La difesa di Pignoli: ma quale molestia. È la tecnica usata con l’ecocolordoppler

Il dr. Paolo Pignoli
E’ stato fissato per il prossimo 13 giugno il procedimento penale con giudizio immediato a carico del dottor Paolo Pignoli, chirurgo vascolare accusato da tre pazienti di violenza sessuale (art.609 bis cp) per “attenzioni particolare” di cui le stesse sarebbero state oggetto mentre sottoposte dal professionista (dipendente, attualmente sospeso dal servizio, del San Leopoldo Mandic di Merate dal 1984 ma anche libero professionista) a ecocolordoppler, esame praticato in caso di varici agli arti inferiori.  Lo stesso angiologo, agli arresti domiciliari dallo scorso 23 ottobre quando i Carabinieri della Compagnia di Merate diedero anche esecuzione all’ordinanza di perquisizione della sua abitazione ad Arlate di Calco e di due studi, uno presso il nosocomio cittadino, l’altro privato utilizzato per l’esercizio della libera professione, il 10 marzo aveva rilasciato spontanee dichiarazioni al pm Paolo Del Grosso titolare del fascicolo, con quest’ultimo che aveva poi fatto richiesta di procedere con giudizio immediato, evitando quindi l’udienza preliminare.
Anticipando la strategia difensiva che verrà utilizzata in aula, gli avvocati Roberto Tropenscovino e Ruggero Panzeri, su indicazione del dottor Pignoli, hanno emesso nel pomeriggio odierno, un comunicato stampa, riportato integralmente in calce, in cui il medico spiega tecnicamente come, a suo dire, debba essere eseguito un ecocolordoppler, soprattutto in caso di varici pelviche, proclamando infine la sua innocenza.
La parola passerà ora, il 13 giugno, salvo “slittamenti” di data, ai giudici.
Premesso che si tratta di una materia tecnica specialistica , si intende  con questo articolo illustrare in modo semplice e comprensibile  per i lettori l’esame  medico  incriminato,per cui il dr.Pignoli e’ agli arresti domiciliari,essendo l’informazione uno degli obbiettivi dei media.

Le varici agli arti inferiori (alle coscia e alle gambe) sono causate dal mulfunzionamento su base genetica di valvole poste lungo il loro decorso. La sede di queste valvole malate e’ per lo piu’ (nel 90% dei casi circa) a livello dell’inguine, da dove  parte la vena safena. L’esame ecocolordoppler e’ un esame non invasivo con ultrasuoni che consente di studiare il funzionamento delle valvole e riconoscere quelle malate e consiste nel posizionare  una sonda- delle dimensioni di un pacchetto di sigarette- sulla zona da studiare e con essa  visualizzare sul monitor dell’apparecchio l’immagine colorata del sangue che si muove nella vena. Piccoli movimenti della sonda sono necessari all’operatore, che regge la sonda con la mano, per trovare  e rendere al meglio visibile la vena indagata che ha quasi sempre un decorso tortuoso. Le immagini possono essere poi stampate su un foglio di carta da dare al paziente insieme al referto(che e’ la descrizione di quello che il medico ha trovato). L’esame  si esegue per lo piu’ con paziente sdraiato su un lettino (ma anche in piedi) .E’ importante che l’esame venga eseguito in modo accurato, perche’ da esso dipende  la decisione del chirurgo vascolare  di operare o meno  un paziente e che tipo di intervento eseguire. In un 5-10% dei pazienti  femmine le vene varicose all’arto possono essere causate- con meccanismo diverso- dal malfunzionamento di vene poste (in regione perineale)  a livello agli organi genitali femminili, per cui la sonda deve essere posizionata e orientata in questa zona. In queste pazienti le varici sono causate da vene pelviche interne malate, spesso danneggiate durante la gravidanza ma che possono restare dilatate anche dopo che  la gravidanza e’ finita; inoltre possono essere presenti anche in donne che non hanno avuto una gravidanza. Ci sono varici pelviche estese che provocano anche disturbi della sfera ginecologica e che sono viste  inizialmente dai ginecologi (che usano anche la sonda  ecodoppler endovaginale, di forma apposita). Ci sono varici pelviche che  provocano  solamente disturbi alle gambe e varici visibili solo agli arti inferiori e queste sono viste in genere dai flebologi e dai chirurghi vascolari. Queste varici particolari si studiano con l’ecodoppler con la paziente sdraiata sul lettino a cosce aperte con una posizione molto simile a quella ginecologica. Non tutti i medici, anche specialisti, conoscono bene questa particolare patologia  varicosa pelvica; per scarsa esperienza, per poco aggiornamento o per altri motivi, per cui quando fanno l’esame ecodoppler non vanno a fare quella parte dell’esame che si puo’ definire “perineale”. Esiste un gran numero di articoli scientifici sull’argomento, di relazioni super-specialistiche e di discussioni tipo “forum” di specialisti su internet .  L’informazione divulgativa per i pazienti e’ scarsa su questa specifica problematica; ma  quella disponibile e’  su siti internet in lingua inglese. Il dr.Pignoli che,  ben conosce  questo particolare tipo di varici -occupandosene da oltre 20 anni- avendole studiate regolarmente  con l’ecodoppler,  ha semplicemente eseguito con correttezza professionale su alcune centinaia di sue pazienti questo esame, spiegando loro di che si trattava e rispettandone il pudore. Due donne, che non si sono informate, non hanno chiesto spiegazioni al professionista , malconsigliate da incompetenti, hanno scambiato questo esame come molestia sessuale; di fatto non rischiano nulla, nelle loro mire risarcitorie e giustizialiste.
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