Valletta:nel giorno dell'ingresso nella comunità pastorale don Paolo invita i fedeli a ''fare attenzione alle proprie aspettative''
L’ingresso mite di colui che porta la pace. Così don Paolo Brambilla, dal pulpito, ha tratteggiato l’entrata in Gerusalemme del Messia, riprendendo il brano del Vangelo scelto per la santa messa solenne durante la quale egli stesso ha fatto il suo “ingresso mite” nella Comunità Pastorale Sant’Antonio Abate della Valletta, una comunità che, ancora scossa dalle traversie passate nell’ultimo periodo, l’ha forse già investito del difficile compito di “portatore di pace”.
Don Paolo Brambilla. Sotto don Simone Garavaglia
Un momento del "giuramento"
La corale
All’offertorio, per esempio, è così stato portato all’altare un cero con quattro fiammelle, le quattro chiese della Comunità Pastorale rappresentate anche con della pasta di pane e “ricamate”, una dopo l’altra, sulla veste indossata dal nuovo parroco che, in apertura di cerimonia, dopo la lettura da parte di monsignor Manganini del decreto di nomina in cui il cardinal Scola elogia le sue doti umane e sacerdotali, ha “promesso” di svolgere al meglio il proprio incarico dinnanzi al vicario episcopale monsignor Rolla.Segni di "unità": le chiese delle Valletta realizzate con il pane, la candela con quattro fiammelle e la stola del parroco
I cavalieri del Santo Sepolcro. A destra monsignor Manganini
Quest’ultimo ha consegnato a don Paolo il Libro delle Scritture, l’acqua santa (con cui sono stati benedetti tutti i presenti) e i sacri oli prima di essere festosamente annunciato con un “trionfante” “ecco il vostro nuovo parroco”. Come dicevamo, al suo fianco, avrà don Simone Garavaglia, classe 1979, fino ad un paio di mesi fa “in servizio” presso il santuario della Vittoria a Lecco dopo un’esperienza come vice-parroco a Verano Brianza.Alcuni dei lettori che si sono alternati al leggio
L'offertorio
A. M.