Lecco: industriale a processo per tracce di ogm nei biscotti

Dai controlli effettuati dall’ASL sarebbe stata riscontrata una lieve quantità di soia ‘OGM’(organismo genericamente modificato) – all’incirca tra lo 0,1 e lo 0,2% ­– nei biscotti venduti in un esercizio commerciale nella zona del lecchese da un’impresa industriale alla quale fa capo S.G., imputato secondo l’articolo 515 del codice penale, che contempla la frode nell’esercizio del commercio, ossia la “consegna all’acquirente di una cosa mobile per un’altra”, quindi un prodotto che, per origine, provenienza, qualità o quantità, è diverso da quella dichiarato o pattuito. La presenza di percentuali minime di OGM, congiunta al fatto che la contaminazione dei prodotti alimentari potrebbe essere avvenuta per vie accidentali, secondo la difesa dell’imputato, determinerebbero la mancanza di dolo e quindi, la mancanza di presupposto oggettivo all’articolo 515, il quale prevede che il commerciante sia al corrente, al momento della commercializzazione, della “anomalia” che caratterizza i prodotti. Gli alimenti contenti OGM, da normativa, sottostanno all’obbligo di recare etichetta: i prodotti classificati dalla dicitura “OGM free” attestano la totale assenza degli organismi geneticamente modificati, mentre quelli “no OGM” ne potrebbero contenere, in misura non superiore a quella indicata dalla legge, alcune tracce; questo è stato uno dei punti discussi durante l’udienza odierna al tribunale lecchese; il processo è stato quindi rinviato al prossimo mese di luglio.
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