Montevecchia: lo splendore dell’antico organo rivive tra il passato e il restauro
Salendo per l'irta scala dalla stanzetta laterale, si arriva ai piani alti della chiesina votiva, dove si trova uno dei fulcri dello splendore antico del santuario seicentesco dedicato alla Madonna del Carmelo: l'organo che, dalla balconata, si erige con la magistralità delle sue lunghe canne sin quasi al soffitto e, nella stanza adiacente, alcune parti dello strumento antico, che è ancora difficile datare con precisione. Sono due locali, questi, in cui presente e passato convivono a modalità d'arte: nella stanza che precede la balconata, infatti, troviamo parte del "somiere"antico - un dispositivo che fornisce aria alle canne e che quindi permette di creare il suono - dotato del suo vecchio mantice, una sorta di manovella da girare appunto per produrre l'aria, mentre a pochi metri è possibile ammirare il sistema del "nuovo" somiere. Sulle pareti della stanzetta che precede la balconata, ci sono affisse le canne antiche, quelle sostituite a seguito del restauro del 1989, promosso dalla comunità parrocchiale di Montevecchia, con il contributo finanziario dell'amministrazione provinciale di Como e la consulenza tecnica della Commissione per la tutela degli organi artistici della Lombardia, presso la Soprintendenza ai monumenti di Milano.
Anche se non è possibile datare in modo preciso questo meraviglioso strumento, un vero e proprio patrimonio per la comunità montevecchina, ci sono documenti risalenti alla seconda metà del 1700 che fanno riferimento alla remunerazione del sagrestano nonché organista del santuario del Carmelo, ascritto, quest'ultimo, all'epoca del 1600. Dal 1800, invece, ci sono giunte alcune fatture per riparazioni all'organ fatti e nell'inventario di arredi del santuario, sotto l'annata 1870, è nominato un organo di 24 registri.
Parte dell'antico Somiere
Sulla balconata in legno, dipinta in stile barocco e recante le illustrazioni di strumenti antichi e oramai scomparsi o divenuti obsoleti, come i "fiffari", ecco quindi stagliarsi l'organo con la sua tastiera - un tempo in bosso ed ebano - la pedaliera e, lungo il lato, i registri manuali, che durante il concerto di sabato sera sono stati appunto premuti dall'assistente dell'organista, producendo così una sinfonia di suoni complessa, come se l'organo, di per sé, fosse una piccola orchestra.Anche se non è possibile datare in modo preciso questo meraviglioso strumento, un vero e proprio patrimonio per la comunità montevecchina, ci sono documenti risalenti alla seconda metà del 1700 che fanno riferimento alla remunerazione del sagrestano nonché organista del santuario del Carmelo, ascritto, quest'ultimo, all'epoca del 1600. Dal 1800, invece, ci sono giunte alcune fatture per riparazioni all'organ fatti e nell'inventario di arredi del santuario, sotto l'annata 1870, è nominato un organo di 24 registri.
A sinistra il vecchio mantice e a destra il nuovo somiere
La tastiera e i registri manuali
Quello che gli intenditori hanno potuto evincere sin dai primi studi compiuti su questo antico strumento, è che esso presenta diverse analogie con gli organi del primo ottocento di scuola varesina: la qualità del legno e la lavorazione generale, il sistema di chiusura degli "antelli" della segreta e i listelli trasversali sopra la coperta nonché la segnatura "a graffio" sopra alle canne. È anche vero, tuttavia, che l'organo contiene nuclei di canne seicentesche, riconoscibili dal colore del metallo e da alcune segnature(ad esempio l'intero registro di flauto in VIII, che porta la scritta "Fiffaro").Antiche decorazioni sulla balconata
S.T.