Lecco: al Manzoni si parla di Oncologia e comunicazione nel XVI Convegno del D.I.P.O

Si è tenuto nella serata di ieri venerdì 23 novembre l'atteso convegno del DIPO (Dipartimento Interaziendale e Provinciale Oncologico) che ha svolto attraverso l'intervento di figure professionali una tematica fondamentale nel percorso di cura del paziente oncologico, la comunicazione. L'evento, organizzato dall'Azienda Ospedaliera Lecchese in collaborazione con l'ASL di Lecco, ha visto la partecipazione di operatori sanitari quali il Dottor Antonio Ardizzoia, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell'Ospedale Manzoni, Patrizia Monti, Direttore Sanitario dell'AO, Antonina Ilardo, responsabile degli screening oncologici dell'ASL di Lecco, Damaris Rovida, referente delle 12 Associazioni di volontariato oncologico e Alberto Scanni, medico oncologo.

Antonio Gattinoni, direttore del dipartimento di prevenzione medica dell'ASL di Lecco, Patrizia Monti, Direttore Sanitario dell'AO,
Ivano Donato, consigliere comunale e il Dott. Antonio Ardizzoia, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica del Manzoni

L'intento che ha sorretto l'iniziativa, come hanno spiegato i relatori in apertura, è stato quello di diffondere l'importanza della comunicazione in ambito sanitario, relativamente al rapporto che inevitabilmente si instaura tra un medico e il suo paziente. A maggior ragione se si tratta di un paziente oncologico comunicare rientra a tutti gli effetti nel percorso di cura. "Quello della comunicazione è un argomento poco ludico ma sicuramente coinvolgente - ha detto il Direttore Sanitario dell'AO Patrizia Monti - poichè si attiene alla relazione tra operatori sanitari e pazienti. Si tratta di un aspetto variegato che pone al centro di ogni attività la parola." " Mi piace definire la comunicazione - ha continuato Antonio Gattinoni, direttore del Dipartimento di Prevenzione Medica dell'ASL di Lecco - non tanto informazione ma un rapporto tra due persone che per entrare in sintonia ed aiutarsi a vicenda devono mettersi in gioco."

Damaris Rovida, referente delle Associazioni di volontariato oncologico, il dott. Antonio Ardizzoia e Antonina Ilardo,
responsabile screening oncologici dell'ASL di Lecco

Il DIPO è cresciuto nella Provincia di Lecco, stando alle parole del dottor Ardizzoia, che ha ricordato l'aumentata importanza delle cure palliative e dei progetti portati avanti grazie alla collaborazione di enti fondamentali come l'ASL e le Associazioni: la prima nel diffondere la cultura della prevenzione attraverso l'attività di screening oncologico, coordinata da Antonina Ilardo, un'attività definita all'avanguardia nella nostra Provincia, le seconde tramite progetti umanitari come "Un raggio di sole" e "Il benessere dentro la malattia". "Un raggio di sole" nato due anni fa oramai, propone l'aiuto gratuito per i pazienti che subiscono con la malattia oncologica la perdita dei capelli. Damaris Rovida, referente del progetto, ha fornito alcuni numeri relativi all'attività dall'ottobre 2011 all'ottobre 2012: 172 parrucche sono state distribuite , rispettivamente a 14 pazienti del Mandic di Merate, 6 della clinica Mangioni di Lecco, altri 6 provenienti da ospedali territoriali e il resto a pazienti del Manzoni. Il secondo progetto invece ha come obiettivi primari innanzitutto il miglioramento della capacità di comunicare dei volontari, attraverso l'istituzione di appositi corsi di formazione, e in secondo luogo lo sviluppo di competenze definite attive all'interno del volontariato.Titolo del corso di formazione è "Conoscersi e riconoscere: operatori e volontari al lavoro...perchè conoscersi rende più facile comunicare". "I risultati sono stati positivi - ha detto Damaris Rovida - e le Associazioni si impegneranno anche il prossimo anno per portare avanti questi progetti e crearne di nuovi per sostenere su ogni fronte il malato oncologico." La serata ha poi visto Patrizia Monti e Alberto Scanni scambiarsi un confronto sul tema della comunicazione in ambito oncologico, attraverso la mediazione del Direttore di TeleUnica Fabio Panzeri.

I due operatori sanitari si sono trovati in accordo nel definire la professione di medico oncologo impegnativa: "Dare al paziente la diagnosi di cancro equivale a far scoppiare una bomba dentro di lui e dentro la sua famiglia - ha detto il dott. Scanni - forse per la nostra latinità tendiamo qui in Italia a dare queste notizie in maniera più lieve, anche se la sostanza sappiamo bene che non cambia. Il valore della parola è fortissimo e spesso i medici non sanno usarlo a loro favore; penso a questo proposito al luogo comune del dottore che parla difficile: credo che spesso l'uso di un linguaggio complesso con il paziente equivalga ad un tentativo di proteggersi dalle sue reazioni. Comunicare rimane un'attività essenziale, in ogni ambito umano." Patrizia Monti ha invece parlato di empatia tra medico e paziente: "Spesso durante gli studi di medicina si insegna ai futuri dottori ad avere e mantenere un atteggiamento scostante e distaccato dal paziente: il coinvolgimento emotivo potrebbe compromettere il lavoro. Io credo che più che immedesimarsi nei sentimenti e nelle emozioni del paziente un buon medico dovrebbe calarsi nei suoi panni e provare a ragionare come lui. Per questo parlo di empatia." La dott.essa Monti ha poi annunciato l'iniziativa che mira a raccogliere le storie dei pazienti oncologici e degli operatori sanitari: storie su come i pazienti vivono la loro malattia e su come i loro assistenti vedono il percorso di crescita o di decrescita del paziente. "Si tratta della cosiddetta Medicina Narrativa, nata negli Stati Uniti ma diffusasi con successo anche qui da noi. È sempre un modo di dar voce al paziente ai suoi pensieri, di stargli vicino e di permettergli di sfogarsi." Ha concluso la serata l'esibizione del gruppo teatrale Meta Playback Theatre. Il Playback Theatre è una forma originale di improvvisazione teatrale in cui le persone raccontano eventi reali della propria esperienza di vita, e poi li guardano rappresentati immediatamente. Nel corso della performance, questo si rende possibile attraverso una speciale collaborazione tra i performer (attori musicista e conduttore) e il pubblico: qualcuno narra una storia o un momento della propria esperienza di vita e/o di vita professionale, sceglie gli attori per rappresentare i differenti ruoli e poi guarda la sua storia ricreata e offerta al momento. Un modo di fare teatro coinvolgente e sicuramente improntato alla comunicazione.
Caterina Franci
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