Linee Lecco sarà privatazzata. Via libera del consiglio
Adesso è ufficiale: il consiglio comunale di Lecco ha approvato l'ordine del giorno che darà inizio alla procedura di privatizzazione di Linee Lecco. Dopo un lungo dibattito durato ben due sedute, nella serata di martedì 26 marzo l'assise ha quindi approvato la delibera riguardante la messa in vendita dell'azienda di trasporti pubblici lecchese.
Tutto come nelle previsioni, quindi, e a nulla sono valsi i 17 emendamenti proposti dal consigliere leghista Stefano Parolari, respinti in blocco dal consiglio comunale, caratterizzato quest'ultimo dalla compattezza della maggioranza, che ha avallato all'unanimità la decisione già presa dalla giunta.
Deluse invece le opposizioni, in particolare l'esponente della Lega Parolari, il quale ha presentato, accorpandoli nella discussione, diversi emendamenti volti a bloccare e modificare l'iter di privatizzazione. "Non si sta rispettando - ha affermato - la volontà degli italiani espressa con il referendum dell' 11 giugno 2011. In quel caso - ha proseguito - si è sottolineato come i servizi pubblici di rilevanza economica debbano essere gestiti direttamente dagli enti pubblici. Per questo propongo la cessione di Linee Lecco a una società pubblica locale come SILEA o Lario Reti Holding". Parolari ha insistito anche sul fatto che il consiglio avrebbe bisogno di più tempo per prendere delle decisioni così importanti, in quanto "ci sono alcune questioni riguardanti il bilancio di Linee Lecco che non sono ancora state portate all'attenzione dell'assise".
Concordi con il consigliere leghista anche gli esponenti del Pdl Filippo Boscagli e Antonio Pasquini. Il primo ha criticato l'eccessiva fretta con cui si è trattata la questione, mentre il secondo ha puntato l'attenzione sul singolare atteggiamento della maggioranza, definita da Pasquini "liberista per quanto riguarda le politiche e comunista nel soffocare il dissenso interno".
Favorevole alla vendita della società, invece, il Pd che con il capogruppo Stefano Citterio ha sottolineato come "collocare sul mercato un'azienda risanata voglia dire migliorarne il servizio. Per questo - ha spiegato - ringrazio il lavoro svolto dal presidente Crimella e dal suo Cda. Nel prendere questa decisione - ha quindi aggiunto - abbiamo tenuto conto del futuro dei lavoratori, della salvaguardia del patrimonio immobiliare della società e del mantenimento di un servizio pubblico essenziale. Tutti elementi, questi, che ci stanno molto a cuore".
L'assise comunale ha quindi decretato lo scioglimento del consiglio di amministrazione di Linee Lecco, che verrà sostituito da un amministratore unico, e di procedere nella vendita della azienda e nella liquidazione di Linee Lecco Spa. Il Comune istituirà inoltre un apposito bando di gara che preveda strumenti di tutela dei livelli di occupazione e l'impegno da parte della società acquirente di non attivare forme di collaborazione professionale con i soggetti membri del Cda negli ultimi cinque anni. L'immobile di Piazza Bione 15 rimarrà, infine, di proprietà comunale.
Tutto come nelle previsioni, quindi, e a nulla sono valsi i 17 emendamenti proposti dal consigliere leghista Stefano Parolari, respinti in blocco dal consiglio comunale, caratterizzato quest'ultimo dalla compattezza della maggioranza, che ha avallato all'unanimità la decisione già presa dalla giunta.
Deluse invece le opposizioni, in particolare l'esponente della Lega Parolari, il quale ha presentato, accorpandoli nella discussione, diversi emendamenti volti a bloccare e modificare l'iter di privatizzazione. "Non si sta rispettando - ha affermato - la volontà degli italiani espressa con il referendum dell' 11 giugno 2011. In quel caso - ha proseguito - si è sottolineato come i servizi pubblici di rilevanza economica debbano essere gestiti direttamente dagli enti pubblici. Per questo propongo la cessione di Linee Lecco a una società pubblica locale come SILEA o Lario Reti Holding". Parolari ha insistito anche sul fatto che il consiglio avrebbe bisogno di più tempo per prendere delle decisioni così importanti, in quanto "ci sono alcune questioni riguardanti il bilancio di Linee Lecco che non sono ancora state portate all'attenzione dell'assise".
Concordi con il consigliere leghista anche gli esponenti del Pdl Filippo Boscagli e Antonio Pasquini. Il primo ha criticato l'eccessiva fretta con cui si è trattata la questione, mentre il secondo ha puntato l'attenzione sul singolare atteggiamento della maggioranza, definita da Pasquini "liberista per quanto riguarda le politiche e comunista nel soffocare il dissenso interno".
Favorevole alla vendita della società, invece, il Pd che con il capogruppo Stefano Citterio ha sottolineato come "collocare sul mercato un'azienda risanata voglia dire migliorarne il servizio. Per questo - ha spiegato - ringrazio il lavoro svolto dal presidente Crimella e dal suo Cda. Nel prendere questa decisione - ha quindi aggiunto - abbiamo tenuto conto del futuro dei lavoratori, della salvaguardia del patrimonio immobiliare della società e del mantenimento di un servizio pubblico essenziale. Tutti elementi, questi, che ci stanno molto a cuore".
L'assise comunale ha quindi decretato lo scioglimento del consiglio di amministrazione di Linee Lecco, che verrà sostituito da un amministratore unico, e di procedere nella vendita della azienda e nella liquidazione di Linee Lecco Spa. Il Comune istituirà inoltre un apposito bando di gara che preveda strumenti di tutela dei livelli di occupazione e l'impegno da parte della società acquirente di non attivare forme di collaborazione professionale con i soggetti membri del Cda negli ultimi cinque anni. L'immobile di Piazza Bione 15 rimarrà, infine, di proprietà comunale.
D.F.