
La casa dove risiedeva Giovanni Panariti
Le indagini sono tuttora in corso e coperte dal massimo riserbo ma la voce che circola insistente ha del clamoroso: Giovanni Panariti, 59 anni, di Valgreghentino sarebbe morto dissanguato nel bosco a seguito dei ripetuti attacchi di un cervo. Il passaparola è sempre più insistente nella frazione di Villa San Carlo, dove l'uomo risiedeva, e a Pagnano, paese natale della moglie e ad avvalorare qualche sospetto sulla dinamica dell'incidente ci sono le indagini dei carabinieri. Solamente tra qualche giorno sarà possibile avere la certezza se a causare la morte di Giovanni Panariti, appassionato di corsa, che venerdì pomeriggio era uscito per la solita sgambata nei boschi di Dozio, sia stata una caduta accidentale oppure le ferite inferte da un cervo "in amore" che lo ha ripetutamente caricato. Come dicevamo i militari della Compagnia di Merate stanno conducendo in gran segreto le indagini che si baseranno soprattutto sui referti medici e sull'esame della salma dell'uomo. La stessa famiglia avrebbe chiesto ulteriori approfondimenti. L'ipotesi ammesso che la ricostruzione fatta in paese sia fondata è che questo cervo, specie che come noto tra settembre e ottobre va in amore, possa avere scambiato l'odore prodotto dal sudore dell'uomo in un maschio "concorrente" e che quindi lo abbia caricato. Giovanni Panariti sarebbe stato attaccato, forse più volte, dall'animale che gli avrebbe provocato ferite profonde risultate poi letali. L'uomo uscito di casa senza telefono cellulare, avrebbe anche tentato di difendersi come pare dimostrano le lacerazioni alle mani, ma poi aggredito con ferocia e forse anche morso avrebbe posto in essere l'estremo tentativo di fermare l'emorragia strappandosi il vestiario per utilizzarlo come laccio. Allo stremo delle forze e provato anche dal freddo il 59enne si sarebbe trascinato per qualche centinaio di metri per raggiungere il sentiero e rendersi il più vicino possibile ai soccorritori. Una scia di sangue starebbe a dimostrare anche questo passaggio della ricostruzione "popolare" della tragedia. Ma è stato tutto inutile.

Le forze lo hanno abbandonato a causa dell'eccessiva perdita di sangue e sabato mattina un cacciatore lo ha ritrovato morto. Al cadavere sembra che il cacciatore sia arrivato proprio scorgendo e seguendo le tracce ematiche sull'erba. Sempre secondo la ricostruzione ufficiosa sembra che il corpo dell'uomo fosse particolarmente "segnato" dalle ferite riportate, o dalla caduta o dall'attacco del cervo. E comunque che ci sia un cervo, particolarmente grosso, vicino alle abitazioni, che scorrazza sulle strade è confermato dai continui avvistamenti nella zona. Il grosso animale, in un paio di occasioni ha anche rischiato di provocare incidenti attraversando velocemente la strada provinciale 72. Un altro cervo è stato avvistato qualche giorno fa ai margini della strada che da Celana scende a Torre De Busi. E anche in questo caso l'automobilista si è visto attraversare la strada dal grosso animale. Questione di secondi e l'impatto sarebbe stato violentissimo.
S.V.