Perego: il Card. Re alla Bernaga in ricordo di madre Candida, 'zampillo di acqua viva'

Scomparsa nel 1989, all'età di 73 anni, Madre Maria Candida Casero, al secolo Bice Luigia, è stata ricordata, questa mattina come da ventitre anni a questa parte, nel giorno del "dies natalis", dalle sue consorelle presso il monastero della Bernaga a Perego, dalla monaca stessa fondato esattamente cinquant'anni orsono.

Al centro il Cardinal Giovanni Battista Re

Con le Romite Ambrosiane e un buon gruppetto di fedeli che non si sono lasciati scoraggiare dalla giornata uggiosa con tanto di nebbiolina fitta ad avvolgere il colle, hanno presenziato  alla cerimonia, nella piccola ma graziosa cappella del convento, una quindicina di sacerdoti e il cardinal Giovanni Battista Re a cui è stata affidata anche l'omelia. Nel suo discorso, l'alto prelato ex prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, ha dapprima spiegato i motivi per cui la celebrazione odierna ha un significato particolare, per poi tratteggiare la storia personale e monastica di Madre Maria Candida. Definendo la religiosa "zampillo di acqua viva che ha dato origine a questo fiume", il cardinale ha ricordato "l'alta ispirazione che sta alle radici di questo ordine e di questo monastero", un monastero "che deve riceve continuamente acqua fresca" e "raccogliere e far fruttare l'eredità spirituale della sua fondatrice riassunta nella frase che si legge entrando, "Dio mi basta"".

Il "dies natalis" della superiora permette poi di "concentrare l'attenzione sul tema più bello e più alto, il tema di Dio, sconfinato e inesauribile". Ma chi era Madre Maria Candida? Donna di innato dinamismo, personalità forte, capacità relazionale, con un lavoro come segretaria in una piccola azienda, così l'ha descritta il cardinal Re. "Sembrava non mancarle nulla. Ma nel suo cuore però aveva sete di infinito che la portò a aprirsi ad un orizzonte verso Dio". Entrata dunque in monastero, presso il sacro monte di Varese, intraprende con le consorelle "una vita a due dimensioni: contemplativa e attiva in favore dell'educazione della gioventù. Ma la sete di infinito nel cuore di Maria Candida non la rende del tutto appagata. Aspirava a una ricerca più profonda di Dio. In lei, il desiderio di tornare alle origini delle monache romite. Alla preghiera, al silenzio e la lavoro".

Il sogno della giovane religiosa, appariva come "un sogno bello ma irrealizzabile per la complessità dei problemi che comportava". Ed invece si realizzò, per la tenacia e la forza di volontà di Madre Candida che ricevette anche l'appoggio del Cardinal Montini, futuro papa Paolo VI mosso da "un apprezzamento altissimo per la vita contemplativa".
Rivolgendosi direttamente alle religiose, che hanno seguito la santa messa celate come sempre in una stanza  a lato dell'altare, il celebrante ha poi riconosciuto come le monache  abbiano "scelto di mettere Dio al primo posto. In Lui avete trovato tutto -ha proseguito perché, per usare le parole di Sant'Agostino, Lui per primo è venuto a cercarvi con senso di predilezione e vi ha trovato". E ancora: "pregate, lodate e ringraziate Dio anche per chi lo ignora. La Chiesa non sarebbe compiuta se fosse priva di monasteri di vita contemplativa".

Persone come le Romite Ambrosiane sono dunque, seconde il cardinal Re, "cuore" della Chiesa: "la vostra esistenza - ha detto alle consorelle di Madre Maria Candida - è testimonianza di Dio e richiama a Dio" in una società moderna in cui si sta affievolendo la fede e il senso della ricerca del Signore. "Abbiate fiducia nella scelta che avete fatto. Avete scelto, come dicono le Scritture, la parte migliore. Siate felici di essere monache eremitiche. Sia Cristo la vostra forza e il vostro conforto nello scorrere dei giorni della vita. Abbiate anche fiducia nella Chiesa e nella sua opera. La chiesa è umana e per questo non mancano limiti, difetti e anche sbagli. Ma la Chiesa ci trasmette anche la grazia: dentro la Chiesa ci si salva, fuori dalla sua barca si affonda".

Ecco quindi, in conclusione, un invito, una "missione" affidata alla Romite: "vi chiedo di pregare perche l'anno della Fede aiuti a aprirsi a Dio. Mettere Dio al centro della propria vita è un dono per ciascuno di noi ma anche dono da trasmettere agli altri".
A. M.
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