Brivio: Bruno Ambrosi, artigiano amante dell’arte e ''degli altri'', si è spento a 64 anni

Bruno Ambrosi
“Sei una grande anima”
aveva detto di lui un incarnato buddista a cui aveva aperto le porte della sua abitazione insieme a una trentina di altri monaci. E la “grande anima” di Bruno Ambrosi è emersa anche oggi, nel giorno in cui parenti e amici gli hanno tributato l’ultimo saluto nella parrocchia di Brivio, paese a cui tanto aveva dato, ricambiando l’affetto con cui lui e la moglie Anna, la compagna di una vita, erano stati accolti. “Ci voleva un uomo venuto dal mare per portare i nostri ragazzi in montagna”, dicevano di lui i briviesi anni addietro, ricordando le sue origini marchigiane e il suo impegno, sia nell’ambito del Geb sia in quello dell’oratorio, per far scoprire ai giovani il piacere delle escursioni. “Dove c’era da fare, lui c’era” ricorda ora la signora Anna citando ad esempio l’impegno profuso dal marito in comune, sempre tra i banchi dell’opposizione, e in associazioni come l’Alveare, il Mato Grosso, Les Cultures e le realtà legate alle vacanze terapeutiche per i bambini ucraini coinvolti, loro malgrado, nel disastro di Chernobyl. “Oggi abbiamo “nipoti” in Ucraina”, spiega Anna, insegnate in pensione che, per inseguire il sogno dell’incarico fisso, accettò il posto offertole presso la scuola briviese, “costringendo” così Bruno a seguirla nella verde e sconosciuta Brianza. “Sono i figli dei ragazzi che per tanti anni abbiamo ospitato. La nostra casa è sempre stata aperta a tutti. Mi diceva sempre: non abbiamo i soldi per girare il mondo, allora facciamo venire il mondo a casa nostra. E’ sempre stato una persona generosa, contagiando anche me, che non lo ero. Ogni tanto gli chiedevo di fare noi una vacanza e lui rispondeva sempre con un “vedremo” che non arrivava mai. Per la nostra casa, sono così passati buddisti, hare krishna, polacchi, bulgari…”.
64 anni, artigiano, Bruno Ambrosi è stato tra i fondatori del colorificio Viba. “Era quasi un ingegnere chimico, un creatore di ricette” commenta Anna. “La nostra vita è stata tra artisti, poeti e scrittori seppure Bruno non fosse né uno né altro né altro ancora. Abbiamo seguito questi hobbies che ci hanno fatto crescere insieme”. Parla al plurale la signora Ambrosi e assicura che continuerà a farlo anche ora che il suo Bruno non c’è più. Sposi quando lei aveva appena vent’anni, sono cresciuti insieme, condividendo ogni cosa.  “Per tanti anni abbiamo seguito tanti giovani artisti organizzando anche mostre a Brivio. Ora anche uno dei nostri due figli è un patito d’arte: forse abbiamo seminato (abbastanza) bene”.
Dieci anni fa, la scoperta della malattia e poi il trapianto di fegato, nella speranza di modificarne il corso: “si è anche proposto come “cavia”, credeva nella scienza e nella medicina, voleva certamente guarire lui stesso ma ha sempre pensato anche che con lo studio si potrà in futuro salvare la vita degli altri. Essendo da sempre iscritti all’Aido, ho un unico “cruccio” se così può dire: non abbiamo potuto donare alcun organo perché troppo compromessi dalla malattia. Sulle carte, abbiamo comunque invitato a devolvere all’Aido delle offerte, convinti che la vita continua anche in questo modo”.
Residente da anni a Villa d’Adda ma ancora legatissima all’amata Brivio, la famiglia Ambrosi, ha scelto di celebrare il rito funebre nella parrocchia dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro con don Gino celebrante. Toccante e, a dimostrazione della grandezza di Bruno, uno dei ricordi lasciati nel libro messo a disposizione delle tantissime persone che gli hanno tributato l’ultimo saluto. In una pagina, infatti, il pensiero di un fornitore, giunto apposta per le esequie, da Brescia. “Aveva incontrato mio marito per 5 o 6 ore” spiega la moglie. “Il primo approccio per lavoro, poi si erano rivisti a Mantova a una mostra. In poco tempo, gli ha fatto capire il valore dell’arte e per questo quell’uomo è venuto apposta per salutarlo”. Con lui, una folla composta cinta intorno ai figli Giacomo e Simone e a lei, la signora Anna, la dolce metà di Bruno che ne preserverà il ricordo.
A. M.
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