Merate: 90 accessi per il 'verso del piccione' Ailar. Ma l’ambulatorio di foniatria attende


Da sinistra Emma Rita Ferri, Domenico Cavana, Nico Paolillo, Annamaria Sangiorgio, Claudio Riva

Un sito internet "dedicato" con immagini e video che illustrino i movimenti alla base della riabilitazione, un Dvd per poter condividere con specialisti e personale medico il metodo meratese e un laboratorio di foniatria da avviare in ospedale, in "standby" da due anni e che i diretti interessati sperano di poter realizzare la più presto.
Questi i progetti futuri, illustrati dal dottor Nico Paolillo, sui quali la sezione meratese della onlus Ailar (Associazione italiana laringectomizzati) lavorerà nel corso del 2013.

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Grazie alla sua ideatrice Emma Rita Ferri, il "verso del piccione" (dal particolare suono che alcuni movimenti riabilitativi producono) ha scavalcato i confini non solo lecchesi, ma anche nazionali approdando in diversi convegni di foniatria in altre Regioni e all'estero. Eppure sono ancora molti i "nodi" da sciogliere nella convenzione che regola le ore riabilitative presso l'Azienda ospedaliera lecchese, nello statuto Ailar a livello nazionale e per il coinvolgimento Asl nell'attivazione dell'ambulatorio foniatrico.
A parlarne presso l'aula riunioni dell'ospedale meratese, il 25 aprile, l'ideatrice del metodo Emma Rita Ferri, il dottor Nico Paolillo che ha dato valore "scientifico" al suo metodo e il presidente della consulta associazioni meratese Domenico Cavana, in presenza del nuovo segretario Annamaria Sangiorgio (che sostituisce Mariella Perego), del tesoriere Claudio Riva e del presidente della sezione di Treviglio Roberto Leoni, "gemellata" dal 2008 a quella meratese.
"Il nostro scopo è il medesimo: riportare i pazienti laringectomizzati alla vita a tutto tondo" ha spiegato Rita. "Io conosco perfettamente la loro angoscia. Quando vedo un operato vedo me, la sofferenza mia e della mia famiglia quando le ho vissute. La riabilitazione non è solo una questione di tempo dedicato loro, significa molto di più".
Nel corso del 2012 nell'ospedale di Merate ci sono stati 90 accessi, e sono state effettuate 180 ore di lezione convenzionate (270 quelle realmente realizzate).


Dal 2003 al 2011 sono stati 96 i pazienti operati che hanno frequentato la scuola di rieducazione alla parola con il metodo Ferri, di cui 68 dal 2003 al 2009, 13 nel 2010 e 15 nel 2011. Dal 2009 al 2012 sono 47 i pazienti giunti da altre zone d'Italia, in gran numero dal Sud del Paese e anche dall'estero (un paziente dal Marocco). Dall'inizio dell'attività gli "esterni" sono circa 76.
"Dietro il lavoro di Rita e degli altri educatori sta molto più della rieducazione vocale, i pazienti non sono numeri ma ognuno ha determinate caratteristiche e presenta problematiche proprie" ha spiegato il dottor Paolillo. "Il metodo del piccione ha prodotto risultati tangibili, e nei prossimi mesi sarà presentato a Torino in occasione di un convegno internazionale di fonologia. Ci contattano da ogni parte d'Italia per impararne il funzionamento, e i pazienti arrivano qui da molto lontano. Uno degli ultimi, un primario oncologo calabrese, ci ha dato particolare soddisfazione perché ad un mese dall'inizio della riabilitazione è riuscito ad esprimersi in un convengo medico internazionale". Proprio per soddisfare le richieste crescenti di specialisti, medici e pazienti, è in corso di realizzazione un apposito sito internet che illustri, con foto e video di esercizi ed endoscopie, come si insegna e impara il verso del piccione, e un dvd da condividere con personale medico interessato.


A livello locale, l'impegno sarà verso un maggior collaborazione tra Merate e Lecco (dove il metodo Ferri non è stato completamente recepito) e l'attivazione di un ambulatorio di foniatria. "Ora vengono effettuate delle visite foniatriche, ma la riabilitazione non è riconosciuta dal punto di vista sanitario, utilizzando l'impegnativa del medico e con un codice drg dedicato" ha spiegato il foniatra meratese. "Se ne parla da due anni, ma indipendentemente dalla convenzione con l'Ailar è l'Azienda ospedaliera che si deve muovere con l'Asl per attivare tale procedura". Un risultato auspicato anche dall'ingegner Cavana, che lavorerà insieme all'Ailar (e ad altre associazioni del territorio) perché certi servizi si unifichino maggiormente nei due presidi ospedalieri di Lecco e Merate.

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