Cernusco: il prof. Walter Albisetti rivive nei ricordi di chi lo ha amato. ''Ha insegnato la legge dell'amore, che vince la morte''

Uno stimato professionista e un amante della vita, un benefattore che ha messo la sua esistenza al servizio degli altri, un uomo onesto, tenace, burbero solo all’apparenza, amante della natura e della coltivazione della terra. Che tanto ha insegnato a tutti coloro che, in autorevoli aule universitarie come nelle sale operatorie africane o in un campo della Brianza, hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Quello che è emerso nella chiesa di Cernusco Lombardone nella mattinata di oggi, sabato 3 agosto, è un ritratto del professor Walter Albisetti ricco di sfaccettature e che racconta di una esistenza vissuta intensamente, tra l’impegno di ortopedico in Italia e in Togo, l’insegnamento a futuri medici e specializzandi, la vita famigliare e l’azienda agricola a Brugarolo. Proprio in un appezzamento di terra tra Merate e Cernusco, lo scorso martedì 30 luglio, il medico di origini brianzole ha tragicamente perso la vita in un incidente con la motosega che non gli ha lasciato scampo.


In tanti, tantissimi hanno affollato la chiesa di Cernusco per essere accanto alla famiglia – la mamma Mariuccia, la moglie Cinzia e la figlia Alessandra – e dare l’ultimo saluto a “un uomo di cuore”. “Voi rappresentate tanti tasselli colorati, di una vita colorata come quella di Walter” ha esordito don Carlo Biella, che ha concelebrato la Messa insieme ad altri 7 sacerdoti. “Egli amava la vita, la natura, l’uomo, e per superare il dolore della morte dobbiamo cercare la legge di vita e di amore che lui ci ha insegnato. L’amore, il vostro e quello di tanti altri che oggi non possono essere qui ma che da tanti luoghi e dall’Africa lo piangono, vincerà il dolore”.
Altro insegnamento che il dottor Albisetti ha lasciato, come ha sottolineato il cappellano del Gaetano Pini di Milano, è che il valore della vita è racchiuso nel mettersi a disposizione del prossimo. Proprio l’impegno in Africa, dove egli non solo ha curato tanti minori ma ha anche fondato una azienda agricola che ha dato lavoro ai locali, è stato evidenziato più volte nel susseguirsi dei ricordi.


“Walter è stato amato dall’Africa, l’ha amata e ha insegnato ad amarla, alla figlia come a tanti studenti. Ci ha spiegato come amare il prossimo, e prendercene cura” è stato il commento di fra Valentino Bellagente, dell’ordine di S. Giovanni di Dio. Fra Fiorenzo Priuli, che con lui ha tante volte operato nel Continente nero, ha portato in chiesa il saluto dei tanti africani che lo hanno conosciuto, e padre Pascal Ahodegnon è giunto in Italia per essere presente ai funerali. A tracciare un profilo di lui non solo professionale, ma anche da “fratello e amico”, è stato il professor Giovanni Peretti di cui Walter è stato collaboratore per 20 anni. “Egli aveva molte marce in più degli altri. Era preparato, dinamico, disponibile, con una gran capacità di giudicare le persone, con serenità e onestà. Svolgeva diverse attività, in Africa e presso la Scala di Milano, nella formazione di medici e specializzandi. La sua perdita lascia un vuoto incolmabile”.


Un ricordo significativo del suo ultimo giorno di vita lo ha dato il professor Giuseppe Vincenzo Mineo. “Ci siamo trovati in studio e, dopo aver parlato di alcuni casi clinici, mi ha detto: ora basta con queste sciocchezze, è ora di pensare alle cose serie, vado in campagna. Mi sbaglio o è così? Mi ha sorriso sotto il suo “baffo”, e non l’ho più rivisto”. Già, perché la passione per la terra era, come hanno spiegato in chiesa gli “amici del campo”, molto più che un hobby per lui, tramandata dal padre che perse anch’egli la vita in un incidente in campagna.

Da sinistra gli "amici del campo", il dottor Giuseppe Vincenzo Mineo e il dottor Giovanni Peretti

“Qui avevi creato qualcosa di speciale e unico, che va al di là dell’azienda agricola e la passione. Rispettavi i contadini ed eri tenace nel dimostrare che anche un “profesur” poteva coltivare la terra. Ci trovavamo tutti insieme, anziani e giovani, contadini esperti e professionisti appena usciti da una “conference call”, persone che parlavano in italiano e altre solo in dialetto. Al campo eravamo tutti uguali, tu eri il leader indiscusso e ci trattavi tutti allo stesso modo. Ora non riusciamo più a mettere piede nel campo, e nessuno vuole che ciò che hai fatto vada abbandonato. Una strada la troveremo, ma una cosa è certa: ci mancherai”.


L’ultima preghiera prima dell’inizio del viaggio verso la cremazione è stata celebrata in chiesa, dai frati e parroci presenti (tra cui don Alfredo Maggioni e don Dionigi Consonni), poi la folla di persone venuta a dire addio al professor Albisetti si è trattenuta a lungo, all’esterno della chiesa, con i famigliari distrutti dalla perdita improvvisa. In tanti hanno pianto un padre, un figlio, un marito, un collega, un insegnante, un amico, un compagno di momenti sereni trascorsi in mezzo alla natura. Nella vita di tutti coloro che hanno condiviso con lui un tratto del cammino Walter Albisetti ha lasciato un segno indelebile, che li accompagnerà per sempre. 

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