Merate: alla Nord Calcestruzzi 'sospesa' la produzione, in Provincia 1000 in 'crisi'
L'ingresso su Via Laghetto del sito produttivo
L'attività produttiva all'interno dello stabilimento meratese della Nord Calcestruzzi - uno dei tre "rami" aziendali derivanti dalla riorganizzazione della Beton Villa dopo la sua liquidazione - è stata momentaneamente sospesa e i dipendenti in cassa integrazione ordinaria stanno lavorando a rotazione in altri impianti del gruppo. Il provvedimento è stato preso per ottimizzare i costi di produzione, in un periodo in cui tutto il settore dell'edilizia e del legno soffre ancora, e fortemente, la situazione di crisi economica che investe l'intero Paese. "La centrale di betonaggio meratese è ferma da alcune settimane" ha spiegato il segretario Fillea Cgil Lecco Giuseppe Cantatore. "Questo offre un'idea della situazione dell'edilizia in questo momento, in cui mancano interventi concreti per affrontare la situazione". La BetonVilla ha visto terminare la sua attività sul territorio attraverso il ricollocamento di 200 lavoratori nei tre rami di azienda della Nord Calcestruzzi, Fimet Grandi Lavori e Salerno - Reggio Calabria, poiché il rapporto tra costi e produzione non era più sostenibile. Allo stesso modo anche la "vecchia" Valagussa Srl è fallita, nonostante la riorganizzazione in tre nuovi rami produttivi (Valagussa Ambiente, Valagussa Calcestruzzi e Cave, Impresa Valagussa) in cui i lavoratori in cassa integrazione continuano a lavorare. Il vero problema nella gestione delle situazioni di crisi riguarda le procedure fallimentari, e le loro conseguenze sui lavoratori coinvolti. "Dietro molte procedure fallimentari si nascondono vere e proprie emergenze sociali" ha spiegato Cantatore. "La normativa in merito prevede tempi lunghi per le risposte alla richiesta di cassa integrazione, e per l'effettivo recepimento dell'ammortizzatore sociale da parte dei lavoratori. Con la conseguenza che chi perde il lavoro rimane senza un introito per mesi, una situazione ai limiti dell'assurdo. Per le procedure concorsuali la verifica dei requisiti per attivare la cassa integrazione dovrebbe essere il primo passaggio da effettuare, invece le risorse umane a quanto sembra non rientrano tra i "beni" delle aziende. La crisi economica che stiamo vivendo è lunga e colpisce l'intero territorio, e la legge dà inoltre alle aziende la possibilità di "congelare" il proprio patrimonio attraverso il pre concordato, senza la possibilità di attivare ammortizzatori sociali per i lavoratori". In base ai dati diffusi dalla Cgil lecchese, sono 1042 i lavoratori di aziende del settore edilizia e legno coinvolte in situazioni di crisi. Quelle coinvolte in procedure concorsuali sono le seguenti con sede a Lecco, Merate, Valmadrera, Bulciago, Cortenova, Rogeno, Olgiate Molgora, Lomagna, Malgrate, per un coinvolgimento di 431 lavoratori:
In molte di queste situazioni è proprio il ritardo nel recepimento dello stipendio e/o della cassa integrazione il problema principale. "I numeri della crisi in sé e per sé non offrono la reale prospettiva del problema" ha spiegato Cantatore. "Che può essere letto da diverse prospettive, ma che essenzialmente riguarda l'emergenza sociale dei lavoratori". I quali, oltre alla perdita del lavoro e dunque dello stipendio e alle difficoltà di trovare un nuovo impiego, devono fare i conti con un'attesa di mesi prima di ottenere l'aiuto economico che gli spetta. Questo il prospetto delle aziende del territorio coinvolte in situazioni di crisi: