Convegno annuale amici di San Colombano
Ogni anno nella Diocesi Piacenza-Bobbio, l'Associazione Amici di San Colombano presenta il resoconto dell'anno trascorso e propone nuove iniziative per rendere sempre più visibile la figura di San Colombano d'Irlanda, proposto per essere uno dei patroni d'Europa. Il suo Apostolato, svoltosi intorno all'anno 600 d.C., lo ha visto in cammino da Bangor, in Irlanda, fino a fondare l'Abbazia di Bobbio, poco prima della morte, passando per Luxeuil, Saint Coulumb, San Colombano al Lambro e perfino per Arlate, dove fondò il Monastero che ad oggi si può ammirare, sulla collinetta che si affaccia sull'Adda. Parlare di San Colombano è come raccontare una favola. L'Abate Giona ne scrisse la vita e il cammino e un simpatico libro pubblicato di recente dalla Diocesi di Bobbio, col contributo dell'Associazione Amici di San Colombano, narra, con parole semplici e un poco miracolistiche, le sue vicende; la versione italiana dal testo latino è a cura di Ernesto Cremona e Michele Paramidani e si può trovare presso la Diocesi.
Il convegno si è svolto nell'Auditorium Santa Chiara, di fianco al municipio di Bobbio; per raggiungerlo occorre attraversare le strade del borgo antico: pietra e atmosfera medioevale, già questo faceva entrare in sintonia coi luoghi e gli ambienti di cui si sarebbe parlato al convegno.
I convenuti, quasi tutti soci e simpatizzanti, hanno potuto godere di due esposizioni estremamente diverse tra loro, ma ugualmente insolite e accattivanti. Un programma innovativo, per il convegno dedicato al Santo, ha visti coinvolti due illustri medici: il bobbiese Pietro Mozzi, Medico secondo natura, e Paolo Gulisano,Medico specialista in Igiene e Medicina preventiva, lecchese, studioso di storia e cultura anglosassone e autore di diversi libri, tra i quali uno dedicato proprio a San Colombano e presentato a Bobbio lo scorso anno.L'intervento del Dott. Mozzi prevedeva un'analisi del tipo di vita condotta da San Colombano, facendo presente che per quei tempi, vivere fino a circa 70 anni era un bel traguardo. Mozzi parla di regole di vita ferree, dovute ad ambienti in cui essere spartani era indispensabile per la sopravvivenza. Fa riflettere sul tipo di alimentazione, prevalentemente basata su due cereali, orzo e avena; all'epoca non c'erano i mulini, perciò i cereali dovevano essere cotti a lungo, oppure fatti germogliare per poter essere mangiati. Le verdure erano principalmente cavoli e barbabietole rosse e il clima del nord non contribuiva certo a diversificare l'alimentazione, lontani i tempi di patate, mais e pomodori. Con questa rigidità alimentare, nonostante i tanti stimoli del mondo mediterraneo, Colombano aveva mantenuto una sua propria regola ed aiutato altri a mantenere uno stile di vita prevalentemente sobrio e spartano. Secondo Mozzi, questi sono stati i fattori che hanno contribuito a mantenere buona la salute per Colombano e i suoi seguaci. Non si crogiolava in ricerche di cibo ed elemosine, ma lavorava sodo per fornire a sé e ai suoi confratelli il necessario per sopravvivere, accettando, nella sua salda e grande fede, anche giornate intere di digiuno in attesa di recuperare il sostentamento per vivere. Il Dott. Mozzi ricorda che in tutte le religioni e in tutte le indicazioni mediche, il digiuno è la cura migliore per guarire sia i mali del corpo che quelli dell'anima.
Il Dott. Paolo Gulisano ci fa partecipi del suo ultimo viaggio in Irlanda e invece di parlare di Colombano, racconta la storia di un suo precursore: San Columba da Iona. Ne parla come di un Santo piuttosto diverso da Colombano, ma solitamente i due vengono associati per lo spirito di missione che entrambi hanno espresso e concretizzato. Colombano decide autonomamente il viaggio di missione, mentre Columba è costretto alla missione perché mandato in esilio. Due storie insolite, ma che hanno modificato radicalmente la storia cristiana dell'epoca, offrendo testimonianze che hanno segnato per secoli il cammino del cristianesimo e ancora oggi sono d'esempio per le attuali generazioni.
Le immagini che vengono proiettate sono foto scattate dallo stesso Gulisano che illustra luoghi e collocazione nelle varie epoche storiche dei tanti cambiamenti e modifiche alle strutture dell'abazia di Iona. Stimola i convenuti a programmare un viaggio, ricordando che le auto non sono ammesse nell'isola, perché si intende conservare un ambiente privo di rumore, adatto alla meditazione e alla preghiera.
Interventi del Prof. Nuvolone, studioso della vita di San Colombano e autore di numerose ricerche e pubblicazioni dedicate al Santo. L'introduzione a cura dell'assessore alla cultura di Bobbio, Roberto Pasquali, gli intermezzi e alcuni brevi interventi del Presidente Pampanin e una breve esposizione di Mons. Piero Coletto che illustra una nuova raccolta di fascicoli, quadrimestrali, dedicata ai luoghi che sono stati teatro della vita di San Colombano. La pubblicazione si concluderà per le celebrazioni del 2015.
A conclusione il tradizionale rinfresco curato dalle signore volontarie dell'associazione che hanno preparato gustosi manicaretti dolci e salati per tutti i partecipanti.
Vorrei ricordare che la Parrocchia di Arlate, comune di Calco, provincia di Lecco, è l'unica della Diocesi di Milano ad essere dedicata a San Colombano (e San Gottardo), fa parte dei siti cluniacensi e fu un antico monastero di suore Benedettine.
Ogni mese, lo storico Claudio Ponzoni di Olgiate Molgora, propone visite guidate per illustrare la struttura della chiesa e la storia che lega la comunità di Arlate a questo Santo così singolare e camminatore.
La sottoscritta che, guarda caso, abita in via San Colombano ad Arlate, ha un forte legame anche con Bobbio e terminato il convegno, dopo una chiacchierata con Paolo Gulisano, si è deciso insieme di creare un gruppo di studio anche nelle nostre zone, per onorare questo legame e poter festeggiare insieme agli Amici di San Colombano il prossimo giubileo colombaniano e il XIV centenario di San Colombano nel 2015, La Diocesi di Bobbiofesteggerà nel 2014 il millenario della sua fondazione e noi contiamo di esserci.
Da sinistra: Assessore Roberto Pasquali, Dott. Pietro Mozzi, Presidente Pampanin, Dott. Paolo Gulisano, Mons. Piero Coletto
Il convegno si è svolto nell'Auditorium Santa Chiara, di fianco al municipio di Bobbio; per raggiungerlo occorre attraversare le strade del borgo antico: pietra e atmosfera medioevale, già questo faceva entrare in sintonia coi luoghi e gli ambienti di cui si sarebbe parlato al convegno.
I convenuti, quasi tutti soci e simpatizzanti, hanno potuto godere di due esposizioni estremamente diverse tra loro, ma ugualmente insolite e accattivanti. Un programma innovativo, per il convegno dedicato al Santo, ha visti coinvolti due illustri medici: il bobbiese Pietro Mozzi, Medico secondo natura, e Paolo Gulisano,Medico specialista in Igiene e Medicina preventiva, lecchese, studioso di storia e cultura anglosassone e autore di diversi libri, tra i quali uno dedicato proprio a San Colombano e presentato a Bobbio lo scorso anno.L'intervento del Dott. Mozzi prevedeva un'analisi del tipo di vita condotta da San Colombano, facendo presente che per quei tempi, vivere fino a circa 70 anni era un bel traguardo. Mozzi parla di regole di vita ferree, dovute ad ambienti in cui essere spartani era indispensabile per la sopravvivenza. Fa riflettere sul tipo di alimentazione, prevalentemente basata su due cereali, orzo e avena; all'epoca non c'erano i mulini, perciò i cereali dovevano essere cotti a lungo, oppure fatti germogliare per poter essere mangiati. Le verdure erano principalmente cavoli e barbabietole rosse e il clima del nord non contribuiva certo a diversificare l'alimentazione, lontani i tempi di patate, mais e pomodori. Con questa rigidità alimentare, nonostante i tanti stimoli del mondo mediterraneo, Colombano aveva mantenuto una sua propria regola ed aiutato altri a mantenere uno stile di vita prevalentemente sobrio e spartano. Secondo Mozzi, questi sono stati i fattori che hanno contribuito a mantenere buona la salute per Colombano e i suoi seguaci. Non si crogiolava in ricerche di cibo ed elemosine, ma lavorava sodo per fornire a sé e ai suoi confratelli il necessario per sopravvivere, accettando, nella sua salda e grande fede, anche giornate intere di digiuno in attesa di recuperare il sostentamento per vivere. Il Dott. Mozzi ricorda che in tutte le religioni e in tutte le indicazioni mediche, il digiuno è la cura migliore per guarire sia i mali del corpo che quelli dell'anima.
Da sinistra: Mons. Coletto, Dott. Mozzi, Pres.Pampanin, Dott. Gulisano, Prof.Nuvolone
Il Dott. Paolo Gulisano ci fa partecipi del suo ultimo viaggio in Irlanda e invece di parlare di Colombano, racconta la storia di un suo precursore: San Columba da Iona. Ne parla come di un Santo piuttosto diverso da Colombano, ma solitamente i due vengono associati per lo spirito di missione che entrambi hanno espresso e concretizzato. Colombano decide autonomamente il viaggio di missione, mentre Columba è costretto alla missione perché mandato in esilio. Due storie insolite, ma che hanno modificato radicalmente la storia cristiana dell'epoca, offrendo testimonianze che hanno segnato per secoli il cammino del cristianesimo e ancora oggi sono d'esempio per le attuali generazioni.
Le immagini che vengono proiettate sono foto scattate dallo stesso Gulisano che illustra luoghi e collocazione nelle varie epoche storiche dei tanti cambiamenti e modifiche alle strutture dell'abazia di Iona. Stimola i convenuti a programmare un viaggio, ricordando che le auto non sono ammesse nell'isola, perché si intende conservare un ambiente privo di rumore, adatto alla meditazione e alla preghiera.
Interventi del Prof. Nuvolone, studioso della vita di San Colombano e autore di numerose ricerche e pubblicazioni dedicate al Santo. L'introduzione a cura dell'assessore alla cultura di Bobbio, Roberto Pasquali, gli intermezzi e alcuni brevi interventi del Presidente Pampanin e una breve esposizione di Mons. Piero Coletto che illustra una nuova raccolta di fascicoli, quadrimestrali, dedicata ai luoghi che sono stati teatro della vita di San Colombano. La pubblicazione si concluderà per le celebrazioni del 2015.
Il folto pubblico intervenuto
A conclusione il tradizionale rinfresco curato dalle signore volontarie dell'associazione che hanno preparato gustosi manicaretti dolci e salati per tutti i partecipanti.
Vorrei ricordare che la Parrocchia di Arlate, comune di Calco, provincia di Lecco, è l'unica della Diocesi di Milano ad essere dedicata a San Colombano (e San Gottardo), fa parte dei siti cluniacensi e fu un antico monastero di suore Benedettine.
Ogni mese, lo storico Claudio Ponzoni di Olgiate Molgora, propone visite guidate per illustrare la struttura della chiesa e la storia che lega la comunità di Arlate a questo Santo così singolare e camminatore.
La sottoscritta che, guarda caso, abita in via San Colombano ad Arlate, ha un forte legame anche con Bobbio e terminato il convegno, dopo una chiacchierata con Paolo Gulisano, si è deciso insieme di creare un gruppo di studio anche nelle nostre zone, per onorare questo legame e poter festeggiare insieme agli Amici di San Colombano il prossimo giubileo colombaniano e il XIV centenario di San Colombano nel 2015, La Diocesi di Bobbiofesteggerà nel 2014 il millenario della sua fondazione e noi contiamo di esserci.
Franca Oberti