UNO BIANCA: ARRIVANO I SOLDI ALLE FAMIGLIE DELLE VITTIME

A 17 anni dai primi omicidi lo Stato si ricorda di chi perse un proprio caro per colpa dei fratelli Savi

Pochi giorni fa fu risarcito anche l’unico superstite lecchese dell’agguato di San Mauro Pascoli
 
A 17 anni dai primi omicidi compiuti dalla banda della Uno bianca, i parenti delle vittime hanno ottenuto 'un riconoscimento' anche da parte dello Stato'. La vicenda dei risarcimenti si è infatti conclusa oggi con la firma della transazione che rende esecutivo lo stanziamento di 6 miliardi e mezzo per i parenti delle vittime. Un'operazione che prese il via quando il precedente governo, in seguito alla decisione dello scorso anno della Cassazione di non riconoscere la responsabilità civile del Viminale nell'operato dei poliziotti che facevano parte della banda, decise di prevedere uno stanziamento all'interno della finanziaria.
"Sono contento - ha detto l'avvocato Alessandro Gamberini che nel processo ha rappresentato le parti civili - che attraverso questo pagamento si sia implicitamente riconosciuto il dovere dello Stato di far fronte al risarcimento per i gravissimi danni subiti a causa della condotta criminale di una banda di poliziotti". Soddisfatto anche il presidente dell'associazione delle vittime, Rosanna Zecchi, alla quale la banda ha ucciso il marito. "Mio marito è morto perché ha chiamato il 113 per denunciare una rapina che stava compiendo la banda, ma purtroppo al centralino gli ha risposto uno dei fratelli Savi". Il finanziamento, che riguarda tutti i parenti delle vittime e le persone rimaste ferite nelle diverse rapine compiute a Bologna, Pesaro e Rimini, dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno. Proprio nei giorni scorsi lo Stato si era alla fine ricordato di Madiaw Diaw, il senegalese residente a Lecco, unico superstite dell’assalto del commando della “Uno Bianca” che la notte fra il 17 e il 18 agosto ’91 costò la vita a due suoi connazionali trucidati a San Mauro Pascoli. A distanza di oltre dieci anni da quell’agguato il senegalese, trovato in fin di vita e miracolosamente sopravvissuto alla pioggia di proiettili, ha infatti ricevuto dallo Stato italiano 40 milioni. “Certo non una gran cifra – aveva commentato l’avvocato Grazia Corti di Lecco – e dopo tanto tempo di attesa e disinteresse”. Nell’agguato morirono Babou Chejkh e Ndiaj Malik che proprio a Lecco avevano trovato una casa e un lavoro al termine di uno dei tanti viaggi della speranza nel nostro Paese. Anche le loro famiglie otterranno ora l’atteso risarcimento dello Stato Italiano.
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