Manzoni: 5° incontro del ciclo cardiovascolare col dr. Ravizza


La malattia coronarica e le nuove tecniche di intervento sulle valvole malate. Questi gli argomenti centrali della quinta serata di prevenzione e informazione promossa dal dipartimento cardiovascolare dell'azienda ospedaliera.
Ad introdurli il dottor Pierfranco Ravizza, responsabile della cardiologia riabilitativa del dipartimento cardiovascolare dell'ospedale Manzoni di Lecco "Il cuore è un muscolo striato dotato di attività involontaria e automatica che risponde a riflessi di tipo nervoso e chimico-fisico. I fattori scatenanti un attacco cardiaco sono legati a stress fisico o emotivo. 160.000 persone all'anno in Italia ne sono colpite e 50.000 sono vittime di morte improvvisa. E' importante favorire il riconoscimento dell'ostruzione arteriosa entro breve tempo poiché prima la si riconosce e prima si restituisce vitalità al muscolo"

Il capo infermiere Michele Pirovano e Pierfranco Ravizza, responsabile cardiologia riabilitativa
del dipartimento cardiovascolare dell'ospedale Manzoni di Lecco

"Il freddo, lo sforzo, la digestione possono smascherare un dolore di angina, favorito dal fumo, dalla pressione alta, da sovrappeso e stress. Queste concause possono favorire la formazione di depositi nelle pareti dei vasi (placca aterosclerotica). L'arteria finisce così per essere ostruita dalla placca che, "infiammandosi" e rompendosi calamita altre cellule in transito nel sangue, come le piastrine, creando un trombo, cioè un'occlusione totale. Se la placca o un coagulo bloccano completamente l'arteria si ha l'infarto" ha spiegato Ravizza "Può succedere che le arterie ostruite siano piccoli vasi con conseguenze più lievi per il paziente o, nel caso dell'arteria coronarica, le conseguenze sono le più gravi".
"L'infarto miocardico è un evento pericoloso, curabile nella maggior parte dei casi con angioplastica coronarica, cioè con la dilatazione del tratto di vaso ristretto dalla placca mediante una cannula inserita dall'arteria radiale" ha specificato il medico "L'efficacia della cura resta proporzionale alla rapidità di riconoscimento: un pronto riconoscimento permette di ridurre i danni al muscolo cardiaco, il tempo di ricovero e il rischio di complicanze".
Quali sono i segnali che devono mettere in allarme? Segnale inscindibile dell'occlusione coronarica è il dolore al petto, un dolore descritto come centrale, retro sternale, vissuto come un pugno che può essere irradiato al braccio destro o a entrambe le braccia.
"Un dolore che - ha precisato il capo infermiere Michele Pirovano - può presentarsi anche più in basso ed essere scambiato per esofagite o ulcera gastrica. Deve mettere in allarme un dolore al petto di qualche minuto con eventualmente una sudorazione a riposo e la sensazione d'ansia mentre un dolore di pochi secondi non è significativo. Inoltre i pazienti diabetici possono non avvertire dolore toracico. Se il dolore è improvviso, inatteso e importante va immediatamente chiamato il 118 e nell'attesa buona cosa sarebbe per il paziente stare seduto e assumere la trinitrina, farmaco salvavita per cardiopatici che va sciolto sotto la lingua senza deglutire. All'arresto cardiaco può far poco anche il 118".
Ad avere i sintomi simili a quelli dell'infarto ( dispnea, dolore toracico, senso di svenimento...) è un'altra malattia che colpisce le persone anziane: la stenosi valvolare aortica calcifica o degenerativa che "è la malattia più comune della valvola che determina il passaggio del sangue dalla cavità ventricolare sinistra del cuore all'aorta" ha spiegato Gianluca Tiberti, responsabile del progetto di sviluppo delle tecniche trans catetere di sostituzione valvolare del dipartimento cardiovascolare

Il dottor Gianluca Tiberti, responsabile progetto di sviluppo delle tecniche transcatetere di sostituzione valvolare del dip. cardiovascolare

"Per sostituire la valvola malata fino a qualche anno fa l'unico intervento praticabile era l'apertura del torace, il prelievo della valvola e la sostituzione con un'altra, meccanica o con tessuti animali. I pazienti che non potevano sopportare un intervento così invasivo venivano lasciati a loro stessi mentre oggi esiste una seconda tecnica per salvarli ( che resta l'alternativa e non la prassi) e cioè l'inserimento da piccoli fori a livello dell'inguine o della spalla, di una protesi comprimibile che viene rilasciata all'interno della valvola. La ripresa dopo questo intervento è molto più semplice dato che non viene compromessa la dinamica circolatoria e respiratoria."

La serata si è chiusa dopo il consueto spazio dedicato alle domande dei partecipanti.
Tra i temi del prossimo incontro, fissato il 18 ottobre alle 20.30, ci saranno le nuove tecniche di trattamento delle aritmie, comprese le ablazioni per risolvere fibrillazioni e tachicardie.
Per informazioni sugli incontri è possibile telefonare al numero 0341-489492 o consultare http://www.ospedali.lecco.it/index.php/it/cardiologia-riabilitativa
V.M.
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