Robbiate: la testimonianza di chi, 45 anni fa, ha vissuto la trepidazione della Pulce

Quarantacinque anni dopo "La Pulce" ritorna protagonista della vita di Robbiate e della Brianza. Alle 21 di stasera, nell'ambito della tavola rotonda proposta in municipio per la settimana dell'educazione, Franca Viganò e Marinella Corno, racconteranno quell'esperienza, nata nel 1968 e continuata per due anni. Un vissuto che aveva visto partecipare, a fasi alterne, una cinquantina di giovani, producendo un giornale "La Pulce" appunto, molto dibattito e una scuola popolare. Riprendendo quello che don Milani aveva scritto in "lettera a una professoressa", i giovani della "Pulce" avevano promosso la scuola. Allievi erano ragazzi e ragazze che, per motivi diversi, non avevano frequentato la scuola dell'obbligo. Agli esami furono tutti promossi. Qualcuno diventerà poi direttore in una multinazionale, impiegato, tecnico qualificato. Tutti avevano comunque trovato lavoro, e non solo in fabbrica.

Non ancora diciottenni, la Corno e la Viganò, avevano partecipato al gruppo che aveva peraltro era molto attivo nella vita del paese. Prima in parrocchia dove era stato accolto. Opinioni diverse avevano visto i giovani staccarsi, per incontrarsi prima a Terzuolo, in una stanza non abitata messa a  disposizione di Pierpaolo Salomoni. Una stufetta a gas, un ciclostile, un grandissimo tavolo che diventava, di volta in volta, scrivania per i redattori del periodico, banco per gli allievi della scuola popolare, tavola per una fetta di pane e salame o un panettone da condividere, tavolo verde per le lunghe partite notturne e briscola chiamata. Un modo semplice, ma affascinante, di crescere insieme. Di condividere la vita, il cinema, la lettura dei giornali, i problemi del paese (è rimasto famosa la contestazione per la proposta di acquisto di Villa Zinelli, ora Concordia, che era stata avanzata prima del suo futuro acquisto), le mostre, la  società. Tutti argomenti che diventavano poi articoli del periodico.
L'esperienza era finita con la politicizzazione nata col post sessantotto. Le idee diverse avevano portato a militanze diverse nei gruppi o nei partiti dell'arco costituzionale. Qualcuno era salito a Fontanella, condividendo l'esperienza di padre Davide Maria Turoldo. Altri avevano lasciato il paese per Milano o università lontane. L'impegno era rimasto per tutti. Per ricordarne uno, Franco Zardoni, primo obiettore di coscienza politico contro il servizio militare, aveva partecipato per  oltre un anno alla vita del gruppo. 
Chi ricorda quel periodo, che per quei giovani non fu affatto violento, ma solo impegnato, potrà ascoltarlo stasera da due delle protagoniste. 
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