LINATE, UOMO RADAR DI OGGIONO CONFESSA: “MANCA SICUREZZA”
Si sono svolti oggi i funerali di Natale Cameroni, la vittima lecchese della sciagura aerea di lunedì
Intanto la magistratura di Milano ha già inviato una serie di avvisi di garanzia
Nel giorno dell’ultimo saluto di famigliari e amici a Natale Cameroni, il lecchese morto lunedì mattina nel disastro aereo di Linate, aumentano, se possibile, i dubbi su quanto è accaduto sul volo Sas 686. La magistratura ha già emesso avvisi di garanzia che hanno colpito le autorità portuali, ma ancora una volta in primo piano ci sono le accuse al sistema di sicurezza. Tra le voci che si levano c’è anche quella di un brianzolo, Marco Casiraghi, 32 anni, di Oggiono, uomo-radar proprio a Linate. Al settimanale “Il Resegone” Casiraghi in una lunga intervista non fa mistero di dubbi e incertezze: “Quando su un aeroporto come Linate c’è nebbia e visibilità categoria 3, cioè meno di 175 metri, dalla torre di controllo è impossibile capire dove stia l’aereo in decollo o in atterraggio. Tanto che l’operatore dà al pilota indicazioni via radio e attende le sue risposte per capire se va tutto bene”. Secondo Casiraghi “forse il pilota del piccolo jet executive che si è schiantato con l’aereo diretto a Copenhagen aveva capito le istruzioni, ma non ha imboccato il raccordo giusto. A quel punto era impossibile, a vista, accorgersi che stava sbagliando. Anche perché prima di èpartire è il pilota che dice di trovarsi sul punto d’attesa, su quel punto da cui comincia a rullare prima del decollo. Semplicemente e tragicamente quell’aereo non doveva trovarsi in pista”. Di fatto il radar di terra non funzionava. “Da quando c’è Malpensa – sostiene l’oggionese in servizio a Linate – il radar di terra è stato cambiato. Ci sono già l’antenna e il monitor nuovi. L’impianto è già pronto, ci dicono, ma mancano i necessari collaudi, i collegamenti. Cioè il radar non funziona. Così quando decolla e parte un aereo qualsiasi dobbiamo chiedere al pilota se è atterrato o se sta decollando. Perché a volte i miei colleghi che lavorano in torre di controllo non lo possono vedere a occhio nudo. Come è successo lunedì mattina. E’ terribile, ma è così. Non so se sia colpa della burocrazia, di soldi, di che cosa”.
Intanto la magistratura di Milano ha già inviato una serie di avvisi di garanzia
Nel giorno dell’ultimo saluto di famigliari e amici a Natale Cameroni, il lecchese morto lunedì mattina nel disastro aereo di Linate, aumentano, se possibile, i dubbi su quanto è accaduto sul volo Sas 686. La magistratura ha già emesso avvisi di garanzia che hanno colpito le autorità portuali, ma ancora una volta in primo piano ci sono le accuse al sistema di sicurezza. Tra le voci che si levano c’è anche quella di un brianzolo, Marco Casiraghi, 32 anni, di Oggiono, uomo-radar proprio a Linate. Al settimanale “Il Resegone” Casiraghi in una lunga intervista non fa mistero di dubbi e incertezze: “Quando su un aeroporto come Linate c’è nebbia e visibilità categoria 3, cioè meno di 175 metri, dalla torre di controllo è impossibile capire dove stia l’aereo in decollo o in atterraggio. Tanto che l’operatore dà al pilota indicazioni via radio e attende le sue risposte per capire se va tutto bene”. Secondo Casiraghi “forse il pilota del piccolo jet executive che si è schiantato con l’aereo diretto a Copenhagen aveva capito le istruzioni, ma non ha imboccato il raccordo giusto. A quel punto era impossibile, a vista, accorgersi che stava sbagliando. Anche perché prima di èpartire è il pilota che dice di trovarsi sul punto d’attesa, su quel punto da cui comincia a rullare prima del decollo. Semplicemente e tragicamente quell’aereo non doveva trovarsi in pista”. Di fatto il radar di terra non funzionava. “Da quando c’è Malpensa – sostiene l’oggionese in servizio a Linate – il radar di terra è stato cambiato. Ci sono già l’antenna e il monitor nuovi. L’impianto è già pronto, ci dicono, ma mancano i necessari collaudi, i collegamenti. Cioè il radar non funziona. Così quando decolla e parte un aereo qualsiasi dobbiamo chiedere al pilota se è atterrato o se sta decollando. Perché a volte i miei colleghi che lavorano in torre di controllo non lo possono vedere a occhio nudo. Come è successo lunedì mattina. E’ terribile, ma è così. Non so se sia colpa della burocrazia, di soldi, di che cosa”.
