Causa Mattavelli onoranze funebri contro comune di Merate: pretesa morta, alle esequie deve provvedere il defunto stesso

La società Pompe Funebri fratelli Mattavelli sas di Osnago pretendeva dal comune di Merate un indennizzo oscillante tra i 600mila e un milione e mezzo di euro. Ne riceverà 21.000 e non si convincerà mai che questa "sommetta" è un regalo, perché danno non c'è stato e indennizzo non deve esserci. Ai fratelli Mattavelli non rimane che fare il funerale alle proprie pretese ora che il Consiglio di Stato ha messo la parola fine a una causa amministrativa introdotta con ricorso al Tar della Lombardia il 23 giugno 2008, ma iniziata già prima, nel 2005 con un'istanza di rimborso presentata quando era sindaco Giovanni Battista Albani. Ero consigliere comunale allora. Chiesi al sindaco di poter leggere il documento del legale perché si trattava di materia che conoscevo bene in quanto oggetto della mia professione. Giunto all'ultima riga lo rassicurai. Gli dissi che non stava in piedi. Sono passati cinque anni e sette mesi, tra ricorsi, memorie, deduzioni, perizie, proroghe e rinvii, ma adesso è finita. Una vicenda esemplare costruita sul convincimento che il comune di Merate avesse nella prima parte degli anni Novanta consumato un sopruso - e forse anche indotto un favoritismo nei riguardi di un concorrente - per avere negato l'autorizzazione all'apertura di un negozio di casse da morto in Merate.
Questo giornale ha raccontato la vicenda, l'ha spiegata nei minimi particolari, ci ha anche in qualche misura ironizzato perché al nostro cronista è parsa subito improponibile sotto il profilo sia del merito che del diritto. E legittimamente l'avvocato Alessandro Patti che ha difeso la società Mattavelli sas di Osnago con innegabile perizia si è risentito perché pareva che Merateonline volesse anticipare le decisioni dei giudici. Molto più semplicemente questo giornale aveva ritenuto di approfondire un caso che per l'enormità della somma di denaro chiesta all'amministrazione comunale di Merate meritava che non ci si limitasse a darne la notizia. Ai lettori poteva interessare avere qualche informazione in più su chi avesse messo il piede in fallo. Perché, fosse stato il Comune a inciampare, avrebbero dovuto far fronte i 15mila meratesi ai derivati danni. C'era già stato il caso del motociclista caduto in una buca mal segnalata in Viale Montegrappa a Sartirana a favore del quale le casse comunali avevano dovuto sborsare oltre due miliardi delle vecchie lire. Ora il caso è chiuso e l'indennizzo valutato in poco più di 21mila euro dal ragioniere del comune di Merate in esecuzione di quanto deciso dai giudici amministrativi di Milano, è già stanziato, è quindi disponibile e sarà immediatamente pagato ai fratelli imprenditori osnaghesi che con ogni probabilità lo gireranno al legale che ha fatto di tutto per far prevalere le loro ragioni. L'ultimo appello ai giudici del Consiglio di Stato non ha avuto esito. I signori Mattavelli hanno visto respinte le loro pretese, il comune di Merate ha evitato di dover pagare somme di tale importo da poter mettere in crisi il bilancio e Merateonline incassa la piccola soddisfazione di avere letto bene e correttamente la vicenda sin dall'inizio. Notizie come questa, che vedono contrapposti un privato e l'Ente pubblico, è nostra opinione che non solo vadano date, ma anche spiegate se si è in grado di farlo. Al nostro cronista rimane il dispiacere di avere rilevato nella decisione dei giudici di Milano - confermata dal Consiglio di Stato - una (a nostro parere) inesatta interpretazione della normativa che disciplina i servizi delle Onoranze funebri, la cui corretta lettura avrebbe con ogni probabilità azzerato anche il mini risarcimento riconosciuto. Rimane il fatto che il Tar di Milano ha capito che l'impianto della rivendicazione della società Mattavelli non reggeva, ne ha demolito i muri portanti lasciando in piedi un paio di pareti in cartongesso.
Il comune di Merate, passato e presente, ha tirato un bel sospiro di sollievo. La pretesa di ricevere un sacco di soldi è morta e sepolta. È il primo caso nella storia del mondo che alle esequie debba provvedere il "defunto" stesso. Gratis.


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Alberico Fumagalli
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