Processo per truffa e cambiali con firma falsa per 100mila €
Ha denunciato l'ex compagno per truffa e per aver falsificato, a suo nome, diverse cambiali destinate ad un'altra società, per un valore superiore a 100.000 euro. A sedere sul banco degli imputati per i reati di falsità in scrittura privata, art. 485 del codice penale (in particolare inerente a cambiali, art. 491 cp) e truffa, 640 cp, è stato questa mattina O. Z., presentatosi davanti al giudice monocratico Gian Marco De Vincenzi e al vpo pm Pietro Bassi. La vicenda vede coinvolte due società, una con sede a Merate e l'altra nel casatese, rispettivamente di proprietà di Chiara M. e della sorella Maria M. "Ho conosciuto Chiara nel 1998, con cui ho avuto anche una relazione e con cui è nata successivamente una collaborazione nell'amministrazione di due società, una di queste era proprio quella meratese, amministrata dalla mia ex compagna" - ha spiegato l'imputato. "La società di sua sorella era in difficoltà, proprio per questo venivano emessi molti effetti che hanno avuto poi esito negativo. Ma il compito amministrativo era della società, io non ho mai avuto poteri di firma per poter operare con le banche". Versione stravolta dall'accusa. Chiara M., classe 1969, venuta a conoscenza dei fatti solo successivamente, ha detto di essersi accorta che la sua firma era stata più volte falsificata. La teste ha sostenuto di essere completamente estranea ai fatti e di aver scoperto la circostanza solo a seguito di una telefonata del direttore della Banca popolare di Bergamo, filiale di Cernusco, che chiedeva di venire a ritirare una cambiale pagata, su cui figurava la sua firma. Da qui poi la scoperta delle altre 6, tramite un'agenzia immobiliare di Casatenovo, per cui è scattata la denuncia, poiché protestate. "Io amministravo la società, poiché, lui, avendo avuto problemi in passato, non poteva ricoprire il ruolo"ha affermato Chiara M. "In realtà gestiva tutto lui, io mettevo solo la mia sigla e andavo in banca. Ma, ripeto, era lui che faceva tutto. Anche i rapporti con la Banca li aveva lui" La conferma che si tratterebbe di firme false a nome di Chiara M. arriva direttamente dalla stessa, dopo aver preso visione e commentato le fotocopie delle cambiali agli atti. "Il timbro è autentico ma non è la mia calligrafia, questa non è la mia firma". Il dottor De Vincenzi ha rinviato il processo all'udienza del 21 novembre alle ore 12.30.