Verderio Inf: Roberto Fluido Beretta alla Tor Des Geants, marcia di 330 km sui monti
330km di sentieri montani; 24.000mt di dislivello; 90 ore di corsa; poche ore di sonno. Questi sono solo alcuni dei numeri - semplicemente pazzeschi - che possono aiutare i non addetti ai lavori a capire cos'è l'Ultra Trail per un atleta, e in particolare la gara valdostana 'Tor Des Geants 2013' a cui ha preso parte pochi giorni fa il verderese Roberto Beretta, classe 1970, notissimo nell'ambiente col soprannome di 'Fluido' per lo stile di corsa elegante e apparentemente privo di sforzo. Solo apparentemente, perché di sforzi in Val d'Aosta 'Fluido' ne ha fatti. Eccome. Perché ha corso ininterrottamente dall'8 al 12 settembre, dormendo in tutto poche ore. Lo abbiamo incontrato nella sua casa di Verderio Inferiore e ci siamo fatti raccontare come si vive 'dall'interno' una gara di Ultra Trail - ovvero una corsa all'aperto con tracciato superiore ai 42Km della maratona.
Roberto con il figlio Davide, la figlia Martina e la moglie Paola
"E' la seconda volta che partecipo al 'Tor Des Geants' e devo dire che l'esperienza dello scorso anno mi è servita molto. - ci ha spiegato Roberto Beretta - Quest'anno purtroppo abbiamo avuto la morte di un atleta cinese, di cui hanno parlato anche i media nazionali, ma lo scorso anno ho rischiato anch'io, a causa di una bufera di neve. Per correre queste distanze occorre soprattutto prepararsi mentalmente, perché ogni atleta serio sa fin dall'inizio che il corpo prima o poi lo abbandonerà. Dopo i 60-70km di corsa saltano tutti gli schemi. La crisi arriva. Prima o dopo non ce la si fa più. Le gambe diventano pesanti, di legno. Ma chi conosce questa disciplina sa che così com'è arrivata allo stesso modo la crisi passa. E si può andare avanti."Il percorso del 'Tor Des Geants 2013' - che parte e arriva a Courmayeur, passando da Cogne, Gressoney, Valtournenche e altre splendide località turistiche - presenta non poche insidie, tra salite, sentieri tra le rocce, e piste che vanno a snodarsi su ben 24 cime montane oltre i 2.000mt. Il tutto correndo anche in notturna, con lampada frontale a illuminare i pochi metri davanti all'atleta, anche con pioggia, vento e grandine. "L'unico vantaggio del correre di notte è che non si vede la fine delle salite - ha continuato Roberto 'Fluido' Beretta - per il resto è davvero impegnativo. Richiede un elevato grado di attenzione, e quando la fatica si fa sentire è difficile conservare la lucidità. Negli ultimi 100km diventa fondamentale la compagnia. Quando si è allo stremo delle forze occorre avere vicino qualcuno con cui 'condividere' in qualche modo la fatica, anche solo con uno sguardo. Dopo tre giorni di corsa e micro-sonni da 20 minuti poter empatizzare con qualcuno è davvero importante." In questa edizione del 'Tor Des Geants' - la quarta in assoluto - sono partiti in 710 e sono arrivati in 390. Il primo classificato - Iker Karrera - ha impiegato poco più di 70 ore a percorrere i 330km del tracciato. 'Fluido' ne ha impiegate 90. L'ultimo circa 150.
Massimo Colombo