Rovagnate: rimasto 'cerebroleso' a seguito di un incidente 22 anni fa, si è spento, Flavio Perego. Al suo fianco una seconda mamma, la donna che avrebbe voluto sposare e cento 'Amici'

"Gli amici sono stati come gocce che, messe insieme, hanno dato vita a quel fiume che ha permesso alla ruota inceppata di tornare a girare". Così, nel momento del dolore Angela Agostoni, descrive quel movimento che, per 18 anni, ininterrottamente, si è sviluppato intorno al "suo" Flavio, scomparso nei giorni scorsi a causa di un male incurabile che nulla aveva a che fare con la sua condizione di persona cerebrolesa, "dettaglio" quest'ultimo alla base, insieme a un legame di profonda amicizia, della "macchina della solidarietà" che ha avuto in Flavio il suo fulcro e il suo elemento catalizzatore. 

Flavio 

Flavio Perego, classe 1960, ragazzo di bell'aspetto, socievole e scherzoso come dimostrano le foto "di un tempo" raccolte in un filmato che ora "sdrammatizza" la camera ardente allestita nella sua abitazione di via don Barzaghi a Rovagnate, ad un passo dalle nozze, nel maggio del 1991 esce di casa e, in circostanze mai del tutto chiarite, rimane vittima di un incidente stradale. Verrà infatti ritrovato solo l'indomani, privo di sensi, nella sua auto, andata, a "inabissarsi" tra i rovi che costeggiano la strada che da Rovagnate scende verso Bevera. Flavio è vivo ma non tornerà più ad essere lo stesso. Accanto a sé ha però tre donne: la madre Carla, le cui forze verranno presto a mancare con l'avanzare dell'età e di una malattia capace di cancellare anche l'attaccamento verso il proprio figlio; Paola, la ragazza che quindici giorni dopo l'incidente avrebbe dovuto diventare sua moglie e che, in tutti questi anni, gli è rimasta accanto, vivendo la sua vita senza però allontanarsi dalla "sua dolce metà" tanto che il suo nome compare anche negli annunci funebri come se la loro unione, mai suggellata all'altare, non si fosse mai sciolta; e Angela, l'amica con cui condivideva la passione per il teatro, l'angelo custode che ne ha assunto il ruolo di tutrice, che tanto si è dato da fare per lui, occupandosi delle sue cure e coordinando gli "Amici di Flavio", il gruppo nato nel 1995 e che, per diciotto lunghissime primavere, fino ad un mese fa, non ha mai fatto mancare il suo supporto. 

Una foto di gruppo, di qualche anno fa, de "Gli amici di Flavio" con lui stesso al centro e Angela a destra

"C'erano 35 persone al giorno che gli entravano in casa sette giorni la settimana" spiega Paolo Villa che, con la moglie Paola Fustella, anch'ella scomparsa recentemente, faceva parte del nucleo originario della compagine, un sodalizio composto dunque da un centinaio di persone non possono essere definite "volontari" ma che semplicemente erano "amici" di Flavio, un gruppo con membri non solo del paese ma dell'intera Brianza che, in questi anni, ha avuto nuovi innesti e qualche abbandono per vicissitudini legate alla vita di ciascuno. "Oltre a mia moglie, altre cinque persone che assistevano Flavio, poi, sono morte prima di lui con i suoi "amici" divenuti anche amici di chi è stato provato da un lutto" prosegue Paolo.  "Angela gli ha fatto da seconda mamma. Noi ci impegnavamo per mettere in atto delle stimolazioni visive, tattili, olfattive, legate al gusto ritenute utili per tentare di "risvegliarlo". La speranza non ci ha mai abbandonato anche se purtroppo un'altra malattia ha fatto il suo corso". Angela stessa parla dei progressi compiuti da "Flavietto", come lo chiamavano i medici delle diverse case di cura, anche svizzere, che lo seguivano. "Come si fa a dire che era in coma se stava seduto da solo e era tornato addirittura a stare in piedi?" domanda, rifuggendo dunque la definizione di "persona in stato vegetativo" per accettare solo quella di "celebroleso".  

Flavio seduto autonomamente

 Flavio, infatti, seguito dai terapisti, disegnava, muoveva le mani per stringere quelle degli altri, suonava, sorrideva, aveva ripreso a chiamare mamma e a cercare quella Angela che, nel 2008, insieme agli "Amici" è stata insignita dall'amministrazione comunale allora guidata da Marco Panzeri del Premio Idealità, istituito nel 1985 e assegnato in memoria di don Piero Pointinger a persone, organizzazioni o gruppi che, come recita lo statuto che lo disciplina, abbiano realizzato "i principi di attenzione, accettazione, comprensione, disponibilità e servizio propri dell'idealità".

Flavio, portato a spalla dagli "Amici", a cui sarà data anche la possibilità di sintetizzare in un quadernetto ciò che hanno dato e soprattutto "cosa", in tutti questi anni, hanno ricevuto da lui, sarà salutato quest'oggi, lunedì 25 febbraio alle 15.00 nella parrocchiale di Rovagnate. Per l'ultima volta, al suo fianco avrà Angela e l'amata Paola. Mamma Carla, ricoverata in una struttura sanitaria, non sarà presente ma a breve tornerà a vivere a Rovagnate, in quella casa in cui, per 18 anni, non si è mai respirata solitudine. Con lei rimarrà anche Andrea, il badante che ha assistito Flavio nei giorni della malattia e al quale, così come a tutti gli "Amici", va il ringraziamento di Angela.
A. M.
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