In provincia 27 suicidi dall’inizio dell’anno, 16 i casi ''tentati''. Una media di 3 al mese. L’estate è il periodo più cupo
Per qualcuno è stato l'unica via di fuga e la soluzione ai problemi; per altri la conseguenza di una forma devastante e opprimente del male oscuro. Parlare di suicidi e di tentati suicidi non è mai semplice, proprio per il rischio concreto di ridurre il tutto a semplici dati statistici. Si ricercano cause, ci si interroga su eventuali colpe quando, il più delle volte, il motore scatenante di tutto rimane drammaticamente rinchiuso nei pensieri e nella testa di chi compie questo terribile gesto. Una psicologia devastante che consuma giorno per giorno e che anche per l'organizzazione mondiale della sanità è diventata una delle priorità pubbliche da seguire. Stretta diventa così la correlazione con le cause che portano ogni singolo soggetto a togliersi la vita, proprio per evitare di generalizzare un fenomeno dove ogni caso fa a sé.
Un fenomeno, tra l'altro, in leggera crescita anche nella provincia di Lecco, dove, stando ai dati raccolti dall'inizio dell'anno dai Carabinieri e dalla Questura, si è registrata una media di 3 al mese. Sono già infatti 27 i suicidi avvenuti, contro i 16 dello scorso anno. Come confermato dai dati Istat la propensione al suicidio è maggiore tra la popolazione maschile, in misura anche quattro volte superiore rispetto a quella femminile. Nel corso del 2011 sono stati 14 i maschi e 2 le femmine, mentre nel 2012, gli uomini che si sono tolti la vita hanno già raggiunto quota 22, mentre le donne sono state 5. Spesso le cause sono riconducibili a fattori extrasociali, come stati psicopatici; si tratta quindi, perlopiù, di persone che avevano più volte tentato di togliersi la vita e, per questo, già in cura. A confermarlo sono i biglietti lasciati ai parenti, scritti nel 90% dei casi. Alle crisi depressive, sia per quanto riguarda i suicidi che i tentati suicidi, 16 registrati dall'inizio dell'anno, vanno aggiunti casi di delusione amorosa e di difficoltà economiche, con debiti spesso fuori controllo e che con la crisi attuale diventano una forma di angoscia e oppressione.
Giocano anche un ruolo non trascurabile fattori quali il clima e la temperatura stagionale, in particolare i cambiamenti violenti che possono sconvolgere l'organismo e portarlo in una situazione di depressione e sconforto totale. Non a caso, un terzo dei suicidi nella nostra provincia è avvenuto nei mesi estivi, in particolare giugno e agosto, e complessivamente durante il giorno, quando chi è solo, depresso e smarrito si sente ancora più "abbandonato". Altra conferma del trend nazionale è la modalità con cui l'individuo decide di togliersi la vita: nel nostro territorio si sono verificati 13 casi di impiccamento, 5 lanci nel vuoto seguiti da annegamento, tre decessi mediante arma da fuoco, una morte violenta sotto il treno o contro una macchina e una esalazione del gas. I soggetti sono compresi tra una fascia d'età che spazia dai 20 agli 85 anni, anche se la maggior parte dei casi si concentra tra le persone adulte, con un'età compresa tra i 40 e i 60 anni.
I fatti sono avvenuti nell'intero territorio provinciale, da Abbadia Lariana a Premana, fino a Olginate e Monticello Brianza; 3 a Cremeno e Paderno d'Adda, mentre nel capoluogo lecchese, così come a Mandello, i suicidi registrati sono stati 2. Il gesto estremo viene caratterizzato come una tragica reazione di fronte alle situazioni di vita stressanti o un senso di impotenza verso una vita travolgente. Il dato provinciale rilevato può sì preoccupare, da una parte, per il leggero aumento del trend registrato; dall'altra bisogna tuttavia considerare che il territorio lecchese, a livello regionale, rimane uno di quelli con la percentuale più bassa di casi ogni 100mila abitanti.
Ai dati riportati vanno aggiunti anche quelli, non conteggiati dalle statistiche ufficiali, di persone trovate agonizzanti dopo il gesto estremo e morte successivamente ai soccorsi in ospedale.
Un fenomeno, tra l'altro, in leggera crescita anche nella provincia di Lecco, dove, stando ai dati raccolti dall'inizio dell'anno dai Carabinieri e dalla Questura, si è registrata una media di 3 al mese. Sono già infatti 27 i suicidi avvenuti, contro i 16 dello scorso anno. Come confermato dai dati Istat la propensione al suicidio è maggiore tra la popolazione maschile, in misura anche quattro volte superiore rispetto a quella femminile. Nel corso del 2011 sono stati 14 i maschi e 2 le femmine, mentre nel 2012, gli uomini che si sono tolti la vita hanno già raggiunto quota 22, mentre le donne sono state 5. Spesso le cause sono riconducibili a fattori extrasociali, come stati psicopatici; si tratta quindi, perlopiù, di persone che avevano più volte tentato di togliersi la vita e, per questo, già in cura. A confermarlo sono i biglietti lasciati ai parenti, scritti nel 90% dei casi. Alle crisi depressive, sia per quanto riguarda i suicidi che i tentati suicidi, 16 registrati dall'inizio dell'anno, vanno aggiunti casi di delusione amorosa e di difficoltà economiche, con debiti spesso fuori controllo e che con la crisi attuale diventano una forma di angoscia e oppressione.
Giocano anche un ruolo non trascurabile fattori quali il clima e la temperatura stagionale, in particolare i cambiamenti violenti che possono sconvolgere l'organismo e portarlo in una situazione di depressione e sconforto totale. Non a caso, un terzo dei suicidi nella nostra provincia è avvenuto nei mesi estivi, in particolare giugno e agosto, e complessivamente durante il giorno, quando chi è solo, depresso e smarrito si sente ancora più "abbandonato". Altra conferma del trend nazionale è la modalità con cui l'individuo decide di togliersi la vita: nel nostro territorio si sono verificati 13 casi di impiccamento, 5 lanci nel vuoto seguiti da annegamento, tre decessi mediante arma da fuoco, una morte violenta sotto il treno o contro una macchina e una esalazione del gas. I soggetti sono compresi tra una fascia d'età che spazia dai 20 agli 85 anni, anche se la maggior parte dei casi si concentra tra le persone adulte, con un'età compresa tra i 40 e i 60 anni.
I fatti sono avvenuti nell'intero territorio provinciale, da Abbadia Lariana a Premana, fino a Olginate e Monticello Brianza; 3 a Cremeno e Paderno d'Adda, mentre nel capoluogo lecchese, così come a Mandello, i suicidi registrati sono stati 2. Il gesto estremo viene caratterizzato come una tragica reazione di fronte alle situazioni di vita stressanti o un senso di impotenza verso una vita travolgente. Il dato provinciale rilevato può sì preoccupare, da una parte, per il leggero aumento del trend registrato; dall'altra bisogna tuttavia considerare che il territorio lecchese, a livello regionale, rimane uno di quelli con la percentuale più bassa di casi ogni 100mila abitanti.
Ai dati riportati vanno aggiunti anche quelli, non conteggiati dalle statistiche ufficiali, di persone trovate agonizzanti dopo il gesto estremo e morte successivamente ai soccorsi in ospedale.
Clarissa Colasanti