Lecco: filmavano le domande agli esami di guida con telecamere nascoste. Denunciati
Con una speciale apparecchiatura applicata alla pelle e dotata di telecamera in grado di trasmettere immagini in wireless, si recavano negli uffici della motorizzazione per sostenere gli esami della patente. Il materiale trasmesso, raffigurante le schede di esame, giungeva a un complice appostato all'esterno degli uffici che, grazie a specifiche conoscenze tecniche, era in grado di formulare le risposte corrette.
Le indagini della Polizia di Stato hanno portato a denunciare due persone per truffa e tentata truffa in concorso (640 CP e 56 CP, 110 CP).
L'operazione, sotto la supervisione della dottoressa Mariella Russo e coordinata dal responsabile di polizia giudiziaria sovrintendente capo Fulvio Burini, si è sviluppata la mattina del 20 dicembre all'interno della sala esami dell'ufficio motorizzazione di Lecco. Agli uffici della Polizia, infatti, era giunta la segnalazione di alcuni individui di nazionalità asiatica che, nonostante la scarsa conoscenza della lingua e l'incapacità nella lettura, partecipavano agli esami per il rilascio della patente B. Attorno alle 11.30 l'avvio di una sessione permetteva di verificare la presenza di un cittadino pakistano e di uno indiano che, terminato l'esame, dopo aver dialogato tra loro si allontanavano, uno verso Via Cattaneo l'altro nei bagni della motorizzazione. Insospettiti dall'atteggiamento dei due, i poliziotti sono intervenuti per un controllo che dava esito positivo. A.M.S., 28 anni di nazionalità pakistana, veniva trovato in possesso di strumentazione audio-visiva, accuratamente occultata sotto i vestiti e in grado di trasmettere in modalità wireless allo scopo di ricevere informazioni; l'altro soggetto, C.P. 34 anni indiano, aveva tentato di disfarsi della medesima strumentazione, posta in un marsupio, abbandonato nei bagni.
Gli inquirenti, sequestrata la merce, decidevano allora di intervenire nella successiva sessione di esame dove altri due indiani, S.N. e S.B. di 32 e 30 anni, erano alle prese con la prova.
Sottoposti a controllo di polizia venivano trovati con indosso gli stessi strumenti.
Secondo le indagini svolte dai poliziotti, i soggetti posizionavano il materiale sotto gli indumenti, applicandolo sulla viva pelle con del nastro adesivo, in parte sul petto e in parte sulla caviglia, mentre la telecamera prendeva il posto di un bottone della camicia. L'obiettivo grandangolo permetteva di riprendere le domande teoriche e di inviarle a un soggetto posto all'esterno della motorizzazione che aveva così il tempo di elaborarle e fornire le risposte. Proprio su quest'ultimo soggetto si stanno concentrando le attenzioni degli inquirenti, finalizzate alla sua identificazione. Per i quattro "esaminandi", invece, è scattata la denuncia a piede libero.
Le indagini della Polizia di Stato hanno portato a denunciare due persone per truffa e tentata truffa in concorso (640 CP e 56 CP, 110 CP).
L'operazione, sotto la supervisione della dottoressa Mariella Russo e coordinata dal responsabile di polizia giudiziaria sovrintendente capo Fulvio Burini, si è sviluppata la mattina del 20 dicembre all'interno della sala esami dell'ufficio motorizzazione di Lecco. Agli uffici della Polizia, infatti, era giunta la segnalazione di alcuni individui di nazionalità asiatica che, nonostante la scarsa conoscenza della lingua e l'incapacità nella lettura, partecipavano agli esami per il rilascio della patente B. Attorno alle 11.30 l'avvio di una sessione permetteva di verificare la presenza di un cittadino pakistano e di uno indiano che, terminato l'esame, dopo aver dialogato tra loro si allontanavano, uno verso Via Cattaneo l'altro nei bagni della motorizzazione. Insospettiti dall'atteggiamento dei due, i poliziotti sono intervenuti per un controllo che dava esito positivo. A.M.S., 28 anni di nazionalità pakistana, veniva trovato in possesso di strumentazione audio-visiva, accuratamente occultata sotto i vestiti e in grado di trasmettere in modalità wireless allo scopo di ricevere informazioni; l'altro soggetto, C.P. 34 anni indiano, aveva tentato di disfarsi della medesima strumentazione, posta in un marsupio, abbandonato nei bagni.
Gli inquirenti, sequestrata la merce, decidevano allora di intervenire nella successiva sessione di esame dove altri due indiani, S.N. e S.B. di 32 e 30 anni, erano alle prese con la prova.
Occhiello della camicia ove veniva occultata la microtelecamera
Sottoposti a controllo di polizia venivano trovati con indosso gli stessi strumenti.
Secondo le indagini svolte dai poliziotti, i soggetti posizionavano il materiale sotto gli indumenti, applicandolo sulla viva pelle con del nastro adesivo, in parte sul petto e in parte sulla caviglia, mentre la telecamera prendeva il posto di un bottone della camicia. L'obiettivo grandangolo permetteva di riprendere le domande teoriche e di inviarle a un soggetto posto all'esterno della motorizzazione che aveva così il tempo di elaborarle e fornire le risposte. Proprio su quest'ultimo soggetto si stanno concentrando le attenzioni degli inquirenti, finalizzate alla sua identificazione. Per i quattro "esaminandi", invece, è scattata la denuncia a piede libero.
