Lecco: il giudice Ambrogio Ceron lascia il Tribunale. ''Anni di grande condivisione''

Da sinistra i giudici Giordano Lamberti, Alessandra Cucuzza, il Pubblico Ministero Paolo Del Grosso, il dr. Gian Marco De Vincenzi, il presidente Renato Bricchetti, Ambrogio Ceron, i colleghi Ma ria Chiara Arrighi, Mirco Lombardi, Paolo Salvatore
"Sono stati cinque anni difficili e appassionati. La passione per me significa fatica e condivisione, e qui l'esperienza dal punto di vista lavorativo è stata molto positiva. Abbiamo "fatto gruppo" in un periodo non facile, umanamente porterò molto con me". La mattinata di oggi, lunedì 8 luglio, è stata per il giudice Ambrogio Ceron l'ultima tra le aule e i corridoi del Tribunale di Lecco, prima di iniziare ufficialmente il suo prossimo incarico a Lodi, a partire da mercoledì. Al termine delle udienze fissate, molte delle quali rinviate a causa dell'adesione all'astensione da parte di alcuni avvocati, il dottor Ceron si è intrattenuto a lungo con i colleghi e il personale che in questi mesi hanno lavorato insieme a lui. A tutti ha riservato un sorriso, un affettuoso saluto, una stretta di mano, ricevendo anche la gradita visita del colonnello Marco Riscaldati alla guida del comando provinciale dei Carabinieri.
Ambrogio Ceron con il colonnello Marco Riscaldati
Classe 1957, una parentesi nell'Arma, il giudice ha svolto il suo primo incarico a Legnano e, tra le esperienza successive, è stato Gip presso il Tribunale di Monza. È giunto a Lecco nel settembre del 2008 e ora, per dirla con le sue parole, si avvicinerà a casa. In questi anni ha assistito ad un incremento esponenziale dell'attività. "Dai 500 procedimenti del 2007 siamo passati a 1300 nel 2012. Il personale però è rimasto lo stesso, per questo nonostante le difficoltà posso affermare che qui è stato fatto un ottimo lavoro. La vera riforma sarebbe quella di mettere in campo risorse, dando risposte vere a problemi reali. Senza nuovi concorsi è impossibile che nuovo personale possa entrare in organico" ha spiegato il dottor Ceron. Ironico e severo al tempo stesso, il giudice si è fatto benvolere da tutto il personale del foro lecchese e non si è risparmiato sonore arrabbiature e "ramanzine" nei confronti di testimoni poco collaborativi durante le udienze. "In Tribunale non si va per giocare, soprattutto nelle questioni famigliari capita spesso che dopo una denuncia la versione dei fatti cambi totalmente, o che in generale ci si ricordi molto poco. Per quanto riguarda gli avvocati, ho trovato a Lecco persone molto preparate". Non senza un po' di commozione, il giudice ha lasciato il Tribunale dove ora al suo posto potrebbe essere nominato il dottor Salvatore Catalano.