Parco: il pettirosso protagonista dell’inverno. Tanti gli incontri con gli uccelli migratori
Inverno: sotto la scorza di un paesaggio apparentemente sonnecchiante, mentre tanti animali in letargo si nascondono alla nostra vista curiosa, c'è chi invece elegge la stagione fredda a palcoscenico privilegiato per farsi...osservare di più. Se qualcuno di noi è abituato a pensare che un giro nei boschi in inverno - anche quando nevica - non ci regalerà tanti incontri col mondo animale, sappia che non c'è periodo migliore di questo per un rendez vous con il il "picett", come lo chiamerebbero i nostri nonni, a noi tutti conosciuto come "pettirosso".
Insettivoro, carattere da primadonna, docile e poco timoroso dell'uomo, difficilmente rifiuterà di accompagnarci in una passeggiata, a maggior ragione se decidiamo di offrirgli qualche briciola. D'inverno i nostri boschi, la Val Curone con i suoi alberi di kako che ancora offrono un sostentamento prelibato agli amici alati e allo stesso tempo, quasi spogli, non nascondono più l'intensa macchia di colore rosso del loro "sparato", ne ospitano tantissimi esemplari: agli stanziali che passano qui 12 mesi interi, si aggiungono infatti i pettirossi svernanti che giungono in volo da nord Europa riunendosi in un'unica grande famiglia. E quest'anno, come hanno riportato le osservazioni delle Gev del Parco del Curone, è stato caratterizzato da una migrazione particolarmente numerosa.
Basta solo cercarli e i pettirossi si faranno trovare, o almeno sentire, tanto nelle vallate quanto lungo l'alzaia del fiume Adda, insieme a cince, tordi, codirosso spazzacamino che continuamente si incrociano sopra e sotto le nostre teste nelle loro acrobazie alate e non, ai teneri e piccoli scriccioli che, con l'arrivo del freddo, si sono rintanati nelle siepi e nelle legnaie. Se si fa un giro nel Parco la mattina presto si può anche incontrare la beccaccia, lungo i torrenti il martin pescatore, mentre gli aironi cenerini sono stati recentemente avvistati nelle nostre zone in un bel gruppo di 14 esemplari.
Affascinanti ed "istruttive" le dinamiche che si instaurano nel mondo alato col sopraggiungere del freddo e in particolare del manto nevoso che, coprendo il terreno, allontana gli uccellini dalle loro prede, dai semini e dalle briciole che solitamente danno loro sostentamento. A primavera, infatti, quando il cibo abbonda, si innescano delle vere e proprie battaglie tra i volatili per accaparrarsene la maggior quantità possibile; mentre in inverno quando scarseggia, al posto di farsi la guerra gli uccelli si alternando "a turno" per mangiare, si coalizzano tra loro e si garantiscono così la sopravvivenza. Immaginiamoci dunque la cincia, che in altri periodi dell'anno non scenderebbe a compromessi col piccolo "picett", proclamare tregua invernale. Natura docet.
Chi ha voglia di fare due passi nel Parco, anche sotto la neve, li potrà sorprendere facilmente e sfruttare il silenzio per ascoltare meglio i loro canti. E per chi è ancora più curioso: quest'anno, come esperimento, le guardie ecologiche stanno installando delle mangiatorie da loro rifornite, con delle pareti apposite dalle quali i visitatori possono osservare gli amici alati. Non sarebbe una cattiva pratica, d'inverno, lasciare qualche briciola di pane apposta per loro.
Pettirosso
Insettivoro, carattere da primadonna, docile e poco timoroso dell'uomo, difficilmente rifiuterà di accompagnarci in una passeggiata, a maggior ragione se decidiamo di offrirgli qualche briciola. D'inverno i nostri boschi, la Val Curone con i suoi alberi di kako che ancora offrono un sostentamento prelibato agli amici alati e allo stesso tempo, quasi spogli, non nascondono più l'intensa macchia di colore rosso del loro "sparato", ne ospitano tantissimi esemplari: agli stanziali che passano qui 12 mesi interi, si aggiungono infatti i pettirossi svernanti che giungono in volo da nord Europa riunendosi in un'unica grande famiglia. E quest'anno, come hanno riportato le osservazioni delle Gev del Parco del Curone, è stato caratterizzato da una migrazione particolarmente numerosa.
Cinciallegre fotografate a Calco
Basta solo cercarli e i pettirossi si faranno trovare, o almeno sentire, tanto nelle vallate quanto lungo l'alzaia del fiume Adda, insieme a cince, tordi, codirosso spazzacamino che continuamente si incrociano sopra e sotto le nostre teste nelle loro acrobazie alate e non, ai teneri e piccoli scriccioli che, con l'arrivo del freddo, si sono rintanati nelle siepi e nelle legnaie. Se si fa un giro nel Parco la mattina presto si può anche incontrare la beccaccia, lungo i torrenti il martin pescatore, mentre gli aironi cenerini sono stati recentemente avvistati nelle nostre zone in un bel gruppo di 14 esemplari.
Affascinanti ed "istruttive" le dinamiche che si instaurano nel mondo alato col sopraggiungere del freddo e in particolare del manto nevoso che, coprendo il terreno, allontana gli uccellini dalle loro prede, dai semini e dalle briciole che solitamente danno loro sostentamento. A primavera, infatti, quando il cibo abbonda, si innescano delle vere e proprie battaglie tra i volatili per accaparrarsene la maggior quantità possibile; mentre in inverno quando scarseggia, al posto di farsi la guerra gli uccelli si alternando "a turno" per mangiare, si coalizzano tra loro e si garantiscono così la sopravvivenza. Immaginiamoci dunque la cincia, che in altri periodi dell'anno non scenderebbe a compromessi col piccolo "picett", proclamare tregua invernale. Natura docet.
Da sinistra: martin pescatore, scricciolo, pettirosso, beccaccia, cinciallegra
Chi ha voglia di fare due passi nel Parco, anche sotto la neve, li potrà sorprendere facilmente e sfruttare il silenzio per ascoltare meglio i loro canti. E per chi è ancora più curioso: quest'anno, come esperimento, le guardie ecologiche stanno installando delle mangiatorie da loro rifornite, con delle pareti apposite dalle quali i visitatori possono osservare gli amici alati. Non sarebbe una cattiva pratica, d'inverno, lasciare qualche briciola di pane apposta per loro.
Selena Tagliabue