Imbersago:il ristorante La Molera sconosciuto al Fisco dal '09. Contestata dalla Guardia di finanza l'evasione di 900.000 euro
“Gentile cliente, il locale rimarrà chiuso per lavori di ristrutturazione per circa un mese. La riapertura è prevista, lavori permettendo, per l’11 – 11 – 2013. A presto” . Scritto a penna, su un foglio di carta non intestato, ormai strappato e penzolante, è questo il messaggio che si presenta appeso alla porta del ristorante “La Molera” di Imbersago. Il locale appare però, almeno dall’esterno, in visibile stato di abbandono.
Trasmesse dalla Guardia di Finanza tutte le evidenze raccolte, spetterà ora agli Uffici competenti accertare le eventuali responsabilità e sentenziare al riguardo. Lo spazio è a disposizione per eventuali repliche.
Il cartello appeso alla porta del ristorante
Non ha infatti riaperto lo scorso novembre e, probabilmente, non riaprirà nemmeno a breve. L’esercizio commerciale, “con vista panoramica sul Resegone e sulla Valcava, a pochi passi dal fiume Adda”, così come è presentato sul proprio sito internet, è infatti finito nel mirino della Guardia di Finanza. Le fiamme gialle lariane, guidate dal comandate provinciale colonnello Corrado Loero, hanno recentemente accertato come l’attività risulti sconosciuta al Fisco dal 2009 contestando ai titolari l’evasione di ben 900.000 euro nonché numerose violazioni previdenziali.La descrizione del locale sul sito internet del Ristorante
I dipendenti, ben 30 tra cuochi e camerieri che si sono alternati negli ultimi quattro anni, sarebbero infatti, stando alle accuse mosse dai finanzieri, risultati formalmente assunti ma, nella sostanza, non sarebbero mai stati versati i contributi e le relative ritenute previdenziali ed assistenziali. Ma il tutto non finisce qui.Il comandante provinciale della Gdf colonnello Corrado Loero
Come dicevamo, infatti, da quando nel 2009 il ristorante è stato rilevato da due diverse società che si sono succedute l’una all’altra, subentrando alla precedente gestione, non sarebbero mai state presentate le dovute dichiarazioni fiscali: ciò avrebbe permesso ai nuovi titolari di non pagare le relative imposte, pur mantenendo attiva la partita Iva (chiusa sola a giugno) della precedente proprietà, emettendo scontri e ricevute e continuando a pubblicizzare il ristorante. Tutto, infatti, l’apparenza sembrava in regola: chiare e visibili le indicazioni stradali, logo per l’insegna ben progettato, all’ingresso la vetrofania delle carte di credito accettate. Il menù minuziosamente curato e ricco: flan di radicchio nappato con salsa di taleggio, bruschette con calamari e melanzane fritte, risotto all'aceto balsamico con verdurine fritte in cialda di grana, spaghetti al kamut con julienne di verdure, pomodorini pachino e quartirolo, filetto di maialino in crosta di noci su purea di castagne, filetto di branzino in carta fata cotto nel fieno, triangolo al cioccolato caldo con gelato alla crema, composta di frutta fresca e secca tostata… Per non parlare dell’immagine web: il sito con l’indicazione del copyright, la possibilità di prenotare on line, la disponibilità ad organizzare cene aziendali e pizzate e, per finire, le recensioni su TripAdvisor: “buon cibo e personale cortese”, ma anche: “aiuto!”; “mai più” e “il peggiore della zona”.La pagina di TripAdvisor
Peccato però che il ristorante, stando all’impianto accusatorio che dovrà essere confermato, per il Fisco non esistesse: un fantasma che avrebbe evaso 900.000€.Trasmesse dalla Guardia di Finanza tutte le evidenze raccolte, spetterà ora agli Uffici competenti accertare le eventuali responsabilità e sentenziare al riguardo. Lo spazio è a disposizione per eventuali repliche.
