critiche di numerose associazioni ambientaliste e di 4000 cittadini che in una petizione si erano detti contrari, tanto che il progetto era stato accantonato.
Ma non dimenticato.
Ieri sera infatti la questione è tornata alla ribalta, con un vero e proprio scontro tra i consiglieri.
Da una parte il centrodestra (ma anche Confcommercio) che ha proposto la costruzione di un porto "importante" in zona Caviate. «Riteniamo fondamentale che Lecco debba avere un porto e non un porticciolo - ha illustrato Pasuqini (NCD) - È un'idea di città diversa.»
Dall'altra la posizione di Magni (Sel) secondo cui il porto alle Caviate «è inutile e al di fuori di ogni ragionevolezza» e che preferirebbe che si rendesse quella zona di lungolago una sorta di lido dove i lecchesi possano riappropriarsi del Lario, prendere il sole e tuffarsi nelle acque, senza doversi necessariamente spostare nei comuni limitrofi.
Nel mezzo la posizione della giunta che, anche per non calpestare le sensibilità più ambientaliste (dentro e fuori il consiglio), ha accolto sì l'idea di dotare Lecco di un attracco nautico, ma in una versione più ridotta e spostandolo nella baia in zona "Malpensata".
L'emendamento del sindaco ha voluto essere infatti una mediazione: da una parte accogliere l'insistente richiesta di un porto che da anni viene portata avanti dalla Canottieri, dalle associazioni di turismo e commercio, e dagli ambienti del centro destra; dall'altra "tranquillizare" l'anima più ambientalista della sinistra lecchese che - viste anche le proposte passate - guarda ancora con sospetto all'opera. Infatti se da un lato la delibera non indica una locazione precisa tra Caviate e Malpensata, dall'altro specifica che "i progetti specifici dovranno coerentemente e correttamente essere preventivamente valutati sotto i profili ambientali di sostenibilità senza creare alterazioni permanenti e invasive alla percezioni visive del water front".
«È impensabile che il capoluogo di provincia sul lago non abbia il proprio porto. Siamo indietro anni luce rispetto al Lago di Garda» ha commentato il consigliere Richard Martini, grande appassionato di vela, proponendo poi come modello il porto realizzato a Mandello: un porto mobile, seppur di ampie dimensioni, realizzato con le tecniche più moderne, che non sia - anche esteticamente - impattante con il paesaggio.
Insomma quel che è certo è che l'idea avanzata a suo tempo - e che molto aveva fatto discutere - di un porto imponente, in cemento, con annessi alberghi e palazzi a ridosso del lago, oggi è stata completamente abbandonata da tutte le forze politiche.
Per ora il Pgt - che verrà approvata questa sera (venerdi 24 gennaio) - lascia un'indicazione volutamente vaga e c'è da scommetterci che, se e quando se ne deciderà la realizzazione, lo scontro su posizione, tipo di costruzione e numero di barche sarà durissimo.
Un'opera della quale si discute da decenni, tra chi la ritiene indispensabile per lo sviluppo turistico cittadino e quanti lo giudicano un inutile spreco ambientale.
Già nel 2007, sotto l'allora amministrazione Faggi, si era ipotizzata la costruzione un importante porto in zona Caviate, con annessi alberghi e condomini. Un'idea che aveva scatenato le critiche di numerose associazioni ambientaliste e di 4000 cittadini che in una petizione si erano detti contrari, tanto che il progetto era stato accantonato.
Ma non dimenticato.
Ieri sera infatti la questione è tornata alla ribalta, con un vero e proprio scontro tra i consiglieri.
Da una parte il centrodestra (ma anche Confcommercio) che ha proposto la costruzione di un porto "importante" in zona Caviate. «Riteniamo fondamentale che Lecco debba avere un porto e non un porticciolo - ha illustrato Pasuqini (NCD) - È un'idea di città diversa.»
Dall'altra la posizione di Magni (Sel) secondo cui il porto alle Caviate «è inutile e al di fuori di ogni ragionevolezza» e che preferirebbe che si rendesse quella zona di lungolago una sorta di lido dove i lecchesi possano riappropriarsi del Lario, prendere il sole e tuffarsi nelle acque, senza doversi necessariamente spostare nei comuni limitrofi.
Nel mezzo la posizione della giunta che, anche per non calpestare le sensibilità più ambientaliste (dentro e fuori il consiglio), ha accolto sì l'idea di dotare Lecco di un attracco nautico, ma in una versione più ridotta e spostandolo nella baia in zona "Malpensata".
L'emendamento del sindaco ha voluto essere infatti una mediazione: da una parte accogliere l'insistente richiesta di un porto che da anni viene portata avanti dalla Canottieri, dalle associazioni di turismo e commercio, e dagli ambienti del centro destra; dall'altra "tranquillizare" l'anima più ambientalista della sinistra lecchese che - viste anche le proposte passate - guarda ancora con sospetto all'opera. Infatti se da un lato la delibera non indica una locazione precisa tra Caviate e Malpensata, dall'altro specifica che "i progetti specifici dovranno coerentemente e correttamente essere preventivamente valutati sotto i profili ambientali di sostenibilità senza creare alterazioni permanenti e invasive alla percezioni visive del water front".
«È impensabile che il capoluogo di provincia sul lago non abbia il proprio porto. Siamo indietro anni luce rispetto al Lago di Garda» ha commentato il consigliere Richard Martini, grande appassionato di vela, proponendo poi come modello il porto realizzato a Mandello: un porto mobile, seppur di ampie dimensioni, realizzato con le tecniche più moderne, che non sia - anche esteticamente - impattante con il paesaggio.
Insomma quel che è certo è che l'idea avanzata a suo tempo - e che molto aveva fatto discutere - di un porto imponente, in cemento, con annessi alberghi e palazzi a ridosso del lago, oggi è stata completamente abbandonata da tutte le forze politiche.
Per ora il Pgt - che verrà approvata questa sera (venerdi 24 gennaio) - lascia un'indicazione volutamente vaga e c'è da scommetterci che, se e quando se ne deciderà la realizzazione, lo scontro su posizione, tipo di costruzione e numero di barche sarà durissimo.
Paolo Valsecchi