Lecco: il ''Fiocchi'' non merita la campagna stampa avversa

Il dirigente scolastico dell’istituto Fiocchi di Lecco, Walter Valsecchi, ha attaccato i giornali che nella scorse settimane hanno diffuso notizie, a suo dire, errate e fuorvianti sull’episodio che ha coinvolto due studenti della stessa scuola. Alcune testate locali avevano infatti riportato di un’aggressione subita da un ragazzo italiano da parte di uno studente di origine moldava e che ha costretto il primo a farsi medicare al pronto soccorso di Merate. Gli articoli in questione parlavano, inoltre, di una presunta mancanza di sicurezza all’interno delle mura scolastiche, dove i professori sembravano essere diventati impotenti.

Da sinistra Antonio Gatti, Raffaele Cesana, Marcella Mainetti, Walter Valsecchi, Giovanni Pavone, Sergio Chillè

“Per prima cosa – ha spiegato Valsecchi – vorrei sottolineare come i fatti riportati siano falsi anche dal punto di vista della dinamica. Abbiamo infatti accertato che il ragazzo che ha riportato le ferite è stato l’aggressore e non l’aggredito”.
Ma come sono andate, quindi, le cose? “Siamo di fronte – ha ripreso Valsecchi - a un tipico litigio tra ragazzi di quattordici anni, nato per futili motivi. A seguito di un battibecco tra i due, avvenuto all’interno dell’istituto, il ragazzo italiano è uscito anticipatamente dalla scuola con un permesso e ha aspettato all’esterno della struttura il compagno moldavo, proprio con l’intento di venire alle mani. Cosa che poi è avvenuta. Non è stato, quindi, lo studente che i giornali avevano dipinto come un bullo a iniziare, bensì quello che poi è finito al pronto soccorso. I professori – ha continuato - non sono sicuramente responsabili di una vicenda che si è svolta all’esterno della struttura e fuori dall’orario delle lezioni”. Il preside dell’istituto ha poi voluto difendere la sua scuola e le persone che lavorano al suo interno.

“Il nostro è un istituto multietnico con un 26% di alunni stranieri, provenienti da 24 paesi diversi. Noi – ha proseguito – ci siamo sempre distinti per un grande impegno per l’integrazione di questi ragazzi, anche avvalendocidella collaborazione di mediatori culturali. Non si può, per questo, rovinare l’immagine di una scuola, montando un caso nato da un comune litigio tra ragazzi e per giunta riportato in maniera errata. Vorrei, infine, evidenziare come queste situazioni non siano la normalità della nostra scuola, cosa che adombravano gli articoli in questione. Il nostro personale – ha concluso - fornisce, invece, un’adeguata sorveglianza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la professoressa Marcella Mainetti, la quale ha ribadito come “da sempre la scuola si sia prodigata per creare un dialogo con i ragazzi e i loro genitori. Siamo sempre stati dell’idea – ha aggiunto - che i problemi si risolvono insieme e con la collaborazione di tutti, a partire dai genitori. Chiedo ai giornali – ha concluso la professoressa – di informarsi bene prima di pubblicare degli articoli e dei titoli come quelli delle scorse settimane”.

Per quanto riguarda i provvedimenti disciplinari, lo studente moldavo è stato comunque sospeso con obbligo di frequenza per dieci giorni, mentre l’altro ragazzo aveva già stabilito di cambiare scuola e nel far questo “avrà il supporto del nostro istituto- ha assicurato il dirigente scolastico -che lo aiuterà nella scelta dell’indirizzo che più gli si addice”.
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