Verderio Sup.: presidio alla Ferrari. Il 29 ultimo giorno, poi la 'new co' e 117 esuberi. Cassa attivata, ma i soldi tra mesi

Un presidio davanti ai cancelli per chiedere all’azienda di dare risposte concrete ai 117 lavoratori che, su 202 impegnati nelle sedi di Verderio Superiore e Carvico, rimarranno esclusi dalla new company “Adelchi Ferrari” con cui l’attività produttiva avrà un seguito. Lo hanno promosso Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil nella mattinata di oggi, quando alcuni dei pendenti della "Agostino Ferrari" hanno manifestato lungo Via per Cornate a Verderio Superiore e a Carvico.

Per le 148 persone impiegate nel sito lecchese (54 quelli in bergamasca) lunedì 29 luglio sarà l’ultimo giorno di lavoro come lo hanno conosciuto finora. L’azienda infatti, durante l’assemblea straordinaria dei soci dello scorso 17 luglio, ha annunciato la messa in liquidazione della società con la conseguente totale cessazione dell’attività. Sarà costituita una nuova realtà, con la stessa proprietà ma diverso nome, che impiegherà per il momento 85 dei dipendenti iniziali. 55 a Verderio (93 gli esuberi) e 30 a Carvico (24 sono in esubero). Per tutti i dipendenti è stata attivata la cassa integrazione straordinaria a zero ore dallo scorso 15 luglio, per la durata di 6 mesi. Ma, nella pratica, visti i tempi di autorizzazione da parte del Ministero, per diversi mesi essi non percepiranno alcun sostegno economico.
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Dal 2009 il fatturato dell’azienda, specializzata in realizzazione di accessori e cerniere per mobili, è in calo a causa della crisi economica, ma grazie all’attivazione del contratto di solidarietà è stato possibile finora continuare l’attività. I primi mesi del 2013 sarebbero però stati particolarmente negativi, da cui la decisione dell’azienda di ricorrere al concordato preventivo e all’affitto di parte della produzione alla nuova Adelchi Ferrari. Un nuovo incontro con la proprietà è fissato per il prossimo 29 luglio, e il 1° agosto i sindacati e il sindaco Paolo Bellotto saranno in Provincia per un confronto con l’assessore Antonio Conrater. Ma finora i segnali giunti dall’ azienda sarebbero tutt’altro che positivi.

Primo da sinistra Domenico Alvaro (Fiom Cgil), sulla destra Pierangelo Arnoldi (Fim Cisl) e Daniele D'Elia (Uilm Uil)

“La nostra posizione e quella della proprietà sono assai distanti, in un incontro ieri abbiamo chiesto che la scelta di chi continuerà a lavorare venga fatta rispettando i parametri di legge di anzianità di lavoro, carico famigliare e esigenze tecniche” ha spiegato ai lavoratori in presidio il sindacalista Fiom Cgil Domenico Alvaro, presente con Piarangelo Arnoldi Fim Cisl e Daniele D’Elia Uilm Uil. “Ci è stato spiegato che non sarà facile rispettarli, perché la produzione a Carvico e qui non subirà variazioni dal punto di vista qualitativo, dunque tutti i lavoratori saranno sullo stesso piano a livello tecnico. Noi non ci opporremo alla creazione di una new-co, nelle volontà dell’ azienda come da loro spiegato, ma vogliamo un impegno concreto nel cercare di includere nella nuova società la maggior parte dei lavoratori, e dare risposte a quelli che restano fuori”. Tra le richieste fatte dai sindacalisti alla proprietà quella di dare priorità a loro in caso di nuove assunzioni, prevedere contratti a meno ore ma che diano la possibilità a più persone di lavorare, affidare il lavoro il meno possibile a terzisti.

“Chiediamo all’azienda di fare la sua parte nel sostegno a coloro che non potranno più lavorare e non vedranno denaro per mesi”. Pierangelo Arnoldi ha sottolineato come durante gli scorsi anni si siano avviate soluzioni per rispondere alla crisi aziendale, e che alla proprietà è stato chiesto di concedere tempo fino a settembre per valutare possibili alternative alla situazione. “nei prossimi incontri l’azienda rimarrà probabilmente sulle sue posizioni” ha spiegato Daniele D’Elia. “Ma qualche apertura per contratti part time, soprattutto verso le donne impiegate, c’è stata. È necessario che l’azienda continui a produrre come new-co, e un trattativa verso settembre ci darebbe maggiori possibilità di dialogo”. La speranza per i prossimi incontri è che si facciano passi in avanti verso un accordo condiviso dalle parti.
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