Valletta:nel giorno dell'ingresso nella comunità pastorale don Paolo invita i fedeli a ''fare attenzione alle proprie aspettative''

L’ingresso mite di colui che porta la pace. Così don Paolo Brambilla, dal pulpito, ha tratteggiato l’entrata in Gerusalemme del Messia, riprendendo il brano del Vangelo scelto per la santa messa solenne durante la quale egli stesso ha fatto il suo “ingresso mite” nella Comunità Pastorale Sant’Antonio Abate della Valletta, una comunità che, ancora scossa dalle traversie passate nell’ultimo periodo, l’ha forse già investito del difficile compito di “portatore di pace”.

E proprio sulle “aspettative” dei suoi nuovi parrocchiani, il giovane sacerdote, classe 1971 alla sua prima esperienza fuori dalla nativa Milano e soprattutto alla sua “prima volta” da responsabile di una Comunità, si è soffermato nell’omelia: partita dal commento delle Scritture, con spazio anche a una simpatica battuta rivolta al suo, ancor più giovane, vicario - “don Simone, uno l’asilo, l’altro il puledro, scegli tu”-  riprendendo le due cavalcature attribuite dall’evangelista Matteo a Gesù, osannato dalla folla come “il figlio di Davide”, la “predica” è finita poi con l’invito ai fedeli di “fare attenzione e vigilare” sulle proprie attese. Ognuno, infatti, ha spiegato don Paolo, si aspetta qualcosa da lui. “Signore, collaboriamo insieme. Metti dentro di noi, nei nostri cuori, una novità” e ancora “nei momenti di tribolazione o si smette di credere o ci si converte. Che Dio aspettiamo a Natale? Signore cambia il nostro cuore, i nostri desideri”.

Don Paolo Brambilla. Sotto don Simone Garavaglia

Queste le esortazioni del nuovo pastore alle sue “pecorelle” di Rovagnate, Monte, Perego e Santa Maria riunite nella mattinata di domenica presso la parrocchiale rovagnatese per una funzione caricata di forte significato simbolico. “Prendiamoci cura del lascito del Signore, camminiamo verso l’unità, verso la pace” ha affermato il celebrante, “accompagnato” in questo giorno così importante, da un nutrito gruppo di sacerdoti, molti dei quali legati, per diverse ragioni, alle quattro parrocchie della Valletta. Anche nei piccoli gesti, quindi, si è cercato di dare un “senso di unione”.

Un momento del "giuramento"

La corale

All’offertorio, per esempio, è così stato portato all’altare un cero con quattro fiammelle, le quattro chiese della Comunità Pastorale rappresentate anche con della pasta di pane e “ricamate”, una dopo l’altra, sulla veste indossata dal nuovo parroco che, in apertura di cerimonia, dopo la lettura da parte di monsignor Manganini del decreto di nomina in cui il cardinal Scola elogia le sue doti umane e sacerdotali, ha “promesso” di svolgere al meglio il proprio incarico dinnanzi al vicario episcopale monsignor Rolla.

Segni di "unità": le chiese delle Valletta realizzate con il pane, la candela con quattro fiammelle e la stola del parroco

I cavalieri del Santo Sepolcro. A destra monsignor Manganini

Quest’ultimo ha consegnato a don Paolo il Libro delle Scritture, l’acqua santa (con cui sono stati benedetti tutti i presenti) e i sacri oli prima di essere festosamente annunciato con un “trionfante” “ecco il vostro nuovo parroco”. Come dicevamo, al suo fianco, avrà don Simone Garavaglia, classe 1979, fino ad un paio di mesi fa “in servizio” presso il santuario della Vittoria a Lecco dopo un’esperienza come vice-parroco a Verano Brianza.

Alcuni dei lettori che si sono alternati al leggio

Ad entrambi, quale dono di benvenuto, sul finire della celebrazione, è stato consegnato a nome della Comunità Pastorale un cero sul quale le monache romite della Bernaga hanno scritto “amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda”. Le stesse religiose, hanno inoltre inviato ai nuovi sacerdoti un regalo ricamato a mano, in segno di gratitudine e garantendo loro vicinanza con le proprie preghiere.

L'offertorio

Dal canto suo, don Paolo ha ringraziato tutti, partendo da monsignor Rolla, dai confratelli definiti come “amici miei e di don Simone ma ancor più amici della Comunità”, il presidente dell’Unione e i sindaci, gli agenti della Polizia Locale, i Cavalieri del Santo Sepolcro, il coro, i chierichetti “bravissimi” e tutti i parrocchiani e le parrocchiane non solo della Valletta ma anche delle precedenti parrocchie in cui ha operato, giunti a Rovagnate per sostenerlo nell’avvio della sua nuova esperienza.

Un’esperienza che da ieri è quindi ufficialmente cominciata.
A. M.
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