Paderno, omicidio Caroppa: in aula parla Tiziana Molteni, rea confessa. Rinvio al 10

La vittima, Antonio Caroppa
Questa mattina infatti, davanti al giudice Massimo Mercaldo, si è tenuta l'udienza a porte chiuse fissata lo scorso maggio.
Durata in tutto una decina di minuti, come dicevamo è stata rinviata a giovedì 10, per ascoltare i due imputati, rei confessi, che hanno scelto la formula del rito abbreviato.
Presente questa mattina in aula solo Tiziana Molteni, la dolzaghese già protagonista dell'udienza svoltasi ieri in corte d'assise di Como. La donna è stata infatti sentita come testimone nell'ambito del processo che vede imputato Santo Valerio Pirrotta, il presunto ''mandante'' dell'omicidio.
La Molteni, assistita dall'avvocato Vito Zotti, è stata tradotta al primo piano del tribunale lecchese, dal carcere Bassone di Como dove si trova detenuta da oltre un anno; assente invece il co-imputato, cugino della donna, Fabio Citterio di Lurago d'Erba, difeso dall'avvocato Marcello Perillo.
Il legale nell'udienza dello scorso maggio aveva richiesto una perizia psichiatrica sul proprio assistito, richiesta rigettata dal gup Mercaldo. Il luraghese infatti, soffre di seri problemi di salute che secondo l'avvocato Perillo sarebbero stati meritevoli di una valutazione approfondita.
All'udienza lampo, alla presenza del sostituto procuratore Rosa Valotta, titolare dell'indagine, c'erano anche i parenti di Caroppa (tra i quali la compagna Stefania Iannoli), costituitisi parte civile nel procedimento a carico di Molteni e Citterio.
Non resta che attendere quindi la seduta del prossimo 10 ottobre. Gli imputati, rei confessi, rischiano una pena durissima dai 14 ai 20 anni di reclusione, che potrebbe superare queste cifre nel caso in cui non il giudice non dovesse concedere le attenuanti generiche.
Appaiono infatti equivalenti le posizioni dei due cugini che, secondo la versione fornita anche ieri in aula da Tiziana Molteni, avrebbero raggiunto Paderno su richiesta di Santo Pirrotta (vicino di casa di Fabio Citterio che secondo quanto hanno asserito sarebbe rimasto in auto durante l'esecuzione) con il solo intento di spaventare Caroppa.
Secondo quanto ha riferito la dolzaghese in corte d'assise, a lei e al cugino sarebbero stati promessi 3mila euro a testa per questo compito, degenerato poi in tragedia viste le resistenze dell'operaio 42enne.
Pirrotta però ha sempre smentito ogni coinvolgimento nella vicenda; per questo motivo ha deciso di andare a dibattimento e proprio in queste settimane sta affrontando il processo in corte d'assise a Como (che riprenderà lunedì con l'audizione di Fabio Citterio in qualità di testimone).
Era stata invece stralciata per ulteriori approfondimenti la posizione di Alberto Ciccia, 46 anni e del 48enne Salvatore Inzitari. Proprio Ciccia, condannato all'ergastolo per il pluriomicidio di Briosco del 1996, aveva intrattenuto per anni una relazione con la Iannoli, divenuta poi compagna di Caroppa. Non si esclude un collegamento nell'intricata e drammatica vicenda.
