Condannati da 6 a 8 anni di carcere i 4 rapinatori delle banche Inasprite le pene chieste dal PM. Quattro gli istituti assaltati
Ha inasprito le richieste di condanna, andando ad innalzare soprattutto le sanzioni pecuniarie proposte dal pm Cinzia Citterio, il collegio giudicante del Tribunale di Lecco che quest'oggi si è espresso in merito alle posizioni di Antonio Cilente, Alfio Scimonelli, Giuseppe Tasca e Vincenzo Catteneo accusati, ai sensi dell'articoli 628cp, di rapina in concorso per aver assaltato quattro istituti di credito nell'agosto dello scorso anno. I giudici non hanno infatti accolto le tesi proposte, nel corso delle requisitorie dello scorso 29 novembre, dalla difesa rappresentata dall'avvocato Emanuela Sabbi del Foro di Bergamo per gli interessi di Cilente e Scimonelli e da Sonia Bova di Lecco, legale degli altri due coimputati, subentrata, nel corso del procedimento, al collega Belotti. Il dottor Ceron, questa mattina, dopo una veloce camera di consiglio ha infatti letto le pesanti condanne emesse per i quattro tutti coinvolti nelle tre rapine che nell'estate 2011 avevano seminato il panico nel meratese, ossia l'assalto del 5 agosto alla Bpm di Paderno d'Adda, fruttato ai malviventi un bottino di circa 5 mila euro, quello del 9 agosto alla Ubi Banca di Cernusco Lombardone, durante il quale erano riusciti a racimolare mille euro e il colpo dell'11 agosto alla filiale Banca Intesa di Brivio e una fuga da 15 mila euro (il quarto colpo era stato consumato a Usmate).
Antonio Cilente, classe 1972, residente a Imbersago, ritenuto al momento dell'arresto dagli inquirenti il capo della banda, dovrà scontare 8 anni e mezzo di carcere (6 mesi in più della richiesta formulata dal pm) oltre al pagamento di 5 mila euro di sanzione. A Alfio Scimonelli, classe 1973, residente Crema e al momento ricoverato in una comunità nel lodigiano, presente oggi in aula scortato della Polizia penitenziaria, è stata invece inflitta una pena di 7 anni e 6 mesi più il versamento di 4 mila euro (contro i 2 mila inizialmente proposti). 6 anni e 6 mesi più 2.800 euro di sanzione la condanna riservata poi a Giuseppe Tasca, il più anziano del gruppo con i suoi 65 anni. La sua pena è stata quella maggiormente "ritoccata" dal collegio che ha aggiunto un anno e 1800€ rispetto a quanto chiesto dalla dottoressa Citterio per colui chee aveva messo a disposizione della banda anche l'auto utilizzata durante i colpi, auto grazie alla quale i Carabinieri erano riusciti a risalire ai membri del sodalizio criminale. La y10 utilizzata dai quattro per le loro "scorribande" era infatti priva dello sportellino posto a protezione del tappo del serbatoio della benzina, elemento questo risultato essenziale per individuare il mezzo e da lì rintracciarne il proprietario ovvero il Tasca, classe 1947 residente a Madone, apparso oggi in aula particolarmente ansioso nei momenti precedenti la lettura della sentenza. 7 anni e una pena pecuniaria di 4 mila euro sono infine stati riservati a Vincenzo Catteneo, classe 1961 di Calusco d'Adda, unico elemento del gruppo che ha deciso di non presenziare all'ultimo atto di questo procedimento preferendo rimanere in carcere.
Per tutti gli imputati, poi, il collegio ha disposto il pagamento delle spese processuali e di custodia nonché l'interdizione dai pubblici uffici per la durata delle condanne e la convalida dei beni a loro sequestrati.
Alle sentenze emesse dal foro lecchese, si aggiungeranno probabilmente quelle attese nei prossimi mesi da diversi tribunali lombardi dove i membri della banda risultano sotto processo per episodi analoghi.
A. M.